
Diana Anselmo e Sara Pranovi (interprete LIS)
A cura del Collettivo Amigdala, la rassegna “Periferico Festival” con il suo titolo “Becoming” invita a un’esperienza artistica che riconosca l’importanza di ciò che spesso appare fuori posto. Il titolo si ispira al piccione comune, una creatura resiliente che vola “rasoterra”, insinuandosi tra gli spazi degli edifici, riconoscendo proprio in questa traiettoria bassa e irregolare una forma di sapienza. Il cuore pulsante del festival è nel Villaggio Artigiano di Modena Ovest, un’utopia realizzata dove vita e lavoro si intrecciano e OvestLab funge da centro nevralgico. Il festival estende il suo sguardo oltre i confini del Villaggio, raggiungendo il centro storico, il quartiere Sacca e altri luoghi come la Palestra La Fratellanza e il Cimitero di Aldo Rossi, disegnando una nuova geografia culturale diffusa. Questa visione di rete è rafforzata dalla partecipazione delle Comunità Artistiche Residenti (bambine e bambini, adolescenti, donne, cori, abitanti che compongono Bottega Baleno, Stella Polare, MeMenteMori, Les Chemins des Femmes, Fionda), che portano saperi e desideri e collaborano attivamente alla costruzione del festival.
Sabato 4 con replica alle 18,30 e domenica 5 alle 15 alla Palestra La Fratellanza è stato ideato “Tecniche per diventare un ornitorinco” di Elisabetta Consonni, un’esperienza a cavallo tra il gioco e l’esperienza pratica in cui il pubblico attraversa una serie di “missioni impossibili”. Occasione per mettersi alla prova, le tecniche in realtà attivano la fantasia e mettono in gioco ogni singolo partecipante. Assolutamente da non perdere il momento di confronto con il pubblico! Alle 17 in Piazza Grande la storica Compagnie Krak con il belga Dieter Missiaen ha presentato la prima nazionale di Bench Invasion – The Art of Listening dovela partecipazione attiva dei bambini della comunità residente Bottega Baleno ha reso tangibile l’amore e la passione che l’arte può creare anche in chi ha “solo” sette anni. Incontri improvvisi nello spazio pubblico con il supporto fisico di panchine in legno montate sul momento, si invitano le persone a sedersi e condividere un gesto di ospitalità. Alle 21 a OvestLab “Je vous aime” ha offerto una lecture-performance bilingue (LIS e italiano) di Diana Anselmo, performer e artista visivo sordo e queer che ha evidenziato l’inesistente differenza esistente tra sordi e normo dotati e ricordato con episodi di vita reale come la sordità sia stata curata malamente: si ripercorre la stretta relazione tra la nascita del cinema e le politiche abiliste ed audiste, tracciando un invisibile filo di continuità tra il controllo dei corpi del secolo scorso e il perdurare dell’esclusione sociale della comunità Sorda oggi.
9/12 ottobre
Giovedì 9 c’è un progetto parallelo agli eventi del weekend, Un pezzo di spazio di Tea Andreoletti, un’assemblea di 96 ore che si svolge da giovedì 9 a domenica 12 al Campo Cesana. Giovedì al Cimitero Aldo Rossi (ore 18,30 e ore 20) prima nazionale di Shaping Narratives: Unburying Echoes di Aziza Gorgi & Emily Sarsam, una performance-rituale sensoriale che intreccia narrazione orale e gesti quotidiani. A seguire, alle ore 21 (replica venerdì 10 ore 19) Progetto Artigiano accoglie Borderline Visible. Ai confini del visibile di Ant Hampton, un “live book” che il pubblico sfoglia insieme. Seguendo una traccia audio che unisce racconto, musica e registrazioni ambientali, l’esperienza trasforma una storia intima di viaggio e amicizia in un rito condiviso di memoria e geografie interiori. Venerdì 10 alle ore 18, visita guidata allo studio-archivio di Cesare Leonardi, un’immersione nell’universo creativo di un artista poliedrico. Alle 21, presso la Palestra la Fratellanza, il coreografo Salvo Lombardo presenta Birdsong, un’opera di danza che indaga la “lingua” non umana degli uccelli, con l’interpretazione di Daria Greco e Marta Ciappina. Ricco il programma del fine settimana. Si inizia sabato 11 alle 15 con Guardare, una camminata guidata di due ore e mezza con Fabrizio Saiu in prima nazionale (con replica domenica 12 alle 9,30). Alle 17,30, il collettivo DOM- propone Darkness Pic-Nic, una performance itinerante di 3 ore con cena inclusa ispirata a “Pic Nic ad Hanging Rock”. La giornata di sabato presenta anche un appuntamento per il pubblico più giovane, presso MOB, alle 19 e in replica alle 20,25, con Arcipelago di Teatro Telaio, un’installazione performativa fatta di tende, luci e suoni che invita a esplorare con i sensi e l’immaginazione. La serata si conclude alle 21,30, a OvestLab con La musica disturba di Valeria Sturba.
