La Biennale di Venezia – Danza Musica Teatro 2023

70 novità, tra prime assolute, europee, italiane; 41 produzioni e coproduzioni, di cui molte commissionate; 48 giorni di programmazione per i Festival di Teatro (15 giugno > 1 luglio), Danza (13 > 29 luglio), Musica (16 > 29 ottobre), che si estendono fino a 3 mesi di attività con le residenze dei giovani artisti di Biennale College. Si tratta di un intenso intervento della Biennale di Venezia nella produzione, la promozione e la documentazione della nuova creatività delle arti dal vivo, che vede quest’anno le nuove opere prodotte per e con la Biennale raggiungere la metà dell’intero programma.

«La Biennale – afferma il Presidente Roberto Cicutto – ha deciso da quest’anno di aumentare le risorse e il sostegno destinati ai Settori Danza Musica e Teatro e ai rispettivi Festival Internazionali. Questi Festival non sono mai stati concepiti come rassegne per mostrare il meglio delle produzioni nei campi di competenza dei tre direttori artistici, ma come lo sviluppo di un progetto che arricchisca conoscenza e sperimentazione in coerenza con un mandato quadriennale. Le maggiori risorse consentiranno anche al pubblico di poter più agevolmente assistere agli spettacoli che avranno un maggior numero di repliche, masterclass, installazioni e attività interdisciplinari. Soprattutto consentono alla Biennale di affidare commissioni, produrre o coprodurre nuovi spettacoli, colmando in parte (soprattutto nel Settore Musica) una falla nell’impegno pubblico rispetto a quanto si fa in altri Paesi. Il lavoro dei direttori artistici Wayne McGregor per la Danza, Lucia Ronchetti per la Musica, Stefano Ricci e Gianni Forte per il Teatro ha dimostrato nei primi tre anni del loro mandato le infinite possibilità nel tessere un filo ininterrotto fra maestri del passato, artisti contemporanei e professionisti del prossimo futuro. In questo modo si dà concretezza a quanto spesso si afferma ma difficilmente si realizza: far crescere donne e uomini all’inizio delle loro carriere, alimentandoli della lezione di chi li ha preceduti con spirito innovatore e di ricerca». 

Sono oltre 450 gli artisti coinvolti, da 30 Paesi diversi, per i tre Festival di Danza, Musica e Teatro della Biennale di Venezia.

Il Teatro vedrà in scena, tra gli altri, Armando Punzo, Leone d’oro alla carriera, con lo straordinario gruppo di attori-detenuti della Compagnia della Fortezza; Romeo Castellucci, che con le sue performance simboliche e visionarie attraversa generi, pubblici e continenti; due delle compagnie che maggiormente incarnano le tendenze degli ultimi anni, la catalana El Conde de Torrefiel e la fiamminga FC Bergman, destinataria del Leone d’argento. E ancora: le nuove voci di Boris Nikitin, attore, autore oltre che regista di ascendenze ucraino-franco-ebraiche, e di Bashar Murkus con il Khashabi Ensemble, teatro palestinese indipendente creato all’interno dello Stato di Israele, ad Haifa.

Spiccano per la Danza, fra i tanti appuntamenti in programma, un omaggio a Simone Forti, Leone d’oro alla carriera, con un’ampia mostra retrospettiva del suo lavoro di “artista del movimento” proveniente dal Museum of Contemporary Arts di Los Angeles; un trittico di coreografie che hanno la forza ipnotica della danza pura di Tao Dance Theater, Leone d’argento; Sidi-Larbi Cherkaoui, Javier De Frutos, Michaela Taylor, Alexis Fernandez, quattro coreografi per l’ensemble fondato dal super divo del balletto internazionale Carlos Acosta; la prima mondiale di Pontus Lidberg, coreografo, filmmaker e danzatore svedese che ha conquistato le compagnie più blasonate – dal New York City Ballet al balletto dell’Opéra di Parigi. E inoltre, le figure di Oona Doherty, Andrea Peña, Luna Cenere, giovani coreografe che si sono imposte recentemente all’attenzione di pubblico e critica.

