Un camion tutto sgarruppato corre lungo una via polverosa al confine tra Messico e Stati Uniti. Un camion al cui interno porta una partita di droga acquistata da un avvocato insieme ad un paio di intermediari per essere spacciata negli States. Un camion portatore di guai che fa gola molti avidi personaggi che si muovono all’ombra di un sole brillante, che rende ciechi i diversi personaggi verso un destino inesorabilmente segnato.
Ed è proprio quel senso di ineluttabilità degli eventi e dei destini che si avverte lungo tutta la durata della nuova pellicola di Ridley Scott, The Counselor – Il Procuratore. I segnali sono evidenti, aleggia nell’aria il sapore di un maleodorante destino che i vari personaggi affrontano con una indifferenza quasi da tragedia greca. Ed è questo mood la parte migliore del film.
Si perchè essere un ottimo scrittore non significa essere anche un grande sceneggiatore. The Counselor è infatti basato su una sceneggiatura originale di Corman McCarthy, lo splendido autore di The Road e Non è un paese per vecchi. Prendiamo quest’ultimo lavoro. Temi, atmosfere e molti personaggi sembrano essere usciti da questo romanzo, trasposto meravigliosamente sullo schermo da Joel ed Ethan Coen che ne hanno curato lo stesso adattamento sullo schermo. Ne esce un film riuscitissimo che si stampa nella memoria in maniera indelebile per l’apparato visivo che i talentuosi fratelli costruiscono intorno ad un testo che viene rielaborato in funzione scenica, asciugando dove necessario il testo originario, condendolo di dialoghi essenziali e funzionali.
In The Counselor sono proprio questi ultimi a non funzionare, a congelare l’azione in dissertazioni filosofiche sulla vita che creano un fastidioso straniamento rispetto alla drammaticità degli eventi che i protagonisti sono chiamati ad affrontare.
Tutti, nessuno escluso, parlano come libri stampati, pontificano a destra e sinistra, discernano lezioni di saggezza che alla prova dei fatti risulteranno parole vuote spente in fiumi di sangue che scorreranno a profusione.
Ridley Scott con la sua regia fatta di primi e primissimi piani (girato quasi come un western) esalta questo fiume di parole, quasi che l’azione (che esplode in pochi ma salienti momenti della storia) fosse un fastidioso tributo da pagare al pubblico per un film presentato come “di genere” ma tale non è. Cameron Diaz fa a gara per cinismo e cattiveria con lo Javier Bardem di Non è un paese per vecchi; suo contrappasso la candida Penelope Cruz mentre Brad Pitt e lo stesso Bardem sono i vasi di ferro che impartiscono lezioni di vita al vaso di ceramica Michael Fassbender, un Candido idiota in un mondo di lupi famelici, o meglio ghepardi predatori. Un film che poteva essere e non è stato, del volere ma non posso. Questa è l’amara sensazione che si respira sui titoli di coda.
Titolo originale | The Counselor |
Regia | Ridley Scott |
Sceneggiatura | Cormac McCarthy |
Fotografia | Dariusz Wolski |
Montaggio | Pietro Scalia |
Scenografia | Arthur Max |
Costumi | Janty Yates |
Musica | Daniel Pemberton |
Cast | Michael Fassbender, Brad Pitt, Cameron Diaz, Penélope Cruz, Javier Bardem, Dean Norris, Natalie Dormer, Rosie Perez, Goran Visnjic, Sam Spruell, Ruben Blades, Bruno Ganz |
Produzione | Chockstone Pictures, Nick Wechsler Productions |
Anno | 2013 |
Nazione | USA |
Genere | Drammatico |
Durata | 117' |
Distribuzione | 20th Century Fox |
Uscita | 16 Gennaio 2014 |
Nessun commento