Non c’è scenografia: sono Teho Teardo ed Elio Germano a portarci nell’atmosfera oscura di “Viaggio al termine della notte”, rispettivamente attraverso musica e voce. I due elementi non si sovrappongono, non sono accompagnamento l’uno per l’altro ma dialogo; sono due modi complementari di dare corpo e vita all’opera di Céline, in un’alternanza scandita da piccoli gesti: l’attore che accende e spegne l’abat-jour davanti a sé, il compositore che con un movimento della mano dirige il quintetto d’archi avvolto nella penombra.

All’interno del romanzo sono stati selezionati soltanto alcuni brani: non un filo narrativo definito ma brandelli, come fugaci apparizioni, lampi di lucidità. Germano, recentemente premiato con il David di Donatello per il ruolo di Giacomo Leopardi in “Il giovane favoloso”, li interpreta con forza: una lettura appassionata, sofferta, arrabbiata, eppure mai sopra le righe. Rimanendo prevalentemente seduto, l’attore strappa violentemente i fogli lanciandoseli alle spalle, a un tratto si alza oppure si abbandona sul piano del tavolo, si piega sul microfono brandendolo e aggredendolo. Dà voce alle riflessioni di nero e disilluso pessimismo, e, deformando il suono come attraverso una ricetrasmittente, al pensiero altro: il patriottismo guerrafondaio, l’arroganza dei pregiudizi e dei luoghi comuni, la folle bramosia di distruzione. Mentre Teardo, musicista noto anche come autore di colonne sonore per Salvatores, Sorrentino e Vicari, crea un tessuto di sonorità profonde, aspre e penetranti, fra archi, chitarra ed elettronica, che catturano ed ipnotizzano il pubblico.

Le pagine di Céline non concedono spazio alla speranza: imbarcate nell’assurda crociera apocalittica della guerra, le generazioni sono ondate di esseri inutili nati per fallire e la vecchiaia non è altro che una manifestazione sempre più evidente della sofferenza umana. Non bisogna mai credere agli uomini, ma averne paura, sempre. La comunicazione è solo un tentativo per parlare delle proprie pene personali cercando così di sbarazzarsene, «l’amore è l’infinito abbassato al livello dei barboncini».

Quella di Céline appare come una notte senza luce, la vita un viaggio «interamente immaginario» in cui è tutto inventato, «uomini, bestie, città e cose». Una volta entrati in questo viaggio terribile e ammaliante, non possiamo uscirne così presto: un’ora scarsa di performance è troppo poco, avremmo voluto ascoltarne di più.

TitoloVIaggio al termine della notte
AutoreLouis – Ferdinand Céline
InterpretiTeho Teardo ed Elio Germano
Durata50'
Applausi del pubblicoRipetuti
In scena17 luglio - Villa Ada – Roma Incontra il Mondo - Roma