La Musica mette sotto i riflettori l’elettronica digitale a partire dal pioniere Morton Subotnick, passando per Brian Eno, Leone d’oro alla carriera, e l’eretico John Zorn, per arrivare al leggendario duo noto col criptico nome di Autechre, che ha portato la club culture ai confini con la musica d’avanguardia. Fra i tanti artisti invitati ci saranno: il musicista e performer Robert Henke, che rimette in circolo la tecnologia vintage dei pc Commodore; Brigitta Muntendorf che lancia la musica nello spazio con Orbit, voci di donne clonate dall’intelligenza artificiale e audio 3D, sottotitolo A War Series, ovvero le guerre che nei millenni si sono combattute contro il corpo femminile. Tante, inoltre, le figure dell’elettronica live più sperimentale, come Lamin Fofana, Jjjjjerome Ellis, Jace Clayton aka Dj Rupture, Steve Goodman aka Kode9, Loraine James, Aya, Emme, S280F, Soft Break, Yen Tech, Snufkin.

Biennale Teatro

I colori del Teatro. Dopo Blue e dopo Rot, ecco Emerald. Il progetto quadriennale dei direttori Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte) per il 51. Festival Internazionale del Teatro (15 giugno > 1 luglio) si tinge di verde, evocando la città dei prodigi del paese di Oz, Emerald City e invitando il pubblico a un viaggio nello stupore. «Questa nuova edizione del Festival, piattaforma di una resistenza politica e poetica, continuerà a difendere l’idea che il Teatro, l’Arte e la Cultura debbano salvaguardare la loro missione di servizio pubblico; sarà un laboratorio ipnotico e vibrante di creazione scenica, riferimento essenziale come avamposto di utopie eroiche e meraviglie rivoluzionarie, e si drappeggerà in verde emerald, il cui orizzonte simbolico starà ad indicare il momento di un cambiamento profondo, di una trasformazione, di un passaggio ad una nuova fase della vita: la rigenerazione dopo l’inverno, la rivitalizzazione, la resurrezione, la rinascita e la libertà dell’essere umano. Celebreremo così un risveglio di primavera anche per il Teatro, investito ora più che mai a stimolare la fantasia, l’immaginario dello spettatore» (ricci/forte).

Il 51. Festival Internazionale del Teatro prosegue nella scelta di coltivare i processi creativi, non limitandosi a selezionarne solo gli esiti, assicurando continuità e prospettive a progetti anche pluriennali di registi, autori, performer. Progetti nati attraverso Biennale College e articolati in studi, laboratori, fasi di preparazione complesse e di sedimentazione fino a giungere a maturazione completa nella loro versione scenica per il palcoscenico della Biennale. Così Giacomo Garaffoni con Federica Rosellini e Tolja Djokovic insieme a Fabiana Iacozzilli, autori e registe della nuova generazione, dalla mise en lecture dello scorso anno approdano ora alla realizzazione scenica rispettivamente di Veronica e di En Abyme. Gaetano Palermo elaborerà nel corso della stagione Swan, performance pensata per gli spazi all’aperto di Venezia, liberamente ispirandosi alla celebre Morte del cigno, mentre Morana Novosel, regista e performer croata, lavorerà a un’altra performance site specific, Fluid Horizons, prendendo le mosse dal pessimismo ambientale del Dark Mountain Manifesto. Valerio Leoni, regista, attore e drammaturgo romano, sta sviluppando dallo scorso anno il progetto intitolato Cuspidi, di cui firma testo e messinscena. L’attrice e drammaturga Carolina Balucani vedrà la mise en lecture del suo nuovo testo Addormentate ad opera di Fabrizio Arcuri, al pari di Stefano Fortin, autore di Cenere, la cui mise en lecture sarà curata da Giorgina Pi.

Accanto alla creatività delle nuove generazioni, che registra i mutamenti in atto, il Festival scopre artisti, registi e compagnie, ancora poco frequentati, che sfidano le nostre abitudini percettive: come Mattias Andersson, passato dal dinamico Backa Teater alla testa dello storico Teatro Reale di Stoccolma, autore e regista, vincitore del Premio Ibsen nel 2007; o come Boris Nikitin, attore, autore oltre che regista di base a Berna ma di ascendenze ucraino-franco-ebraiche; o ancora come Bashar Murkus e il Khashabi Ensemble, un teatro palestinese indipendente creato all’interno dello Stato di Israele, ad Haifa; e anche come l’artista e fotografa Noémie Goudal in connubio con la regista Maëlle Poésy. E poi compagnie che incarnano le tendenze di questi ultimi anni, che hanno accelerato la dissoluzione di tutte le convenzioni, attraversando i confini e le aree di contiguità delle forme dello spettacolo e offrendo uno sguardo penetrante sul nostro vivere quotidiano: da El Conde de Torrefiel a FC Bergman, premiati con il Leone d’argento. A loro si affiancano nomi consolidati come quelli di Romeo Castellucci, che attraversa generi e pubblici con le sue performance simboliche e visionarie; del pluripremiato Tiago Rodrigues, da quest’anno direttore del Festival di Avignone, che scuote gli spettatori confrontandoli con dilemmi etici; e di Armando Punzo, Leone d’oro alla carriera, regista radicale, che pone l’azzeramento del teatro come condizione per ritrovarne il senso oltre il mestiere, dando una forza e un’evidenza fisica sconosciute ai suoi spettacoli, da quando nel 1987 inizia a lavorare con il gruppo di detenuti-attori nel carcere di Volterra.

