L'ultimo dominatore dell'aria
The Last Airbender
Regia
M. Night Shyamalan
Sceneggiatura
M. Night Shyamalan
Fotografia
Andrew Lesnie
Montaggio
Conrad Buff IV
Scenografia
Philip Messina
Costumi
Judianna Makovsky
Musica
James Newton Howard
Interpreti
Noah Ringer, Dev Patel, Nicola Peltz, Jackson Rathbone
Produzione
Paramount Pictures, Nickelodeon Movies, Blinding Edge Pictures, The Kennedy/Marshall Company
Anno
2010
Nazione
USA
Genere
fantasy
Durata
103'
Distribuzione
Universal Pictures
Uscita
24-09-2010
Giudizio
Media

Dopo anni di pace e prosperità tra le quattro nazioni dell'acqua, dell'aria, della terra e del fuoco, la sparizione dell'Avatar, messianico detentore del dominio su ognuno dei quattro elementi, risveglia i bellicosi intenti della nazione del fuoco. I dominatori dell'aria vengono sterminati, quelli dell'acqua e della terra sottomessi. Quando però in un povero villaggio dell'acqua il giovanissimo Avatar riappare sarà corsa contro il tempo perchè impari a utilizzare i suoi poteri prima che i guerrieri del fuoco lo catturino.
Non si vive di rendita per sempre. Dopo due flop clamorosi come lo sono stati “Lady in the Water” e “E venne il giorno” (troppo cerebrale il primo, troppo originale il secondo) non basta più inserire nel trailer la scritta “Dall'autore del sesto senso” per garantire affluenza di pubblico. Così anche M Night Shyamalan, si piega alla dura legge di Hollywood per cui un regista è libero di far ciò che gli pare solo fino a quando “ciò che gli pare” è redditizio, altrimenti deve piegarsi agli ordini delle grandi produzioni e non sempre i risultati sono positivi.
E' il caso de L'ultimo dominatore dell'aria, scadente polpettone vagamente misticheggiante, ispirato a un anime giapponese da cui eredita tutti i cliché narrativi; idea forse sprecata, perché dei dialoghi meno piatti, un po' di intreccio e situazioni meno forzate avrebbero reso il film maggiormente gradevole.
Nelle mani di uno scrittore come Neil Gaiman, per dire, la sceneggiatura poteva decollare e invece Shyamalan, vincolato a un'idea non sua mostra una pochezza incredibile per l'autore di film come “Il sesto senso” e “The Village”. Niente di male nel lavorare meglio sulla farina del proprio sacco, ci mancherebbe, ma con film del genere sembra sempre più vano sperare che possa un giorno tornare alla grandezza autoriale del film che lo ha reso celebre.
Qualche perplessità sul 3D, la cui presenza è sbandierata sulla locandina ma che poi, nel film, non si capisce dove stia, se escludiamo i cartelli della produzione a inizio pellicola. Sala non all'altezza della nuova tecnologia, probabilmente, ma certo è che il film non era stato pensato per uscire dallo schermo e che certo si è trattato di una decisione avvenuta in un secondo momento. Non basta questo a compensare effetti speciali scadenti e goffamente digitali. [davide luppi]