Il mondo di Ombretta Calco è tutto su quella panchina sospesa. È lì che siede ed è da lì che parte il racconto di un’esistenza appesa, in attesa della felicità. Il testo di Sergio Pierattini è un monologo-dialogo perfettamente cucito addosso a Milvia Marigliano, diretta in una nuvola carica di parole da Peppino Mazzotta.
Ombretta Calco – in scena al Piccolo Eliseo fino al 4 giugno – è un gioiellino di perfezione, la prova (qualora ce ne fosse bisogno) che il teatro è vivo e ha ancora molto da dire. Certo, l’autore Pierattini è una certezza: bravura, asciuttezza, la costruzione di un ingranaggio fatto di parole mai vuote o banali, il particolare che sa di universale. Un’attrice, Milvia Marigliano, che rende carne viva ogni espressione, che coinvolge ed emoziona e che riesce a trascinare con rara semplicità. Un regista, Peppino Mazzotta, che disegna un quadro sospeso grazie alla scena di Roberto Crea (una panchina posizionata a mezz’aria con accanto un albero a fare ombra, anch’esso sospeso ma con radici in bella vista), al disegno luci di Paolo Carbone e ai costumi di Rita Zangari.
Una panchina, dunque, dove tutto inizia e dove tutto si conclude. Una panchina dove riaffiorano ricordi e che è anche un luogo carico di ricordi. È lì infatti che il marito l’ha lasciata all’improvviso; è lì che la madre si è accasciata proprio mentre stava per andare a trovarla. Ombretta è una donna che lotta ogni giorno per raggiungere la propria felicità e quando crede di averla finalmente raggiunta, ecco che il destino le gioca un brutto scherzo. Dopo essere stata abbandonata dal marito, infatti, Ombretta si era trasferita dalla madre, ormai vedova, per prendersi cura di lei. Ora, dopo molti uomini sbagliati, sente di aver trovato un compagno e di voler vivere la propria vita. Decide quindi, non senza qualche complesso di colpa, di convincere la madre a trasferirsi dal fratello, per consentirle di stabilirsi nella loro casa col nuovo amore. Ma proprio quando sta per comunicarle le sue intenzioni, seduta su quella panchina, riceve una telefonata da parte del fratello: la mamma si è sentita male ed è stata portata in ospedale.
Nei dialoghi di Ombretta con il fratello e con gli interlocutori delle storie della sua vita che ricorda nell’attesa di notizie sulla salute della madre c’è un arcobaleno di umanità che la Marigliano restituisce con generosità. L’universalità del racconto di questa piéce si poggia sulla levità di una scrittura che coglie il dettaglio in cui ognuno sa riconoscersi e che fa scoprire un po’ di Ombretta, delle sue paure, desideri, folli idiosincrasie in ogni ognuno di noi.
Titolo | Ombretta Calco |
Autore | Sergio Pierattini |
Regia | Peppino Mazzotta |
Scene | Roberto Crea |
Costumi | Rita Zangari |
Luci | Paolo Carbone |
Interpreti | Milvia Marigliano |
Durata | 55' |
Produzione | Produzione Rossosimona, Officine Vonnegut |
Applausi del pubblico | Fragorosi |
In scena | Al Piccolo Eliseo dal 24 maggio al 4 giugno 2017 |
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