Il programma si completa con il ciclo di masterclass, dove le esperienze possano essere trasmesse e confrontate e il processo creativo possa trovare strumenti e tempi diversi. Attori, performer, danzatori, drammaturghi, cantanti, video artisti, registi, giornalisti, scrittori, studiosi avranno come Maestri Armando Punzo, Andrea Porcheddu, Monica Capuani e Francesco Morosi, FC Bergman, Davide Carnevali, Francesco Micheli con Ron Howell e Davinia Rodriguez, Angélica Liddell, Romeo Castellucci.

Biennale Danza

La chimica della danza. Altered States, titolo del 17. Festival Internazionale di Danza Contemporanea (13 > 29 luglio), è il terzo capitolo con cui il direttore Wayne McGregor continua a sondare questa disciplina mobile, in dialogo con le tecno-culture e il pensiero scientifico più avanzato, ma anche in relazione percettiva con lo spettatore. «Gli artisti e i lavori selezionati per la Biennale Danza 2023 – spiega il coreografo britannico – sono alchimisti del movimento. Il loro lavoro è guidato da un’insaziabile curiosità di esplorare e sperimentare sia nel processo creativo che nella performance; attraverso l’improvvisazione, l’installazione soma-sensoriale, il minimalismo radicale o con sorprendenti allontanamenti da forme e contesti consueti. Fondamentalmente, sfidano le ortodossie tradizionali della danza e, così facendo, ci portano a fare l’esperienza del nostro corpo rinnovato, connettendo i nostri modelli esterni del mondo con le meno conosciute mappe interne – alterando i nostri stati di conoscenza ed esperienza».

Artista capofila della complessità del pensiero artistico e performativo è Simone Forti, Leone d’oro alla carriera del Festival, “un’artista – nelle parole di McGregor – che ha continuamente riformulato il dialogo tra le arti visive e la danza contemporanea”. All’artista del movimento italo-americana sarà dedicata la mostra retrospettiva che a partire dagli anni ‘60 abbraccia tutta la sua arte – disegni, ologrammi, video, fotografie, quaderni, poesie, performance. Appena conclusa il 2 aprile al Museum of Contemporary Arts di Los Angeles, la mostra verrà allestita in collaborazione con lo stesso MOCA a Venezia per la Biennale Danza. Il 17. Festival Internazionale di Danza Contemporanea prosegue il programma pluriennale di commissioni di nuova danza destinate a giovani artisti e compagnie italiane e straniere, di mentoring e formazione, ospitalità, produzioni e coproduzioni internazionali, componendo un panorama di tutte novità che contribuiscono alla crescita di un pensiero della danza.

