Un uomo e una donna; un comunista ed una capitalista; il figlio di un comunista italiano e la sorella di un presidente americano assassinato. Entrambi schiacciati da un’eredità importante e forse troppo pesante da sopportare.
Si ritrovano in un limbo oscuro, dove devono fare i conti con un passato ed un’identità che all’inizio sono restii a svelare, ma che poco a poco emerge in un mix di dramma e commedia che colpisce e seduce lo spettatore.
Sul palco Margherita Buy e Patrick Rossi Gastaldi in una lettura recitata dei due personaggi: si confrontano, scontrano, confortano vicendevolmente ed alternativamente nel testo di Luigi Lunari “Nel nome del padre”.
Convincente la Buy in un personaggio che ricalca alcuni suoi ruoli cinematografici: è una donna scostante, insicura, sempre sull’orlo di una crisi di nervi che l’attrice rende in maniera non calcata, quindi convincente. Rossi Gastaldi sceglie una lettura quasi distratta, fortemente distaccata e scostante che non convince, creando anzi, nel duetto con la Buy, una sorta di dissonanza straniante. Chiaroscurale.
Titolo | Nel nome del padre |
Autore | Luigi Lunari |
Regia | Patrick Rossi Gastaldi |
Interpreti | Margherita Buy, Patrick Rossi Gastaldi |
Produzione | Antheia |
Anno | 2012 |
Genere | Reading |
Applausi del pubblico | null |
In scena | fino al 26 febbraio Teatro Quirinetta | Roma |
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