Sulle rive desolate di un’isola che potrebbe essere Itaca, il naufrago non è Ulisse: è Penelope. Abbandonata e stanca, resiste nell’attesa interminabile del marito. L’attendere, forte ma ossessionato dai dubbi, genera visioni: appaiono, così, altre tre figure, anch’esse come naufraghe in vesti bianche approdate su un’isola dell’inconscio. Sono Circe, Calipso, Nausicaa: le donne che Odisseo ha incontrato nel suo viaggio; sono rimaste affascinate da quello straniero intelligente e inquieto, bramoso di scoperta ma anche desideroso di fare ritorno a casa e lo hanno a loro volta ammaliato, cercando di trattenerlo con arti magiche, seduzioni divine o freschezza di gioventù.

Qual è la reale immortalità: abbandonare il passato e fissarsi in un istante eterno di pace senza memoria, o sfidare ancora il mare, inseguire il proprio sogno sebbene legato a un ricordo ormai lontano? Ogni volta Odisseo ha ripreso il largo: non può accettare una sorte imposta, vuol essere creatore del proprio destino, ripartire nella continua ricerca e cambiamento, per tornare forse infine nella povera patria, ricco della saggezza conquistata durante il percorso.

Le protagoniste di “Viaggio verso Itaca” si muovono su un palco nudo come una spiaggia deserta, fra relitti di rami e barchette di carta (sia pure con qualche ingenuità scenica, come le cassette ortofrutticole nemmeno ridipinte). Alle loro spalle, le proiezioni video mettono in risalto per ciascuna donna un elemento simbolico: la maschera suina per Circe, gli uccellini in gabbia per Calipso, il velo per Nausicaa, la medusa per le sirene. Donne come apparizioni create dalla mente tormentata di Penelope, ma al tempo stesso sono queste stesse donne che sognano di essere Penelope, invidiando l’essere amato da Ulisse.

L’uomo è solo evocato in questa pièce tutta al femminile. Allora, forse, ciò che vediamo in scena non è altro che un ricordo dell’eroe in viaggio: Odisseo che rammenta tutte le donne della propria vita. Il testo, a tratti fumoso, si costruisce dunque su livelli onirici. Più delle danze ansimanti e convulse o delle rotazioni a figurare lancette d’orologio, colpiscono in modo particolare i momenti di recitazione e canto in lingua greca, a restituire un’eco della dolce potenza del lirismo omerico.

TitoloViaggio verso Itaca
AutoreSelene Gandini
RegiaSelene Gandini
InterpretiCaterina Gramaglia, Carlotta Piraino, Alessandra Salamida, Claudia Salvatore
Durata60'
ProduzioneKinesisart, Sycamore T Company
Anno2015
Applausi del pubblicoRipetuti
CompagniaKinesisart
In scenaDal 3 all'8 novembre 2015 al Teatro dell'Orologio - Sala Orfeo - via dei Filippini, 17a - Roma