Così l’inaugurazione del Festival è affidata a due giovani artiste: Oona Doherty, solo due anni fa Leone d’argento e oggi al centro dell’interesse di tanti festival, teatri e istituzioni d’Europa coproduttori con la Biennale di Navy Blue; e Andrea Peña, colombiana di stanza a Montréal, vincitrice del bando internazionale per una nuova coreografia, Bogota, insieme alla compagnia multidisciplinare Andrea Peña & Artists. A fianco a loro, Luna Cenere, classe 1987, che ha sviluppato un’idea del corpo come paesaggio, elemento di complesse composizioni architettoniche nello spazio, vincitrice del secondo bando per una nuova coreografia destinata ad artisti italiani con il progetto Vanishing Place. I 16 giovani danzatori e i 2 coreografi di Biennale College Danza 2023 saranno in residenza a Venezia per tre mesi intensivi di studio ed esperienza sul campo che si concluderanno sul palcoscenico del Festival con un programma articolato fra repertorio e nuove creazioni. Da una parte l’importanza della trasmissione tra maestro e allievo e dall’altra la sollecitazione del talento inventivo contemporaneo, fornendo non solo il supporto produttivo, ma anche strumenti, modi e tempi per la realizzazione. Duo di William Forsythe, lavoro del 1997 che seziona e riscrive i principi del pas de deux, un must del repertorio contemporaneo, sarà riallestito da Riley Watts e Brigel Gjoka, ex danzatori forsythiani che ne avevano già fatto una versione nel 2015, ed esteso a tutta la compagine dei danzatori di Biennale College. Dance Constructions, la storica serie di performance di Simone Forti, sintesi perfetta di quella ricerca sul movimento che fin dagli esordi caratterizza la pratica dell’artista italo-americana, verrà ricostruita per e con i danzatori di Biennale College sotto la guida di Sarah Vox Swenson. Le performance, replicate più volte al giorno, saranno parte integrante della mostra retrospettiva intitolata a Simone Forti. A Xie Xin, considerata figura chiave della coreografia contemporanea, espressione di una danza fluida e impalpabile, sarà affidato un nuovo lavoro con i partecipanti al College. Infine, i danzatori condivideranno e realizzeranno le due nuove creazioni originali ideate dai coreografi selezionati del College. A Pontus Lidberg, coreografo, filmmaker, danzatore radicato nel vocabolario classico che ha saputo rimettere in circolo proiettandolo verso il futuro, già luminoso interprete di lavori di tanti grandi – da Jiří Kylián a Ohad Naharine – poi coreografo per le maggiori compagnie di qua e di là dell’oceano – dal New York City Ballet all’Opéra di Parigi – è commissionata la prima assoluta di On the nature of Rabbits.

Il Festival presenta, inoltre, tanti volti della coreografia mondiale, alcuni notissimi, altri in esclusiva per la Biennale, altri ancora da scoprire sulle scene europee. E’ per la prima volta in Italia la compagnia cubana del super divo del balletto internazionale Carlos Acosta, l’omonima Acosta Danza, che sotto il titolo Ajiaco, impagina coreografie di Sidi-Larbi Cherkaoui, Javier De Frutos, Michaela Taylor, Alexis Fernandez. Prima volta in Italia anche per Botis Seva e la sua giovanissima compagnia Far from the Norm, campione di una danza che affonda le radici nella cultura hip hop, pulsante e carica di contenuti potenti. Altra novità per l’Italia, la coreografa australiana Lucy Guerin, che dalla formazione post modern a New York sviluppa un proprio approccio concettuale alla coreografia. Saranno inoltre a Venezia, il coreografo franco-algerino Rachid Ouramdane, figura prominente della danza francese, oggi alla testa di uno dei più importanti teatri, il Théâtre de Chaillot di Parigi. E Michael Keegan-Dolan, pluripremiato regista e coreografo irlandese, autore di lavori eccentrici che mettono in cortocircuito danza, musica e teatro. Infine, la compagnia di Pechino destinataria del Leone d’argento, Tao Dance Theater di Tao Ye e Duan Ni, che “hanno creato un genere di danza unica e in evoluzione che cattura con la sua forza ipnotica e minimalista” (McGregor). A Day of Films featuring our Artists è una giornata di proiezioni video-cinematografiche non stop che continua sullo schermo il racconto degli artisti invitati al Festival, ma include anche lavori sperimentali, anteprime e prime europee. Incontri e laboratori con gli artisti presenti al Festival completano il programma.

Biennale Musica

In scena a Venezia dal 16 al 29 ottobre, il 67. Festival Internazionale di Musica Contemporanea Micro-Music secondo il Direttore Lucia Ronchetti «è dedicato al suono digitale, alla sua produzione e alla sua diffusione nello spazio acustico, attraverso tecnologie avanzate e ricerche sperimentali. Il Festival presenta un ampio spettro di tendenze stilistiche e ricerche creative innovative della scena musicale internazionale, secondo forme installative, performative e online, con molte prime assolute commissionate dalla Biennale Musica e coproduzioni con i più importanti festival internazionali». Il Festival si articola in sei sezioni: Sound Microscopies; Sound Installations/Sound Exhibitions; Stylus Phantasticus-The Sound Diffused by Venetian Organs; Club Micro-Music; Digital Sound Horizons; Sound Studies.

