«I capolavori non nascono dal nulla. A volte, per scriverli, c’è bisogno di un lungo apprendistato, riempire molti cestini di fogli accartocciati. Ed è quello che è successo a Michael Frayn che, prima di arrivare a scrivere “Rumori fuori scena”, aveva elaborato numerosi testi per il teatro, la radio e la televisione». Così il regista Leo Muscato introduce i tre atti unici del commediografo inglese riuniti nel titolo “Due di Noi”.
Tre capitoli uniti da un unico filo rosso: la coppia in crisi. Nel primo atto “Black e Silver” una coppia sull’orlo di una crisi di nervi alle prese con il pargoletto insonne ed urlante, tenta di recuperare i dolci ricordi di un passato lontano nella stessa camera d’albergo della prima notte di nozze; nel successivo “Mr. Foot” una logorroica moglie conversa, disquisisce, litiga con l’unica parte del corpo del marito che reagisce alle sue sollecitazioni: il piede. Nel conclusivo “Chinamen” marito e moglie si ritrovano a gestire una cena di coppie con un invitato imprevisto: l’ex di uno dei commensali.

«I capolavori non nascono dal nulla. A volte, per scriverli, c’è bisogno di un lungo apprendistato, riempire molti cestini di fogli accartocciati. Ed è quello che è successo a Michael Frayn che, prima di arrivare a scrivere “Rumori fuori scena”, aveva elaborato numerosi testi per il teatro, la radio e la televisione». Così il regista Leo Muscato introduce i tre atti unici del commediografo inglese riuniti nel titolo “Due di Noi”.
Tre capitoli uniti da un unico filo rosso: la coppia in crisi. Nel primo atto “Black e Silver” una coppia sull’orlo di una crisi di nervi alle prese con il pargoletto insonne ed urlante, tenta di recuperare i dolci ricordi di un passato lontano nella stessa camera d’albergo della prima notte di nozze; nel successivo “Mr. Foot” una logorroica moglie conversa, disquisisce, litiga con l’unica parte del corpo del marito che reagisce alle sue sollecitazioni: il piede. Nel conclusivo “Chinamen” marito e moglie si ritrovano a gestire una cena di coppie con un invitato imprevisto: l’ex di uno dei commensali.

Ma la chimica tra interpreti e testi di Frayn non sempre si materializza, vuoi per il background televisivo dei due, che tende ad emergere e mal si sposa con il ritmo teatrale; vuoi perché i testi di Frayn risultano di tanto in quanto imperfetti o acerbi. Dei tre atti “Black e Silver” è il più divertente; “Mr. Foot” il più surreale e meno riuscito; “Chinamen” potenzialmente più roboante – considerando che i sei ruoli sono interpretati dagli attori in un continuo trasformismo degno di Brachetti -, contiene in sé i prodromi più evidenti di “Rumori fuori scena” ed al contempo è l’atto unico che maggiormente sente la carenza di ritmo tra entrate e uscite, appoggiandosi alla reiterazione sin troppo insistita di alcune gag ben riuscite.

Nel complesso uno spettacolo divertente, che nello spettatore più esigente lascia in bocca un aroma leggermente amarognolo.

TitoloDue di noi
AutoreMichael Frayn
RegiaLeo Muscato
SceneAntonio Panzuto
CostumiBarbara Bessi
LuciAlessandro Verazzi
InterpretiLunetta Savino, Emilio Solfrizzi
Durata96'
ProduzioneErriteatro30, LeArt' Teatro
Anno2012
Generecommedia
Applausi del pubblicoRipetuti
In scenafino al 16 febbraio 2014 al Teatro Sala Umberto | Roma