Non mi uccidere
Titolo originale
id.
Autore
Chiara Palazzolo
Anno
2005
Editore
Piemme
Prezzo
16,50

“Canterò e riderò e batterò le mani finchè non mi troveranno. Allora verranno a prendermi e mi ficcheranno di nuovo nella fossa. E rinforzeranno la lapide con una lastra d'acciaio e una colata di cemento armato. Diranno: s'era confusa. Diranno: come tanti. Diranno: come tutti. Basta rimetterla a nanna. A questo servono i custodi dei cimiteri. A rimettere a nanna quelli che si confondono. Che un bel giorno buttano via la lapide come una coperta pesante e tirano una bella boccata d'aria fresca”

Mirta, la giovane protagonista di questa storia, ha appena vent’anni quando muore. È giovane, bella, intelligente; una sognatrice, una che adora leggere e studiare, con una normale vita da studentessa. Oltre tutto questo c’è Robin, il fidanzato, con cui condivide una passione convulsa e la droga. È quest’ultima ad ucciderli entrambi, sull’orlo di una discarica. Ma si erano giurati amore eterno e Mirta, almeno lei, decide di mantenere la sua promessa uscendo dalla tomba poco dopo il suo funerale. È l’inizio di una lunga e solitaria avventura, fra il passato che non riesce a dimenticare e il futuro in un corpo di cui non riesce a controllare né la forza, né la fame. Solo l’amore per Robin rimane, e solo quello la spinge a restare a vegliare sulla sua tomba, in attesa che esca anche lui.

In Italia non esiste un vero e proprio panorama di letteratura horror. Ci sono pochi squallidi esempi che sfociano sempre nel giallo o nel thriller, varie imitazioni di Dylan Dog, poche e malfatte citazioni di Dario Argento. C’è poi internet, l’unica vera fonte decente per questo genere, ma è triste che sia sempre la rete l’unica risorsa per gli autori validi. Il resto, invece, si perde nel dimenticatoio. Come al solito, viene da dire, almeno in Italia. Detto questo, come si può non amare “Non mi uccidere”? Chiara Palazzolo è l’autrice che mancava alla letteratura italiana: non solo per il genere, o per il suo stile, ma anche per l’umiltà e la mancanza di esibizionismo che ricopre l’autrice stessa. In Italia sembra che gran parte degli scrittori faccia a gara per farsi notare: partecipazioni a film e fumetti, interviste in televisione. Perfino i libri stanno diventando spettacolo. Ma la Palazzolo, con le sue opere, è famosa per quello che fa davvero: scrivere, e basta. Una delle poche autrici che si fa forza con le parole. Una mosca bianca, per quanto riguarda la sottoscritta.
Ovviamente non parlo bene di Non mi uccidere solo perchè mi schiero a prescindere con il genere horror. La storia è originale (a livello di inventiva, mi azzardo a paragonare la Palazzolo a Anne Rice con Intervista col Vampiro) e lo stile narrativo è eccellente: semplice e lineare, scorrevole e d’effetto. Nulla, nel libro, riesce a scadere nel banale o nel ‘già visto’; la suspence c’è, e sempre al giusto livello. Questo volume, prima parte di una trilogia, è essenzialmente di carattere introspettivo, e ben narra la solitudine della giovane Mirta di fronte alla sua nuova condizione di non-morta (o sopramorta, come scritto nel libro), e le sue battaglie di fronte a nuovi nemici che non sapeva neanche esistessero.
Non mi uccidere è da consigliare generalmente a tre categorie di persone: a chi ama l’horror giovane, a chi vuole imparare ad amarlo, e a chi è cresciuto a pane e Dario Argento ed è pronto ad imbarcarsi in una nuova, grande avventura. Il vero horror non risiede nei libroni americani o nei film minimalisti giapponesi. Provare per credere.
[daniela montella]

| Non mi uccidere | Strappami il cuore | Ti porterò nel sangue |

Chiara Palazzolo è nata a Floridia, in provincia di Siracusa, attualmente vive a Roma. Vincitrice del Premio Teramo per la narrativa inedita, ha esordito nel 2000 con il romanzo La casa della festa (Marsilio). È tra le scrittrici scelte da Francesca Pansa per il calendario 2003 "Le fate sapienti".
Ha conosciuto il successo grazie alla trilogia Mirta/Luna con Non mi uccidere, Strappami il cuore e Ti porterò nel sangue.