“Io mi tiro fuori dalla merda del mondo con la meditazione trascendentale.” In questa frase c’è tutto l’universo personale ed artistico di David Lynch, regista americano a cui è stato consegnato il Premio alla Carriera al Festival del Cinema di Roma.
Alla domanda sulle sue fonti di ispirazioni, così risponde: “Ma la mia ispirazione viene dalle idee che scarto ogni volta come fossero regali la mattina di Natale. Poi mi piace Jacques Tatì e Kafka. Su quest’ultimo ho scritto molti anni fa una sceneggiatura tratta da Le Metamorfosi, che rimarrà in forma di libro e non di film.” Tatì e Kafka dunque ma non solo visto che tra i suoi ricordi un posto speciale lo riempie sia David Bowie (“Lo amavo come tutti. Speravo di tornare a lavorare con lui nella nuova serie di Twin Peaks. Rifiutò. Allora non capii il motivo, oggi purtroppo si“) che Werner Herzog (“E’ un uomo ossessionato ed io amo le persone in preda a ossessioni“).
Un regista ortodosso nella scelta dei copioni – “Mi sono divertito in ogni film che ho fatto, tranne Dune forse. Per quest’ultimo rinunciai a girare Star Wars, ma dissi a Lucas di girarlo lui essendo una sua creatura e non mia” – e sul rapporto con gli attori: “Condivido lo script con gli attori da subito. Nelle prove che facciamo emerge spesso un’idea interpretativa che loro hanno ma che è diversa dalla mia. Parlo molto con loro e con tutti i miei collaboratori, affinché si avvicinino all’idea che ho in mente e che vorrei rispettare in ogni suo elemento. C’è da dire che gli attori sono molto veloci nell’assorbire le idee e nell’entrare in sintonia con esse.“
Al momento afferma di non avere nuovi progetti pronti da essere realizzati. La sua ultima fatica è stata la terza stagione di Twin Peaks: “Non ho una puntata preferita di Twin Peaks. Non cambierei nulla delle 18 ore della serie tv. I film hanno oggi meno consenso rispetto al passato. Chi va al cinema spesso lo fa in cerca di film di pura evasione ed intrattenimento. Il cinema d’autore ha però la possibilità di svilupparsi in maniera più approfondita passando per i serial tv. Cosa possibile grazie alle possibilità delle tv via cavo. L’unico problema è che immagini e suoni non sono così buoni come al cinema. Le mie serie preferite? Mad Men e Breaking Bad.“
Sulla meditazione trascendentale che pratica da oltre trent’anni così dice: “Si dice che spazio e tempo nascono dal campo unificato della relatività, dove tutto viene generato e dove non esiste alcuna differenza. Un campo che è presente in ogni singolo essere umano e che può essere scoperto ed indagato attraverso la meditazione trascendentale. Questa è anche un ottima cura contro stress e negatività che strozzano il fluire delle idee.“
Sugli scandali sessuali che hanno colpito recentemente Hollywood con l’affare Weinstein e sul timore di esserne coinvolto, sorride sornione e chiude: “Rimanete sintonizzati…!“
Questi gli appunti che abbiamo raccolto dal nostro incontro con lui. Per chi volesse approfondire il meraviglioso mondo di David Lynch suggeriamo la lettura del suo illuminante libro “In acque profonde” edito in Italia da Mondadori (2008, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori).
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