Il Grinta
True Grit
Regia
Joel Coen, Ethan Coen
Sceneggiatura
Joel Coen, Ethan Coen
Fotografia
Roger Deakins
Montaggio
Joel Coen, Ethan Coen
Scenografia
Jess Gonchor
Costumi
Mary Zophres
Musica
Carter Burwell
Interpreti

Jeff Bridges, Hailee Steinfeld, Matt Damon, Josh Brolin, Barry Pepper, Dakin Matthews
Domhnall Gleeson, Elizabeth Marvel, Jarlath Conroy, Paul Rae, Roy Lee Jones

Produzione
Paramount Pictures, Skydance Productions, Scott Rudin Productions, Mike Zoss Productionss
Anno
2010
Nazione
USA
Genere
western
Durata

110'

Distribuzione
Paramount Pictures
Uscita
18-02-2011
Giudizio
Media

Curiosa la storia del genere western americano. Da genere tra i più popolari e inflazionati della Hollywood classica è finito col diventare, dopo alti e bassi di popolarità e varie contaminazioni, genere di nicchia del cinema contemporaneo e finire quasi nell'oblio. “Quasi” perchè pur perdendo la sua iniziale popolarità presso il grande pubblico ha finito col guadagnare parecchio in termini di qualità una volta liberato di quella zavorra che sono gli obblighi del mainstream. Oggi è rara esclusiva di autori abili e forse un po' nostalgici. Del resto solo la qualità può compensare lo scarso appeal che il western da solo ha sul grande pubblico e convincere un produttore a metter mano al portafoglio e rischiare. Siano queste o altre le ragioni risulta difficile ricordare un film di questa categoria prodotto dagli anni Novanta ad oggi che non fosse un'opera di pregio. Qualcuno potrebbe affermare che il western oggi va esaminato non più con le categorie del cinema di genere, ma con quelle del cinema d'autore, chi scrive è invece convinto che proprio in virtù dell'ambiguità che lo caratterizza il western più di ogni altro genere sembra fatto apposta per liberarci di vane categorie critiche, che forse non hanno mai avuto veramente senso.
Il succo di tutta questa introduzione è che i western contemporanei si fanno vedere volentieri e non tradiscono le attese. Per questo, quando ho letto che i Coen stavano realizzando un film di cowboy con Jeff Bridges, sono stato certo che il risultato sarebbe stato un filmone, e le attese non sono state tradite.
Gli autori di Non è un paese per vecchi portano sullo schermo l'omonimo romanzo di Charles Portis, già adattato nel '58, e lo fanno con tale eleganza e fedeltà al loro stile narrativo che pare quasi che quel romanzo sia stato scritto apposta per loro.
La vicenda narra della giovanissima Mattie Ross che assolda un cacciatore di taglie (Jeff Bridges) perchè l'aiuti a catturare l'assassino del padre. A loro si unisce un Texas Ranger (Matt Damon) sulle traccie dello stesso uomo. I tre si avventureranno nella nazione indiana e dovranno vedersela con la banda di fuorilegge a cui il killer (Josh Brolin) si è unito.
La storia è perfetta e classica, rimane assolutamente fedele alla narrazione in prima persona della ragazzina che caratterizzava il libro e questo costringe lo spettatore ad attendere il finale per vedere assieme a lei il volto degli antagonisti. E colpisce la cura con cui anche i personaggi che l'economia narrativa avrebbe permesso di ridurre a macchietta sono invece straordinariamente sfaccettati (Lucky Ned, capo dei banditi, è tracciato in pochissime scene con una sottigliezza straordinaria). E poi c'è Jeff Bridges, e i Coen lo fanno recitare in un personaggio su misura per lui e senza scadere in rozzi rimandi Lebowskiani. Grazie al cielo. [davide luppi]