Dal grido del 22 gennaio 2015:
Ecco dunque il personale elenco dei premi Oscar 2015, la cui cerimonia si terrà al Dolby Theatre il 22 febbraio 2015 stilata con un mese di anticipo, il 22 gennaio 2015.
Miglior Film: The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson
Miglior Regia: Alejandro González Iñárritu per Birdman
Miglior Sceneggiatura Originale: Richard Linklatar per Boyhood
Miglior Attore Protagonista: Eddie Redmayne per La teoria del tutto
Miglior Attrice Protagonista: Julianne Moore per Still Alice
Miglior Film Straniero: Storie pazzesche di Damián Szifrón
Il curatore della rubrica, lungi dal ritenere tali previsioni frutto di profonda cultura scientifica di riferimento, nonché intuizione sensitiva, nonché specifica conoscenza geopolitica cultural-distributiva, voleva sottolineare, all’indomani della cerimonia di assegnazione dei premi Oscar 2015, il caso fortuito e la pura conincidenza astrale con cui, in sede di pronostico, si sono centrate tre statuette su cinque.
Il suddetto si rammaricava per l’en plein mancato, non certo perché ritenesse fondamentalmente iniquo considerare “Birdman” un film di pura, virtuosistica regia, inquietante ma tutto sommato sgradevole all’altezza della statuetta per il miglior film adatta invece a un’opera suggestiva, divertente e per tutti come “Gran Budapest Hotel”, nonché per l’annoso luogo comune che impedisce a un film brillante e satirico come “Storie pazzesche” di vincere il premio per il miglior film straniero in favore del solito dramma intimista.
Si rammaricava appunto solo per non essere riuscito a cogliere nella sua totalità, lo spirito con cui i giurati e il marketing hanno vissuto il premio Oscar 2015.
Questo post è di strepitosa eleganza antifrastica.
Ma perché lei è cosí parco nello scrivere?
Lei ha molto gusto, non è conformista e quindi sa che il cinema non è solo una questione salottiera di gusto e di giudizio.
Dia più soddisfazione al lettore. Magari potrebbe scrivere anche di vecchi film.
Saluti
GS
Trovare lettori come lei in grado di cogliere un andamento antifrastico è uno stimolo quanto una rarità. E proprio perché è una rarità che scrivo poco.
Ma, senza dire che ormai il cinema e la fruizione di esso si sono trasformati da grande rito collettivo laico in narcisistico atto solitario pseudoculturale, l‘idea di un’altra rubrica di resistenza passiva sui film del passato mi era già frullata per la testa e ora le sue righe mi danno il giusto slancio in avanti per fare un salto all’indietro.
Sempre che i cattivissimi direttori de ilgrido.org la consentano.
La ringrazio quindi e l’aspetto.
Un saluto
Paolo zagari