Fin dove si estende la stanza? Dove sono i confini? Niente più alto e basso, né destra o sinistra: in Zee ci si trova avvolti da una nebbia così densa che ogni punto di riferimento è perso e l’altro da sé svanisce in un’ombra indistinta. Rimasti soli con la propria ingannevole percezione, non resta che abbandonarsi al viaggio psichedelico offerto dalle luci stroboscopiche. Sulla retina appannata nascono frattali e geometrie mandaliche, il grigio dei fitti vapori si colora in un trip caleidoscopico: quanto è “reale” e quanto è frutto della nostra soggettiva immaginazione?

None, Deep Dream_Act II

None, Deep Dream_Act II

In Zee, installazione ideata dall’austriaco Kurt Hentschläger, profondità e prospettiva si annullano; in Deep Dream_Act II del collettivo italiano None, invece, si moltiplicano esponenzialmente grazie ad un labirinto di specchi. Se Zee ha il respiro metafisico e la consistenza eterea di una placenta, Deep Dream Act II sembra un ascensore ipercubico lanciato all’inseguimento della quarta dimensione. L’immaginario digitale, che attinge al database di Google e ai profili Facebook dei visitatori stessi, si proietta intorno a noi in un’infinita mise en abîme: un “matrix” a cascata di quadratini pixelati, che pian piano si distorcono e ingrandiscono per sfociare infine in una risata beffarda.

Shiro Takatani, 3D Water Matrix

Shiro Takatani, 3D Water Matrix

3D Water Matrix, concepita dal giapponese Shiro Takatani, offre una pausa zen nel percorso immersivo di Digitalife 2016: anch’essa ipnotica, ma rispetto alle installazioni precedenti riposante per gli occhi e per l’equilibrio. La macchina permette di suggerire forme nell’acqua attraverso una fontana di gocce e un sistema di luci computerizzate: diventa uno strumento a disposizione degli artisti. ST/LL dello stesso Takatani, e The Sorcerer’s Apprentice dello svedese Christian Partos, sono le due sequenze composte per 3D Water Matrix: piogge danzanti che illuminano di riflessi argentei la sala buia.

Concentrata in poche e intense opere, Digitalife 2016 si conclude con una vetrina del PerCro, il laboratorio di Robotica Percettiva della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che celebra i 25 anni d’attività. Understanding the Other illustra, attraverso una serie di filmati, le ricerche in corso: ambienti virtuali ed interfacce per utilizzi sanitari, computergrafica per il patrimonio culturale, realtà aumentata e telepresenza. L’unico rammarico è che l’impressionante robot esposto non si possa vedere in funzione e provare di persona.

Romaeuropa Digitalife. Immersive Exhibit, dal 7 ottobre al 27 novembre 2016, Macro Testaccio – La Pelanda, Piazza Orazio Giustiniani 4, Roma