La locandina

La XXII edizione del Festival internazionale del cinema e delle arti “I mille occhi” si terrà dal 25 al 30 settembre, in presenza al Teatro Miela di Trieste dal 25 al 28, online e su Fuori Orario rispettivamente il 29 e il 30. Giovedì 7 settembre ci sarà invece un’anteprima del festival al Giardino del Cinema (Giardino Muzio De Tommasini), con la proiezione di Pasolini cronologia di un delitto politico di Paolo Angelini. Il film, che verrà distribuito nelle sale il prossimo 2 novembre da Cineteca di Bologna, chiude il progetto Pasolini, di cui fanno parte anche le masterclass con Roberto Chiesi, Giuseppe Genna, Marco Martinelli e Stefania Rimini, tutte incentrate sul poeta e regista e distribuite sui canali del festival dal prossimo 10 settembre.

Fondato da Sergio M. Grmek Germani e organizzato da Associazione Anno Uno con la direzione artistica di Giulio Sangiorgio e Olaf Möller, il festival, faro di cinefilia resistente, torna con un programma che parte dal territorio per aprirsi ai grandi personaggi del cinema europeo, a cominciare da Giorgio PressburgerAutore di libri, film, pièces, opere, operette, regista radiofonico e intellettuale tra i più significativi a livello europeo nonché animatore culturale – sua l’idea, poche settimane dopo la caduta del muro di Berlino, del Mittelfest, un festival di danza, musica e teatro paneuropeo, tutt’ora attivo a Cividale del Friuli – Giorgio Pressburger sarà protagonista di un omaggio trasversale che oltre a una mostra comprendente pannelli dall’esposizione “Tornare. La Mitteleuropa di Giorgio Pressburger”, allestita proprio all’interno dell’ultimo Mittelfest e ripensata per l’occasione, prevede la proiezione di alcuni suoi lungometraggi da regista e, in anteprima mondiale, del documentario Il sussurro della grande voce di Mauro Caputo. Una vita, non solo lavorativa, trascorsa a metà tra l’Ungheria, che Giorgio Pressburger lascia a 19 anni per sfuggire alle persecuzioni naziste ma dove tornerà da adulto per ricoprire ruoli di rilievo nelle istituzioni culturali, e Trieste, “città letteraria sotto la bruma dei ricordi”, che sceglie come casa a partire dal 1975 e dove ha lasciato i segni più visibili del suo impegno.

Sarà invece assegnato a Louis Skorecki, l’ultimo grande esponente della critica cinematografica francese, il Premio Anno Uno, a cui si aggiungerà la retrospettiva dal titolo “Les cinéphiles”. Diventato anche regista, nella seconda metà del ‘900, Skorecki ha indagato e rivelato tutta la forza, la bellezza e la profondità del cinema: dopo aver fondato con Serge Daney la rivista di soli due numeri “Visages du cinéma”, ha scritto negli anni ’60 per “Présence du cinéma” e “Cahiers du cinéma”, per diventare nei decenni successivi il critico di culto del quotidiano “Libération”, unendo l’amore per il grande cinema americano con la scoperta del più intimo cinema d’autore europeo. Oltre alla sua saga sulla cinefilia di cui fanno parte i tre capitoli di Les cinéphiles (1989-2006), il prologo Contre la nouvelle cinéphilie (1984) e l’episodio finale Le retour des cinéphiles (2007), saranno proiettate tre opere di autori americani da lui molto amati, tra cui Jacques Tourneur, che faranno parte, assieme alla conversazione inedita col regista, anche dello speciale di Fuori Orario in onda il 30 settembre.

Dopo che l’edizione 2022 era nata nel segno e nel volto di Dino Buzzati, per ricordarlo a 50 anni dalla morte, il 2023 è l’anno del centenario della nascita di un altro gigante della letteratura italiana: Italo Calvino. Sia come autore dei testi di partenza che come sceneggiatore o soggettista di storie originali, la sua vita letteraria è stata costellata di intermittenze cinematografiche come Il cavaliere inesistente di Pino Zac, L’avventura di un fotografo di Citto Maselli, Avventura di un lettore di Carlo di Carlo e l’episodio Renzo e Luciana di Monicelli contenuto in Boccaccio ’70, oltre alle opere dedicate alla sua vita: per celebrare l’anniversario “I mille occhi” ne proporrà una selezione. 

Un altro centenario, questa volta della nascita del 16mm – supporto molto rilevante anche ai fini della conservazione delle opere – permetterà di affrontare il cinema in ottica artigianale e laboratoriale. Sarà infatti aperta la prima edizione del workshop sul 16mm condotto dal collettivo Làbbash che impegnerà, per due giorni, 10 studenti, selezionati attraverso un bando, a cui farà seguito un blocco di proiezioni di vere rarità tra cui The Film That Was Lost, corto documentario della MGM sulla nascita delle cineteche, la versione francese, l’unica esistente, di Piombi di Venezia di Vittorio Cottafavi, uno dei primi critofilm cinefili italiani, Michelangelo Antonioni. Storia di un autore di Gianfranco Mingozzi, oltre ai film realizzati dai partecipanti all’interno del workshop.

Questa edizione vedrà anche la chiusura del lungo omaggio a Nora Gregor aperto a dicembre 2022 e proseguito a giugno con la proiezione di La règle du jeu al Kinemax di Gorizia, in collaborazione con Kinoatelje, mentre al Miela di Trieste saranno mostrate alcune interpretazioni dell’attrice nel suo viaggio all’interno del cinema nordamericano e sudamericano.

Il 29 settembre la cinefilia sarà ancora protagonista, sui canali social del festival, grazie a un nuovo format – “Le cinéphiles”, in onore a Skorecki – dove grandi nomi della critica si incontreranno/scontreranno all’interno di video-dialoghi sui temi fondanti della disciplina per capirne l’evoluzione, le possibili nuove strade e interrogarsi sul suo presunto, e più volte invocato, trapasso. Dopo la locandina dello scorso anno disegnata da Sergio Ponchione, sarà un altro celebre illustratore a firmare il manifesto di quest’anno: Alessandro Baronciani, con una locandina del festival ispirata a Illibatezza di Roberto Rossellini e dedicata a uno dei temi di questa edizione, la cinefilia.