Immaginate di avere della musica nelle orecchie. E di ascoltare una melodia fragile che improvvisamente esplode in un susseguirsi di note ben legate tra di loro in un’armonia crescente che, al tempo stesso, vengono suonate in modo da lasciarle ben distinte le une dalle altre. Ciò che viene magistralmente eseguito dal pianista sono le Variazioni Goldberg di Bach. Il pianista è Glenn Gould.

Con un sottofondo musicale di questo tipo vi potreste trovare in una gamma di ambienti diversi e tutto funzionerebbe alla perfezione, perché sareste comunque rapiti dalla bellezza. Secondo la Compagnia Biancofango e la libera interpretazione de “Il soccombente” di T. Bernhard, siamo in una villa nel cuore di Firenze, a una festa di artisti. Ad ascoltare il vociare degli invitati, seduto su di una panchina in fondo, c’è Mastino-Werthaimer: suonatore di pianoforte e compagno di conservatorio di Glenn Gould, il genio indiscusso. L’immagine della festa, degli ospiti presenti e di Werthaimer seduto sulla panchina in fondo, appare all’improvviso, non appena si varca la soglia della sala dove la Compagnia mette in scena questo copione energico e commovente.

“Fragile show” è il titolo scelto e fragili sono i personaggi che si trovano riuniti alla festa organizzata da Werthaimer. La scelta di Biancofango è di riproporre il testo di Bernhard in una variante contemporanea interessante. In sala si respira l’atmosfera radical tipica degli ambienti cui piace definirsi “artistici”: la sigaretta da arrotolarsi da soli, perché quelle comprate costano troppo (anche se tutti potrebbero comprarne a pacchi con i soldi di famiglia); il continuo elogio dell’artista di talento che cela l’invidia di chi, pur avendone la possibilità economica, le movenze e il codice di comportamento giusto, non potrà mai comprare il talento artistico. Non è difficile riconoscere in quest’atmosfera l’aderenza alla realtà. Si intuisce il dramma dei presenti, di Mastino e dei compagni di conservatorio invitati alla festa. Dramma che è vivo, dilania l’anima e si consuma lentamente, passando dall’elogio alla rabbia verso l’amico Glenn, talento e genio indiscusso. Un Andrea Trapani-Werthaimer accompagna lo spettatore lungo un monologo energico e accattivante raccontando i personaggi della festa: accenna all’origine del rapporto con il padre e ben dipinge lo stato d’animo degli amici di Glenn. La scenografia è essenziale ed è alla luce e alla capacità dell’attore che viene lasciato il compito di disegnare gli spazi, caratterizzando almeno quattro personaggi diversi. La musica di Gould poi arriva e accarezza l’anima. Non è certo lo stesso effetto che produce in Werthaimer: anima fragile e tormentata dal desiderio di raggiungere la perfezione, destinata a soccombere di fronte al genio.

Con Fragile Show si conclude la ricerca di Biancofango sul tema dell’inettitudine, iniziato con “In punta di piedi” (2006) e “La spallata” (2007). «Il tentativo di scovare, imparare e sostenere il ritmo di un respiro, il respiro di chi si sente sempre al di qua, di chi non riesce a trovare la propria strada eppure la desidera disperatamente».

TitoloFragile show con debiti e gratitudine a Il soccombente di T. Bernhard
AutoreFrancesca Macrì e Andrea Trapani
RegiaFrancesca Macrì e Andrea Trapani
CostumiIsabella Faggiano
InterpretiAndrea Trapani
Durata60'
GenereMonologo
Light e stage designMirco Maria Coletti
Applausi del pubblicoScroscianti
CompagniaBiancofango
In scenaRoma- Teaatro dell'Orologio -Sala Gassman - dal 20 gen al 1 feb 2015 dal martedi al sabato ore 21.15 - domenica ore 17.45