“Uno spirito solitario che vaga lungo la riva dell’assurdo.” Così lo scrittore Haruki Murakami descrive Kafka, il giovane protagonista del romanzo ‘Kafka sulla spiaggia’.

E così si mostra, l’omonimo portgaonista di Amphetamine, giovane e solitario maestro di nuoto di un centro fitness di Hong Kong, nel momento in cui lasciato dalla ragazza e con un rapporto conflittuale con il fratello maggiore, AMPHETAMIN_POSTERincontra Daniel efebico e rampante broker finanziario in trasferta dalla nativa Australia. Tra i due scoppia un amore intenso, passionale, disturbato, consciamente incompleto come appare continauamente sullo sfondo il Brother Bridge di Hong Kong, interrotto nella sua centralità. Un amore che crea dipendenza, assuefazione ed infine distruzione come l’Anfetamina che i due consumano durante la relazione.

Ma in cinese il termine anfetamina ha un secondo significato: “non è questo il suo destino?” E proprio un senso di ineluttabilità aleggia su questa pellicola stilisticamente fredda, asettica, visionaria, che ben rende sullo schermo quel ‘Lost in Translation’ protagonista dell’omonima pellicola di Sophia Coppola.

In una Hong Kokng dipinta con i colori plumbei che avvolgono personaggi e situazioni creando un distacco “critico” tra rappresentato e spettatori, Anphetamine si dipana tra momenti romantici e delicati ed altri violenti ed espliciti, con un finale che ci immerge in una dimensione lirica ed estatica che tarda un po’ troppo a chiudersi.

Presentato nel 2010 al Festival di Berlino nella sezione Panorama, è il secondo capitolo dopo Permanente Residenze ed in attesa del terzo e conclusivo capitolo della trilogia autobiografica del regista Life of an Artist.

Titolo originaleAn fei ta ming
RegiaScud
SceneggiaturaScud
FotografiaCharlie Lam
MontaggioHaloyam
MusicaShan Ho, Yat-Yiu Yu
CastByron Pang, Thomas Price, Winnie Leung, Linda So, Simon Tam, Li Hua Peng, Chen Kok Sun, Wai-Keung Tung
ProduzioneScud
Anno2010
NazioneHong Kong
GenereDrammatico
Durata97'