Sound Microscopies presenta «prime esecuzioni assolute di lavori legati alla complessità e alla diffusione del suono nello spazio acustico commissionate dalla Biennale Musica a Brian Eno (Leone d’oro alla carriera), Miller Puckette (Leone d’argento), Francesca Verunelli, Joanna Bailie e Marcus Schmickler, accanto alle prime italiane di As I Live And Breathe di Morton Subotnick, la prima italiana della ricostruzione di GLIA della leggendaria pioniera della musica elettronica Maryanne Amacher, in collaborazione con il festival CTM di Berlino, il celebrato lavoro di archeologia sonora informatica di Robert Henke, Commodore cbm 8032 e una nuova produzione del ciclo Professor Bad Trip di Fausto Romitelli».

Brian Eno sarà sul palco del Teatro La Fenice con il nuovo progetto Ships, insieme alla Baltic Sea Philharmonic diretta da Kristjan Järvi, l’attore Peter Serafinowicz, il collaboratore storico e chitarrista Leo Abrahams, il tastierista Peter Chilvers, in interazione con le atmosfere orchestrali diffuse ed elaborate per lo spazio acustico del teatro. Sound Installations/Sound Exhibitions raccoglie “lavori sonori installativi con diverse articolazioni e modalità performative, pensati per spazi specifici della città di Venezia, commissionati dalla Biennale a diversi artisti di diverse generazioni e tendenze compositive”. Andrea Liberovici e Paolo Zavagna presentano Sound Of Venice Number Two, nuovo progetto di soundwalk; Anthea Caddy e Marcin Pietruszewski presentano Love numbers, una nuova installazione sonora per altoparlanti parabolici; Tania Cortés, compositrice e performer ecuadoregna già selezionata per Biennale College 2022, ha ideato 1195; Alberto Anhaus e Louis Braddock Clarke, entrami selezionati per Biennale College Musica 2023 presentano rispettivamente Colonization – Sea Invasion  e Weather Gardens”.

Club Micro-Music offre uno spaccato sui «diversi aspetti e tendenze stilistiche della performance di elettronica live, con concerti concepiti per gli spazi del Teatro alle Tese, con pubblico in piedi o seduto che può accedere agli eventi in diversi momenti. Performance di elettronica sperimentale saranno affidate ad artisti, sound designer, dj e producer attivi sulla scena mondiale, riconosciuti dal grande pubblico come Lamin Fofana, Jjjjjerome Ellis, Jace Clayton aka Dj Rupture, Steve Goodman aka Kode9, Loraine James, Aya, Emme, S280F, Soft Break, Yen Tech, Snufkin, i riconosciuti compositori di soundtracks Nicolas Becker e Robert Aiki Aubrey Lowe, il giovane performer e attivista congolese David Shongo (selezionato per Biennale College) e il mitico collettivo inglese degli Autechre. L’insieme di questi artisti restituisce un panorama estremamente variegato che intende esplorare le forme e le espressioni della ricerca sulla produzione e diffusione del suono elettronico live». Alcuni importanti eventi sono realizzati in collaborazione con Rai Radio 3 (Battiti), Sonic Acts, Nero.

Stylus Phantasticus, il suono diffuso dagli organi veneziani propone quattro organisti – Wolfgang Mitterer, John Zorn, Andrea Marcon e Luca Scandali – che si esibiranno nelle Chiese di San Salvador e San Trovaso e nella Sala dei concerti del Conservatorio Benedetto Marcello. “I programmi dei quattro concerti sono ispirati al repertorio cinquecentesco della Scuola di San Marco e alla definizione di stylus phantasticus, coniata da Johann Mattheson per descrivere la complessità della scrittura polifonica organistica. L’organo quale generatore di flussi sonori, armonie complesse e continuum polifonici sarà il punto di contatto tra la sperimentazione compositiva dei lavori per organo di Claudio Merulo, Andrea Gabrieli, Giovanni Gabrieli e Girolamo Frescobaldi, pubblicati a Venezia e la sperimentazione contemporanea di Wolfgang Mitterer e John Zorn, compositori e performer che suonano l’organo quale mezzo di speculazione compositiva, esasperando le infinite possibilità polifoniche e coloristiche dello strumento”.

