“Se hai il controllo, il caos accadrà intorno a te, non a te” è il mantra guida delle disturbanti performance di Caleb (Christopher Walken) e Camille (Maryann Plunkett) Fang, per alcuni artisti geniali, per altri semplici clown.
La coppia si cimenta infatti in numeri volti alla destabilizzazione momentanea del pubblico, coinvolto suo malgrado, attraverso finte sparatorie, risse, incesto, travestimenti e chi più ne ha più ne metta. Attori importanti di questo scenario sono i figli della coppia, Annie (Nicole Kidman) e Baxter (Jason Bateman, anche alla regia), che a causa proprio di questo eccessivo coinvolgimento nelle follie dei Fang, sembrano non essere in grado, una volta adulti, di affrontare la vita. Annie è un’attrice ormai più famosa per le sue apparizioni sui tabloid che per quelle sullo schermo, Baxter uno scrittore che non riesce più a scrivere, e quando quest’ultimo finisce in ospedale perchè colpito dal colpo di un fucile spara-patate, i Fang si ritroveranno tutti sotto lo stesso tetto dopo anni di lontananza. Ma le aspettative dei due fratelli, che speravano in un soggiorno di pace e tranquillità che garantisse loro mezzi e tempi per ritrovare se stessi e mettere ordine nelle loro vite, saranno presto deluse: Camille e Caleb sembra siano stati rapiti e si teme perfino il peggio. Ma è veramente tutto come sembra o solo l’ennesimo grande numero dei Fang?
Jason Bateman (Bad Words) torna alla regia per questo, più che riuscito, adattamento per il grande schermo dell’omonimo romanzo di Kevin Wilson (Fazi Editore). La famiglia Fang, se proprio dovessimo forzarlo in una categoria chiusa, andrebbe inserito in quella della tragicommedia, un dramma senza lacrimoni, una commedia senza grasse risate, e che proprio per questo funziona e, come direbbe qualcuno, “arriva”. La sceneggiatura di David Lindsay-Abaire (Rabbit Hole) procede, punteggiata di vari flashback, in maniera perfetta, alternando leggerezza e acume al dramma, che proprio dietro alla realtà irreale dei Fang si cela. E’ nell’unione con la fotografia di Ken Seng ( Project X, Bad Words) e con la direzione di Bateman che riesce quindi a prendere corpo, delineando situazioni tanto paradossali quanto però naturali nell’economia del film (non a caso, Bateman ha dichiarato di guardare ai Coen, suoi miti), dove si è anche scelto di allontanarsi dalle ambientazioni saturate e brillanti de I Tenenbaum (altro celebre ritratto familiare di Wes Anderson) per abbracciare un mondo più concreto e, in un certo senso, malinconico.
La famiglia Fang è stata paragonata, con grande merito, ad una versione contemporanea della fiaba di Hansel e Gretel, ed infatti sembra possibile identificare il cuore del film nei personaggi dei due fratelli e nel tema della genitorialità: come cambia la percezione che abbiamo dei nostri genitori quando cresciamo? Come ci rapportiamo a loro, agli errori che certamente, come tutti, hanno compiuto nel crescerci? Non è un viaggio per ri-cementificare la famiglia quello che aspetta Annie e Baxter (anche se Annie lo vorrebbe tanto), ma il taglio del cordone ombelicale che ancora li tiene legati a genitori del tutto particolari, e che sembra spingerli a far risalire a loro la causa di ogni fallimento che incontrano davanti a sé. Kill All Parents è la colonna sonora di una vecchia esibizione dei Fang, e la chiave del mistero che aleggia sulla loro scomparsa, ma sarebbe a questo punto legittimo sostenere che sia anche l’unica soluzione per Annie e Baxter. E poi c’è l’arte dei Fang, motore, in modo diverso, sia per Camille che per Caleb, mostrata nella pellicola non con spirito critico perché non è importante sapere se veramente i Fang siano artisti, quanto il peso che l’idea di essere artisti abbia avuto su di loro come esseri umani, in primis come genitori.
Un grandissimo merito della regia e degli interpreti è quello di essere riusciti nell’intento di consegnarci un personaggio come Caleb, che sarebbe così facile far scadere nella grottesca rappresentazione di un folle, al contrario credibile e dotato di un sua personalissima sagoma. In questo, ovviamente, gioca un ruolo fondamentale la profonda interpretazione di un veterano come Christopher Walken (Il cacciatore, Pulp Fiction, Hairspray, Jersey Boys). Notevoli anche le performance di Nicole Kidman e Jason Bateman, la prima lontana dalla fama di interprete glaciale che spesso la accompagna, l’altro padrone di una performance matura che, senza sparire sullo sfondo, fa da contrappunto a quella della Kidman.
Insomma, La famiglia Fang ci presenta un intelligente, quanto originale per tematiche affrontate, quadro familiare, lontano da sentimentalismi e luoghi comuni.
Titolo italiano | La famiglia Fang |
Titolo originale | The Family Fang |
Regia | Jason Bateman |
Sceneggiatura | David Lindsay-Abaire |
Fotografia | Ken Seng |
Montaggio | Robert Frazen |
Scenografia | Beth Mickle |
Costumi | Amy Westcott |
Musica | Carter Burwell |
Cast | Nicole Kidman, Jason Bateman, Christopher Walken, Maryann Plunkett, Mackenzie Smith Jason Butler Harner, Kathryn Hahn |
Produzione | Olympus Pictures, Blossom Films |
Anno | 2015 |
Nazione | USA |
Genere | Commedia |
Durata | 107' |
Distribuzione | Adler Entertainment |
Uscita | 01 Settembre 2016 |
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