And The Colored Girls Say: Doo Da Doo Da Doo

And the colored girls say: doo da doo da doo da doo” (parole tratte da “Walking on the wild side” di Lou Reed) è un concerto, insieme un balletto e persino un’indagine sociale che indaga sulla marginalità. Indaga quel mondo al femminile che non è mai stato messo al centro della scena: quello delle coriste, dei cori delle cantanti background di una canzone della musica Soul e Motown. E lo fa con ironia, divertimento e professionalità. Al centro della scena (che a tratti richiama un ring) c’è un piccolo, piccolissimo Elvis Presley. In fondo a destra tre coriste entrano e iniziano a cantare con suoni che rimandano ad una canzone intuibile, danzando in una partitura ritmica e canora in cui le tipiche mosse che il loro ruolo richiede, poche e circoscritte, si assemblano e ripetono.

Tre soggetti si muovono costantemente in questo limite buio scomparendo e mimetizzandosi con lo sfondo grazie ai loro abiti di glitter nero su sfondo nero, brillanti di luce non propria ma riflessa. A livello spaziale, il movimento è costantemente costretto alla ricerca del margine e del contorno. Tra spostamenti con il microfono e l’asta, ritmo e passetti cadenzati che si ampliano sempre più le tre coriste si muovono, cambiano i loro spazi di azione fino ad arrivare all’estremizzazione, quasi alla pazzia dei movimenti. Prendono in mano il concerto/spettacolo, a scapito del piccolo Presley che sebbene sia al centro della scena ne resta sempre e comunque al margine.

And The Colored Girls Say: Doo Da Doo Da Doo – ph Di Savino

Così precisano le note di regia: «And The Colored Girls Say: Doo Da Doo Da Doo Da Doo è un’indagine coreografica sul margine scenico come metafora del margine sociale. Ispirandosi alle riflessioni della saggista militante bell hooks e mettendo in scena l’anonimato delle coriste background nella cultura pop musicale americana, si delinea come un chiaroscuro di corpi e di voci all’ombra della ribalta. È un concerto di voci non in capitolo, di seconde voci, comparse e sfondi. È uno show senza la star, è quello che sta attorno all’oggetto messo a fuoco in un’immagine, è il bianco attorno alle parole scritte. È tutto quello che sta oltre una linea di margine e a cui non è dato entrare nella luminosa zona delle luci della ribalta». Ironia, gioco, sintonia e coinvolgimento si alternano anche nello spettatore, a cui alla fine della coreografia/cantata non resta che domandarsi: “Già finito?!”.

TitoloAnd the colored girls say: doo da doo da doo da doo
AutoreElisabetta Consonni
RegiaElisabetta Consonni
CostumiIndetail (Lucia Sandrini)
CoreografieElisabetta Consonni
Luci Irene Innocenti- Maria Virzì
Aiuto regiaassistente alla coreografia Francesco Dalmasso
InterpretiDaniele Pennati, Masako Matsushita, Elisabetta Consonni, Susanna Iheme
ProduzioneTeatro Grande di Brescia, Aiep-Ariella Vidach
CoproduzioneCol sostegno di: Zona K, Ilinx, theWorkRoom-Fattoria Vittadini
Anno2016 come solo e 2017 come trio
Genereballetto
Applausi del pubblicoRipetuti
DanzatoriDaniele Pennati, Masako Matsushita, Elisabetta Consonni, Susanna Iheme
In scena26 agosto, ore 21.30, Sala della Repubblica segue Incontro con l'Artista / Explorer