17 / 19 ottobre
La terza settimana del festival da venerdì 17 a domenica 19 ottobre, si apre a TransFemina International Encounter, incontro conclusivo del progetto europeo Transfemina – Intersectional Landscapes. Il progetto, sviluppato in Italia, Portogallo e Spagna, indaga il rapporto tra genere e spazio pubblico attraverso pratiche artistiche e strumenti di urbanistica femminista. Venerdì 17 alle ore 18,30 a OvestLab la conversazione pubblica Quanto spazio occupi?, con i collettivi Pele, Col·lectiu Punt6, Collettivo Amigdala e Drukker, invita a ripensare lo spazio urbano a partire da corpi, cura e immaginazione. Alle 21, l’Ossario di Aldo Rossi diventa lo sfondo per il site specific in prima nazionale Stagioni di Tolja Djokovic, una performance corale dove tre voci indagano tre stagioni di un corpo in trasformazione. Sabato 18, dalle 15 alle 17, presso OvestLab, la Casa delle donne Lucha y Siesta* tiene il laboratorio La città transfemminista. Alle 19,30, segue la conferenza La cura è politica di Elke Krasny. Ultimo appuntamento della giornata, alle ore 21 presso OvestLab lo spettacolo La parte inventata/la parte immaginata di Teodora Grano in prima nazionale, un incontro intimo con un gruppo di donne over 70 che si confrontano sul morire. Il festival si conclude domenica 19 con un’esperienza di lunga durata che inizierà alle 11 con partenza da OvestLab: HERE – Sono nata per camminare del Collettivo Amigdala, una soundwalk di dieci ore che usa le voci di donne e persone queer per riscrivere la storia e lo spazio della città. Fra i progetti del festival c’è anche Vetro, incontri pubblici con artisti e artiste ospiti.
Le curatrici Federica Rocchi e Serena Terranova del Collettivo Amigdala sono le coriacee menti ideatrici del Festival e ne spiegano le origini: «Becoming è il titolo di questa edizione: un invito a restare nel divenire, a perdere l’equilibrio, a riconoscere l’importanza di ciò che ci appare fuori posto. Le performance disegnano rotte minime e scene quotidiane: picnic al tramonto nel cuore del parco, panchine che aprono dialoghi inattesi, mani che si toccano, esercizi di osservazione silenziosi, costellazioni sonore, assemblee lente. Tracce che, come i voli dei piccioni, si muovono tra le crepe della città, rendendo visibile ciò che spesso resta invisibile. Nel fragore di un presente ferito – la Palestina brucia, i diritti si sgretolano, la Terra ci interroga – l’arte non deve consolare, ma può illuminare per un attimo, come un lampo, la possibilità di un altro mondo, di futuri ancora non scritti. Nel buio si può ancora intravedere una forma di giustizia, una via per tornare a casa. Il richiamo della casa, per i piccioni, è assoluto: non un territorio qualsiasi, ma un luogo preciso. Anche noi, forse, possiamo imparare a riconoscere la strada tra le rovine, a costruire dimore provvisorie e necessarie. Una città composta da materia viva, eccedente, fuori posto: come i nostri corpi, come le nostre domande, come l’arte, quando prova a immaginare il reale altrimenti».

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