Nella sezione Digital Sound Horizons “vengono presentati progetti in forma installativa, progetti compositivi online ed eventi in forma di concerto che impiegano nuove tecnologie legate al suono digitale, evidenziando gli orizzonti compositivi delle nuove generazioni di compositori e ricercatori attivi in tutto il mondo. Attraverso le commissioni ai giovanissimi compositori e ricercatori di Biennale College Jaehoon Choi, Lydia Krifka Dobes, Fabio Machiavelli, Estelle Schorpp, Severin Dornier, Leonie Strecker e Alexis Weaver, oltre al nuovo progetto della esploratrice di nuove forme sonore digitali Brigitta Muntendorf e il progetto del collettivo formato da Guy Ben-Ary e Nathan Thompson, basato su una innovativa produzione del festival Ars Electronica, la Biennale Musica vuole realizzare una mappatura dei  territori che legano musica e tecnologia, per delineare i nuovi orizzonti compositivi del nostro tempo.

Tavole rotonde, incontri teorici e conferenze dei protagonisti del Festival con ospiti internazionali costituiscono la sezione dei Sound Studies e creeranno “un laboratorio continuo di riflessione sul suono digitale, discutendo il presente e il futuro della digitalizzazione e la nuova creatività legata alla ricerca tecnologica”. Per il terzo anno giovani musicisti under 25, provenienti dai Conservatori italiani e sotto la guida del giovane compositore e studioso della scrittura musicale attuale nell’ambito acustico ed elettronico Jacopo Caneva, assegneranno il Premio alla miglior produzione di teatro musicale e il Premio alla miglior performance tra quelle in programma. Si rinnova la collaborazione con Rai Radio3 per le trasmissioni “Lezioni di Musica” – in diretta dalla Sala delle Colonne, sede della Biennale, con Giovanni Bietti a cura di Paola Damiani – e “Tre soldi”, cinque audio-documentari realizzati da Giovanna Natalini che racconteranno l’esperienza dei giovani artisti di Biennale College Musica.

Gli spazi

I Festival di Danza, Musica, Teatro diffusi nei teatri, nei campi e nelle chiese di Venezia, troveranno spazio anche a Marghera e Mestre, nel cuore di alcune delle aree più vitali della terraferma veneziana. Spettacoli, concerti e tutti gli appuntamenti in programma avranno luogo nei tradizionali spazi della Biennale di Venezia all’Arsenale (Teatro alle Tese, Tese dei Soppalchi, Sale d’Armi, Teatro Piccolo Arsenale), Ca’ Giustinian e Biblioteca ASAC ai Giardini; nei Teatri La Fenice e Malibran; negli spazi all’aperto di Campo Sant’Agnese e Via Garibaldi; nelle Chiese di San Salvador, San Trovaso e alla Misericordia; nella Sala concerti del Conservatorio B. Marcello e nella Sala della biblioteca della Fondazioni Ugo e Olga Levi; infine nel Padiglione 30 a Forte Marghera, spazio storico ormai acquisito alla città davanti a un ampio bacino navigabile, e in un capannone dell’area industriale di Marghera; infine, nel Piazzale Divisione Acqui e nel Teatro del Parco, collocato nella vastissima area verde del Parco Albanese a Mestre.

Neutralità carbonica

La Biennale di Venezia si sta impegnando in modo concreto nel cruciale obiettivo del contrasto al cambiamento climatico, promuovendo un modello più sostenibile per la progettazione, l’allestimento e lo svolgimento di tutte le proprie manifestazioni. Dopo l’ottenimento della certificazione di neutralità carbonica per la 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica del 2021, nel 2022 La Biennale ha ottenuto tale certificazione per tutte le manifestazioni svolte durante l’anno. Questo grazie a un’accurata raccolta dati sulla causa delle emissioni di CO2 generate dalle manifestazioni stesse e all’adozione di misure conseguenti. L’intero processo di raggiungimento della neutralità carbonica, realizzatosi ai sensi dello standard internazionale PAS2060, è stato certificato dal RINA. Tale impegno sarà attuato anche nel 2023, a partire dalla 18. Mostra Internazionale di Architettura, proseguendo con il 51. Festival Internazionale del Teatro, il 17. Festival Internazionale di Danza Contemporanea, il 67. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, fino all’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (si veda scheda allegata).

Si ringraziano per la collaborazione il Comune di Venezia – Settore Cultura, la Fondazione Teatro La Fenice, il Conservatorio B. Marcello, la Fondazione G. Cini di Venezia, la Fondazione Ugo e Olga Levi, la Fondazione Svizzera per la cultura Pro Helvetia e il Consolato generale di Svizzera a Milano, Palazzo Grassi – Punta della Dogana/Pinault Collection, IRCCS Ospedale San Camillo del Lido di Venezia, le Parrocchie di San Trovaso e San Salvador, la Fondazione Forte Marghera.