Ti alzi la notte all’improvviso, sguardo dritto al soffitto. La vita non ti sorride, hai tutto, ma non hai niente. Vai a lavorare, quella stanchezza ti rimane appiccicata tutto il giorno, come l’umidità di un’estate vietnamita. È il primo pomeriggio. Vorresti recuperare il sonno, basterebbe poco per ritrovare le energie, eppure non riesci a rilassarti, troppi pensieri: l’amante, i figli, il traffico, il fallimento del comunismo. Ma la soluzione c’è ed è a portata di mano. Una multisala, ce n’è sempre una vicina. Si sceglie un film magari uno italiano di quelli politicamente corretti, oppure uno di gnomi o anche uno impegnato (possibilmente iraniano).

Si entra in sala, si sceglie una poltrona laterale in modo che si possano stendere le gambe e ci si concentra sul film. I titoli di testa, le musiche, i colori, i pensieri che si mescolano con le immagini…  Tempo massimo dodici minuti e dormi di un sonno profondo, che di solito dura una mezzoretta; trascorsa la quale ti svegli, un po’ intorpidito ma con un altro spirito. Esci dal cinema nell’intervallo per non disturbare gli altri e ti rendi conto che il mondo ti sorride che hai un figlio, una moglie, un’amante, due mutui, sei impegnato in una vita ricca e piena di soddisfazioni.

È il potere catartico del cinema.