Cibo, musica, archeologia, scienza, scuola, medicina, psichiatria e infine teatro. Il calendario di una giornata all’Expo di Milano? No, la conferenza stampa di Luca Barbareschi per la presentazione del cartellone del Teatro Eliseo. Platea gremita, posti in piedi, il nuovo direttore artistico Barbareschi ha un’irrefrenabile voglia di parlare e di far parlare di sé. Inizia un One man show, una sorta di compendio barbareschiano.

Luca Barbareschi ©Fabio Lovino

Luca Barbareschi ©Fabio Lovino

Emotivamente turbato introduce il «suo» teatro con dovizia di particolari e dettagli, tra novità e cambiamenti. L’idea di rilevarlo alla famiglia Monaci è nata «dietro un naso finto. Ero ospite al “Tale e quale show” e mentre facevo il pirla, ho capito che dovevo fare qualcosa di sensato. Roma ha bisogno di un’eccezionalità forte. Solo a teatro funzionano i neuroni a specchio e ho pensato che l’Eliseo era il teatro giusto per attivarli. È vero c’è la crisi e le sale sono vuote, ma il teatro è una necessità: non vedo alternative che possano motivare la mia vecchiaia. Penso sia l’unica cosa utile per il nostro Paese. Ho investito 4 milioni e mezzo di euro di tasca mia. Il pubblico da settembre torna all’Eliseo com’era alla creazione, interamente ristrutturato».

Dalla ristrutturazione dell’interno del teatro si passa alle novità; ma prima di sapere quale sarà il cartellone della stagione 2015/16, bisogna attendere ancora quasi un’ora. Molti buoni propositi, tra cui un ristorante e un lounge bar, l’orario degli spettacoli anticipato alle 20 «come succede in tutti i teatri internazionali» e la pomeridiana alle 16, davanti al pubblico pagante si esibisce l’orchestra sinfonica e jazz dei giovani musicisti sotto la guida di Alfredo Santoloci, direttore del Conservatorio di Santa Cecilia. E ancora il lunedì «come ho vissuto al Piccolo di Milano» sono previste letture culturali a cura di Alessandro Vaccari; il Policlinico Gemelli dà il suo apporto con incontri scientifici «con la prospettiva di trattare temi di scienza in broadcasting»; Laura Caterina Cherubini Vice Presidente del FAI ha ideato 11 settimane di incontri tra cultura, arte e storia; non manca l’appuntamento con la poesia con Claudio Pozzani, direttore del Festival Internazionale di Poesia. Dulcis in fundo interviene Matteo Villanova, psichiatra dell’Università Roma Tre (e attuale analista di Barbareschi), che parla di catamnesi, lasciando la platea di stucco.

Il piano di Barbareschi è di creare una community: «Voglio che l’Eliseo diventi un punto di incontro dove trascorrere del tempo, magari portando con sé i bambini». Il giornalista Franco di Mare che ha il compito di moderatore e motivatore, parla dell’attore/regista/produttore come di un uomo con la «tipica visione degli spiriti folli… Ha voluto creare un’idea attorno cui coagulare le menti migliori, di ciò che attiene alla parola cultura».

Foto di scena Il grande dittatore

Foto di scena Il grande dittatore

È giunta l’ora del cartellone teatrale. La nuova stagione dell’Eliseo inaugura il 28 settembre proprio con Barbareschi in “Una tigre del Bengala allo zoo di Baghdad” di Rajiv Joseph (il direttore torna poi in scena a Natale con il suo One Man Show); seguono testi italiani quali Luca De Bei con “Tempeste solari”, “Ivanov” di Anton Čechov diretto e interpretato da un entusiasta Filippo Dini e “Grand Guignol all’italiana” di Vittorio Franceschi. Salgono in cattedra per un saluto Ambra Angiolini e Francesco Scianna diretti da Michele Placido in “Tradimenti” di Harold Pinter; la musica di Nicola Piovani (dal 26 al 31 gennaio 2016) e quella di Stefano Bollani (dal 29 marzo al 3 aprile); Gabriele Lavia ripropone i “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello; Massimo Venturiello con Tosca ne “Il grande dittatore” (dal 16 febbraio al 6 marzo 2016) di Charlie Chaplin descrive un Barbareschi spinto da indomita «determinazione, qualità che definisce un artista oggi».

Per il Piccolo Eliseo l’attenzione è in gran parte indirizzata agli autori italiani, ben dieci: «Il teatro deve

La regina Dada - copyright Margherita Cenni

La regina Dada – copyright Margherita Cenni

essere un posto dove fare cultura teatrale e non museale» e alla collaborazione con il Tor Bella Monaca: «I nostri spettacoli andranno prima in scena lì, per far crescere questo teatro periferico ma degno di rispetto». Tra gli altri sono in scena testi di Paolo Sorrentino che inaugura la stagione (dal 7 ottobre al 1 novembre 2015), Claudio Fava (dal 4 al 22 novembre), Gianni Borgna (dal 25 al 29 novembre), Massimo Carlotto  (dal 2 al 13 dicembre), Alessandro Bardani e Luigi Di Capua (dal 16 dicembre al 3 gennaio 2016) e Giovanni Testori (dal 9 al 20 marzo).

Più volte l’Eliseo – e il progetto che gli ruota intorno – è stato paragonato al Centro Georges Pompidou e definito il « Beaubourg italiano». Luca Barbareschi ha persino ricordato di aver inviato una mail a Governatore della Banca d’Italia (che ha sede davanti al teatro Eliseo) Ignazio Visco scrivendogli: «Voi siete la banca dei soldi e noi la banca delle emozioni». A dire il vero tutto dipenderà dal pubblico.

Molta carne al fuoco. Chissà, forse troppa…