La ragazza della palude

La locandina

Dal romanzo best-seller di Delia Owens nasce un film meno coinvolgente. Per forza di cose le pagine di un libro lasciano crescere e alimentare l’immaginazione. Un film, se non ha tutto ben calibrato e dosato, può lasciar intendere la verità anche non volendo. “La ragazza della palude” (Where the Crawdads Sing) racconta la storia e la vita di Kya (Daisy Edgar-Jones), una bambina abbandonata che è cresciuta fino all’età adulta nelle misteriose e insidiose paludi della Carolina del Nord.

Per anni, le voci sulla “ragazza della palude” l’hanno perseguitata in tutto il villaggio di Barkley Cove, isolandola e nel contempo rendendola sempre più indipendente e selvaggia Kya dalla comunità. Attratta da due giovani della città, due opposti di carattere e di colori, Kya lentamente si apre a un mondo nuovo e sorprendente; ma quando uno di loro viene trovato morto, sarà da subito indicata quale principale sospettata. E alla vicenda si mischia il giallo all’educazione sentimentale.

La ragazza della palude

Tra panorami bellissimi e tramonti indimenticabili il film scorre, lungo e inesorabile. Scene e costumi fanno pensare ad un catalogo anni Cinquanta in stile Holly Hobbie più che all’invecchiamento necessario per un film in costume. In Daisy Edgar-Jones, sebbene debba tenere sulle spalle gran parte della vicenda, non spicca mai la potenza interpretativa che si era vista nel personaggio di Marianne nella miniserie televisiva “Normal People”. Peccato, chissà se chi ha amato il libro il film piacerà.