Una scena

Il ricordo dello spettacolo “Apocatastasi” della compagnia genovese Teatro Akropolis resta nella testa come un tarlo. Presentato all’interno del “Festival Orizzonti Verticali 2023” di Tuccio Guicciardini e Patrizia de Bari, come da tradizione organizzato a San Gimignano, è uno spettacolo difficile, difficile nella misura in cui il teatro riesce a far pensare, riflettere e a rimanerne interdetti.

All’interno del piccolo teatro della parrocchia di Piazza Pecori l’atmosfera è rarefatta, incerta. Due donne (o forse due corpi, non essendoci quasi mai modo di scorgerne i volti) sono in una scena buia, scura, nera, infernale. Una sedia funge da scenografia. Le due entità corporee si aggrovigliano, si uniscono e allontanano, si dimenano, si stringono e si rifuggono. Sono circondate solo dallo sfondo musicale ideato dal Maestro Pietro Borgonovo e dai dominanti suoni e respiri che scaturiscono dall’incontro dei loro corpi. La breve durata della messa in scena per alcuni è un bene, mentre altri restano dubbiosi: cosa avrà voluto significare questa performance in cui si arriva a sospendere il tempo e lo spazio, negando il principio di identità?

I registi Clemente Tafuri e David Beronio, nell’incontro del 5 agosto all’interno della Galleria Continua hanno raccontato come Apocatastasi sia nato dalla suggestione scaturita dall’affresco di Luca Signorelli “La resurrezione della carne” nella cappella di San Brizio del duomo di Orvieto: una scena in cui i morti, identificati in corpi e scheletri, emergono dalla terra e si riuniscono in una danza dell’Ade. «Nello spettacolo – precisano Tafuri e Beronio – ci sono movimento e danza in assenza di tempo, fuori dal tempo; tutto si blocca e si finisce a fare i conti con una sorta di Giudizio Universale».

Nel quadro di Signorelli essere oltre la vita comporta un’azione carente dei principali riferimenti fisici: lo spazio e il tempo. Ecco allora che anche sul palcoscenico il tempo non esiste, lo spazio è ininfluente e si vive per quello che si vede. Se in greco l’apocatastasi è il ritorno allo stato originario, alla purezza, all’azzeramento dei peccati, chissà che la danza primordiale che si replica sul palcoscenico non scateni in chi guarda un fuoco purificatorio, in grado di farlo riflettere sul principio dell’esistenza. Di sicuro ne lascia aperte le funzioni mentali.

TitoloApocatastasi
AutoreClemente Tafuri e David Beronio
RegiaClemente Tafuri e David Beronio
MusichePietro Borgonovo eseguite da: Mademi Quartet
InterpretiRoberta Campi e Giulia Franzone
Durata40'
ProduzioneTeatro Akropolis GDG Giovine Orchestra Genovese
Generedanza
Applausi del pubblicoRipetuti
CompagniaTeatro Akropolis
In scena4 agosto nel teatro della parrocchia di Piazza Pecori - per Festival Orizzonti Verticali di Tuccio Guicciardini, Patrizia de Bari della Compagnia Giardino Chiuso