Mount Olympus. To glorify the cult of tragedy di Jan Fabre

Il 14 giugno del 1986 andava in scena a Villa Medici il primo spettacolo che avrebbe dato il via al Romaeuropa Festival fondato e presieduto da Monique Veaute, oggi diretto da Fabrizio Grifasi.

Per festeggiare la sua 35esima edizione e in occasione della riapertura dei teatri prevista per il 15 giugno, Romaeuropa sceglie di regalare ai suoi spettatori lo streaming integrale gratuito di un evento unico e irripetibile che ha segnato profondamente la storia del teatro contemporaneo: “Mount Olympus. To glorify the cult of tragedy“, la leggendaria opera monumentale di Jan Fabre della durata di 24 ore, presentata in esclusiva durante il Ref 2015 al Teatro Argentina e premiata nel 2016 con il Premio Ubu come Miglior Spettacolo Straniero presentato in Italia. Qui la recensione di Anna Barenghi.

Collegandosi al sito romaeuropa.net/streaming dalle ore 20 del 14 giugno fino al 15 giugno sarà dunque possibile rivivere quell’esperienza straordinaria, diventata ormai leggenda, grazie alle riprese video integrali realizzate da Jan Fabre – Troubleyn e prodotte da La compagnie des Indes: una fusione totale tra le arti portata in scena da 27 instancabili interpreti tra musicisti, danzatori e attori davanti a un pubblico altrettanto instancabile. Con “Mount Olympus” Fabre raggiunge un obiettivo ambizioso: un’immensa memoria in forma teatrale che ricompone la letteratura tragica e il senso del tragico della Grecia Antica. I testi sono collezionati dai classici e riscritti e miscelati da Jeroen Olyslaegers in un flusso in cui, via via, si infiltrano nuove storie. Il tutto è funzionale a creare una macchina scenica demoniaca, notturna e diurna, che apre un varco tra la materia antica e la modernità, come nello stile di Fabre.

Un’ode all’immaginazione che affonda le sue radici in un mondo mitico dominato dalla penombra per dipanarsi poi nel tempo: satiri e ninfe incontrano gli uomini e gli dei dell’età barocca, tra il germogliare del pensiero e l’incendio delle passioni. Se la nostra cultura ha le sue radici nell’Antica Grecia, nei suoi miti, nella sua filosofia, nei suoi sogni, in “Mount Olympus”s’incrociano i destini di eroi ed eroine delle guerra di Troia, insieme a Medea, Antigone, Prometeo, Edipo ed Electra, prima che fossero intercettati dalla psicoanalisi. Deliberatamente è ricomposta l’unità aristotelica di tempo e luogo: secondo il filosofo greco, le storie narrate nelle tragedie dovevano articolarsi in un unico posto, dall’alba al tramonto. Fabre ne reinterpreta il pensiero, invitando lo spettatore a immergersi per 24 ore in un solo luogo: un universo teatrale incandescente.

Mount Olympus. To glorify the cult of tragedy di Jan Fabre

L’iniziativa si inserisce nelle attività online proposte dalla Fondazione Romaeuropa a partire dal 18 marzo, un percorso teso all’esplorazione e valorizzazione dell’Archivio della Fondazione e della storia del Romaeuropa Festival attraverso frammenti video e interviste ai suoi maggiori protagonisti come William Kentridge, Robert Lepage, Akram Khan, Sasha Waltz, Tony Allen & Jeff Mills, Alessandro Baricco, Sidi Larbi Cherkaoui, Russel Maliphant, Pippo Delbono, Aurelien Bory, Enzo Cosimi, Ascanio Celestini, Compagnie Maguy Marin, Robert Henke, Dada Masilo e tanti ancora. Il Ref 2020, previsto dal 23 settembre al 22 novembre, sta lavorando alla ridefinizione del suo calendario e dei suoi spettacoli alla luce delle nuove direttive DPCM e annuncerà a luglio tutte le novità del suo programma.