Alla sua quarta opera americana, Gabriele Muccino dirige Russel Crowe e un cast di tutto rispetto con Amanda Seyfried, Diane Kruger, Jane Fonda in Padri e Figlie (Fathers and Daughters) dimostrando ancora una volta di riuscire a sopravvivere nella competitivissima Hollywood.
La storia è raccontata su du piani temporali che si incrociano e si inseguono per tutta la durata del film con continui flash-back e flash-forward.
1989, New York. Uno scrittore di successo, già vincitore di un premio Pulitzer, interpretato da un convincente e coinvolgente Russell Crowe, fatica a ritrovare la vena creativa e il tenore di vita perduto dopo la morte improvvisa della moglie e si scontra con le tante difficoltà che un uomo vedovo deve affrontare “nell’America dei soldi e del successo” per poter allevare sua figlia. Da un lato una psicosi grave che lo paralizza e lo destabilizza, dall’altro la tenacia e la voglia di riuscire a regalare una speranza e un futuro all’amata figlioletta (bella l’interpretazione di Kylie Rogers), unica sua ragione di vita.
25 anni dopo, sempre New York. La protagonista è Katie (Amanda Seyfried), diventata ormai una donna adulta capace di aiutare gli altri (è assistente sociale e si occupa di bambini con disagi) ma incapace di aprirsi all’amore, ferita dal passato e condannata ad autopunirsi in incontri fugaci e superficiali.
Siamo il risultato delle esperienze della nostra infanzia, questo è il tema del film. Non basta quanto amore e quanta ostinazione sia stata messa in gioco dal padre di Katie per proteggerla e garantirle un buon futuro, quello che la segnerà davvero sarà il trauma dell’abbandono, con profonde ripercussioni sulla sua vita di adulta.
Il ritmo del racconto è teso, incalzante, tuttavia nè la maestria cinematografica innegabile del regista nè un cast di tutto rispetto riescono a convincere del tutto.
La parte più debole del racconto è durante lo sviluppo della storia d’amore tra Katie adulta e Cameron (interpretato da Aaron Paul), una sorta di doppio del compianto padre. È proprio qui che i toni si fanno più scontati e lacrimosi, scivolando nel sentimentalismo; i dialoghi spesso appaiono banali, poco spontanei e affatto realistici, fino alla scena finale, con quell’abbraccio lungo, silenzioso, di rinascita e rigenerazione che intimamente da spettatori invocavamo già da un pò.
Il genere drammatico di Muccino può essere considerato troppo melò, commovente e svenevole, e questo film non pare essere all’altezza di prodotti meglio riusciti; tuttavia bisogna riconoscere al regista l’indubbia capacità di parlare allo stomaco, provocando sì gran lacrimoni, ma soprattutto riempendo i botteghini.
Anche i suoi più accaniti detrattori dovranno ammettere che non si riesce a dormire con Muccino al cinema e che il coinvolgimento emotivo è assicurato.
Da vedere, anche solo per doverlo citare.
Titolo originale | Fathers and Daughters |
Regia | Gabriele Muccino |
Sceneggiatura | Brad Desch |
Fotografia | Shane Hurlbut |
Montaggio | Alex Rodríguez |
Scenografia | Daniel B. Clancy |
Costumi | Isis Mussenden |
Musica | Paolo Buonvino |
Cast | Russell Crowe, Amanda Seyfried, Aaron Paul, Diane Kruger, Kylie Rogers, Ryan Eggold, Quvenzhané Wallis, Janet McTeer, Octavia Spencer, Jane Fonda, Bruce Greenwood |
Produzione | Andrea Leone Films, Busted Shark Productions, Fear of God Films, Voltage Pictures |
Anno | 2015 |
Nazione | USA, Italia |
Genere | Drammatico |
Durata | 122' |
Distribuzione | 01 distribution |
Uscita | 01 Ottobre 2015 |
Nessun commento