Il corriere – The Mule

La locandina

Film inferiore alle attese “The Mule” si segnala soprattutto per la grande interpretazione di Clint Eastwood, praticamente perfetto, nel ruolo del novantenne Earl, senza scrupoli che per guadagnarsi una vecchiaia dorata diventa corriere della droga di uno spietato cartello messicano. La storia prende una piega diversa quando, un po’ coccodrillescamente, entra in campo la nostalgia della famiglia. Earl non si ravvede ma lascia perdere tutto, incurante di qualsiasi minaccia per tornare all’ovile.

Il film risulta un po’ debole nella scrittura, piuttosto ripetitivo e senza scosse narrative che ravvivino il plot, nemmeno la parallela indagine della DEA condotta dall’agente Bates (Bradley Cooper) alza il livello di attenzione. C’erano tutti gli ingredienti per un’altra opera esemplare firmata da grande regista americano: una storia vera, tesa, moralmente ambigua, il male e il bene che si mescolano, il destino individuale sopra di tutto, i grandi spazi americani che si alternano ai volti duri e spietati. Ma un’esasperata mancanza di ritmo agevolata da una regia stranamente piatta impediscono a “The Mule” di  decollare.

Anche se le camminate di Clint Eastwood, le sue canzoni cantate nei viaggi in macchina, i suoi primi piani intensi, il suo modo spavaldo con cui tratta i narcotrafficanti più cattivi, sono da antologia di scuola di recitazione e valgono da sole il prezzo del biglietto.

Piccola avvertenza: da vedere assolutamente in lingua originale, altrimenti si perde tutto.