Winsor McCay Dream of a Rarebit Fiend 1906

Strip Art. Sogni e realismo nei primi maestri del fumetto, il nuovo progetto frutto della collaborazione fra Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, ACCA Accademia di Comics creatività e Arti visive Jesi e PAFF! Pordenone, è una mostra unica nel suo genere per varietà, qualità e rarità dei pezzi, alcuni dei quali esposti per la prima volta al pubblico, che ripercorre la storia del fumetto attraverso i grandi Maestri nordamericani, dagli esordi agli anni ‘40 del Novecento.

L’esposizione, a cura di Alessio Trabacchini e Giovanni Nahmias, con il coordinamento di Roberto Gigli, è interante: la prima tappa è in programma dal 22 settembre al 20 novembre 2022 a Jesi (AN), a Palazzo Bisaccioni, sede della Fondazione Carisj, e nella primavera del 2023 al PAFF! Pordenone. Torna dunque una collaborazione che nel 2021 si è concretizzata con la mostra, anch’essa itinerante, “Free Hugs. L’abbraccio a fumetti”, proposta, oltre che nelle due città, anche nella Sala Laguna al Lido di Venezia all’interno della 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, in collaborazione con Isola Edipo.

Questa esposizione si pone l’obiettivo di valorizzare la complessità espressiva e narrativa del fumetto come arte, raccogliendo esempi che costituiscono alcuni dei vertici della sua prima età. Mettendo l’accento anche sulla funzione di specchio critico della società che i comics hanno avuto fin dalle origini della loro storia. Sono esposte circa 50 opere originali rare e di grande formato, e alcune gigantografie dei pezzi più preziosi e particolari completeranno l’allestimento delle due mostre di Jesi e Pordenone. L’esposizione prevede, inoltre, momenti di approfondimento, convegni e workshop.

Tra gli autori, spiccano i grandi nomi del fumetto delle origini. I riflettori sono in primo luogo puntati sui fondatori del linguaggio del fumetto: Winsor McCay (1869-193499, maestro dell’illustrazione liberty ed esploratore del mondo onirico con serie come Little Nemo in Slumberland Dreams of a rerebit FiendGeorge Herriman (1880-19449, creatore afroamericano  di Krazy Kat, primo capolavoro del fumetto ad essere accolto negli ambienti artistici e letterari, Frank King (1883-19699, autore di Gasoline Alley, una sorta di grande romanzo a strisce che ha accompagnato quasi un secolo di storia degli Stati Uniti.

James Swinnerton Little Jimmy Sunday page con topper 1935

Ma saranno presenti opere di altri 25 Maestri che hanno dato forma a quest’arte in continua evoluzione, da Elzie Chrisler Segar (1894-1938), creatore di Popeye – Braccio di ferro, a Floyd Gottfredson disegnatore dei primi fumetti di Mickey Mouse – Topolino, da Otto Soglow con la striscia The Little King, amata da Vladimir Nabokov, alla curiosa striscia disegnata dal pugile Primo Carnera, da Otto Mesmer cno Felix the Cat, su cui scrisse Italo Calvino, a autori molto amati anche in Italia come Chester Gould  con Dick Tracy, Al Capp con Lil’ Abner e Milton Caniff, prima fonte di ispirazione di Hugo Pratt. E ancora: Frederick Burr Opper, Billy DeBeck, Richard Felton Oucault, James Swinnerton, Rudolph Dirks, Harold Knerr, Geo McManus, Bud Fisher, Carl B. Williams, Gene Byrnes, Harry J. Tuthill, Henry Bushmiller, Rube Goldberg, Dick Calkins, Basil Wolverton, Lyman Young, Ham Fisher.

Immigrati europei di diversa provenienza, questi autori lavoravano per la stampa quotidiana e rappresentano una sorta di summa dell’arte del fumetto degli esordi. È il dispiegarsi in sequenze di un vero e proprio nuovo linguaggio artistico e narrativo, capace di comunicare potentemente – tra stereotipi, ironia, necessità tecniche – la realtà sociale dell’epoca. Mentre scatenavano la loro fantasia, divertendo milioni di lettori, i fondatori del fumetto raccontavano anche le differenze di classe, la condizione delle donne, le discriminazioni razziali, il rapporto dell’infanzia con gli adulti e le istituzioni. La loro arte, sorprendente per l’intatta ricchezza espressiva, ci mostra le radici del nostro immaginario e ci aiuta a comprendere la nostra storia. Il catalogo che accompagna la mostra è in formato “lenzuolo”, tipico dei giornali quotidiani della prima metà del secolo scorso, che ospitavano le strisce e le tavole domenicali in inserti di grande formato.