Venerdì 13
Friday the 13th
Regia
Marcus Nispel
Sceneggiatura
Damian Shannon, Mark Swift
Fotografia
Daniel C. Pearl
Montaggio
Ken Blackwell
Scenografia
Jeremy Conway
Costumi
Marian Ceo
Musica
Steve Jablonsky
Interpreti
Amanda Righetti, Danielle Panabaker, Derek Mears, Jared Padalecki, Travis Van Winkle, Aaron Yoo
Produzione
Crystal Lake Entertainment, MTV Films, New Line Cinema, Paramount Pictures, Platinum Dunes
Anno
2009
Nazione
USA
Genere
horror
Durata
97'
Distribuzione
Universal Pictures
Uscita
13-02-2009
Giudizio
Media

Il cinema horror americano è da anni in piena crisi, mentre all’estero, in Europa soprattutto dopo l’esaurimento del filone orientale, giovani autori tentano strade innovative o rielaborazioni del genere dando origine a pellicole interessanti come Alta Tensione, Them, Rec, Lasciami entrare.
In America invece si procede di remake in remake, rifacendo pedissequamente le opere europee o resuscitando icone di un cinema ormai lontano, adattandolo al vuoto gusto delle generazioni contemporanee. Così dopo aver resuscitato Jason Voorhees in Halloween di Rob Zombie, che aveva il pregio di aggiungere dettagli inediti sulla vita del personaggio, e l’ottimo rifacimento del cult Non aprite quella porta, lo stesso regista di quest’ultimo Marcus Nispel ci riprova andando a toccare la seconda (dopo Jason ed in attesa che qualcuno riprenda in mano la figura di Freddy) figura fondante dello slasher americano anni settanta: Michael Myers.
Venerdì 13 anno 2009, non è ne un remake, ne un sequel, ma una sorta di rivisitazione dell’omonimo cult movie, dove sono presenti elementi dei primi film combinati ad alcune novità. La più evidente è il restyling a cui è sottoposto il personaggio di Jason, con il passaggio dal sacco che gli copriva il volto deformato dei due primi capitoli alla maschera da hockey del resto della serie. Il secondo elemento di novità è data dalla sua dimensione quasi umana, una sorta di cacciatore che vive solitario nei boschi, cibandosi di quello che offre la terra, pronto a difendere il proprio territorio una volta invaso da estranei. E gli estranei sono i soliti ragazzotti sbruffoni ed arroganti, che hanno in mente sono tre concetti: sesso, droga, alcool. E’ evidente la fine che faranno, grazie alla stupidita recondita delle loro azioni ed intelligenze.
Purtroppo per Nispel, il miracolo del suo precedente lavoro non si ripete. Le morti sono rapide e portate avanti senza troppa inventiva, mentre i momenti puramente splatter sono assenti. Poco sangue, poca libidine sullo schermo, pochi salti sulla poltrona e da parte solo di chi è poco avezzo al genere. Un pubblico poco poco più smaliziato gioca in anticipo, come il Baresi Franco di un tempo, con il regista uscendo vittorioso da ogni contrasto. Venerdì 13 è un film che si impantana a metà strada tra i concetti di inutile e noioso.
[fabio melandri]