Drag Me To Hell
id.
Regia
Sam Raimi
Sceneggiatura
Sam Raimi, Ivan Raimi
Fotografia
Peter Deming
Montaggio
Bob Murawski
Scenografia
Steve Sakland
Costumi
Isis Musseden
Musica
Christopher Young
Interpreti
Alison Lohman, Justin Long, Lorna Raver, David Paymer, Dileep Rao, Adrian Barazz
Produzione
Buckaroo Entertainment, Ghost House Pictures, Mandate Pictures, Tippett Studio
Anno
2009
Nazione
USA
Genere
horror
Durata
99'
Distribuzione
Key Films
Uscita
11-09-2009
Giudizio
Media

Era dai tempi de l’Armata delle Tenebre (1992), terzo ed ultimo capitolo della trilogia de La Casa, che Sam Raimi aveva abbandonato il genere che lo rese filmaker, per dedicarsi “anima e core” al cinema mainstream, protagonista di opere fiacche ma coraggiose come The Gift e Pronti a morire, alternate a film blockbuster dalle alterne vicende come la saga di Spider-Man, con l’unica eccezione del piccolo ma misconosciuto gioiello Soldi sporchi.
Oggi il ritorno al passato, con un’opera che viene da lontano come ricorda lo stesso Raimi: “Mentre stavamo scrivendo Darkman nel 1989, io e mio fratello decidemmo di scrivere anche un breve racconto horror, che abbiamo poi trasformato, allungandolo, in Drag Me To Hell a metà degli anni ‘90. All’epoca eravamo entrambi molto impegnati in altri progetti e non avevamo la possibilità di continuare a lavorarci su. Poi sono arrivati i film di Spider-Man, ed è stato solo quando ho completato la serie che mi sono reso conto che volevo tornare a girare un thriller”.
Lasciatevi quindi trascinare nell’inferno di Raimi, dove la bionda, ambiziosa e rampante Christine Brown, pur di farsi notare e conquistare la sedia di vice-direttore della piccola filiale bancaria in cui lavora, nega l’ennesima proroga sulla rata del mutuo ad una povera e sulle prime indifesa vecchietta, dall’andatura esitante, accento dell’est europeo ed una dentiera che fatica a stare al suo posto. Niente di più facile per fare colpo sul proprio capo. Ma dopo un incontro di wrestling all’ultimo morso nel parcheggio di un centro commerciale con la vecchietta, per l’incauta Christine si apriranno le porte di un vero inferno. E stavolta non è solo un modo di dire.
In Drag Me To Hell ritroviamo il Sam Raimi dei primi Anni Ottanta, accompagnato da alcuni sui storici collaboratori, il supervisore agli effetti speciali per il make up Greg Nicotero e il direttore della fotografia Peter Deming.
Il Raimi touch che sembrava andato perduto nelle anestetizzanti frequentazioni con il cinema mainstream, riemerge con rinnovato vigore miscelando senza soluzione di continuità sacro e profano, risate e repulsione, horror e slapstick comedy, in un tono irriverente e surreale capace di creare quello iato necessario tra realtà filmica e spettatore che produce divertimento sfrenato senza inibizioni. Assistere in proiezione stampa, solitamente compassata, a risate, urla e battiti di mani come fosse una proiezione al Fantafestival di una volta, è sintomatico.
Buffe case horror, spaventi, sequenze piene di suspense e qualche risata qua e là è la ricetta di Sam Raimi per l’horror contemporaneo. Ora che abbiamo ritrovato il Raimi che più amiamo, speriamo di non doverlo nuovamente perdere, perché peccare è umano… perseverare è diabolico! Drag Me to Hell!
[fabio melandri]