Viaggio al centro della terra 3D
id.
Regia
Eric Brevig
Sceneggiatura
Michael Weiss, Jennifer Flackett, Mark Levin
Fotografia
Chuck Schuman
Montaggio
Paul Martin Smith, Dirk Westervelt, Steven Rosenblum
Scenografia
David Sandefur
Costumi
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Musica
Andrew Lockington
Interpreti
Brendan Fraser, Josh Hutcherson, Anita Briem
Produzione
New Line Cinema, Walden Media
Anno
2008
Nazione
USA
Genere
avventura
Durata
94'
Distribuzione
01 Distribution
Uscita
16-01-2009
Giudizio
Media

Ispirato al celebre romanzo di Jules Verne, Viaggio al centro della terra racconta l’incredibile avventura di tre esploratori alla scoperta di un insolito regno sotto la superficie terrestre, in cui incontreranno dei luoghi meravigliosi, ma si ritroveranno ad affrontare dei gravi pericoli. Grazie ad un’ambientazione spettacolare e all’ all’innovativo e rivoluzionario uso del 3D per la prima volta usato in un film live action, Viaggio al centro della terra si rivela un’avventura epica che trascina il pubblico a viaggiare con i nostri eroi, in una corsa sfrenata e avvincente. Ed un’indimenticabile esperienza cinematografica.
Durante una spedizione scientifica in Islanda, il visionario scienziato Trevor Anderson (Brendan Fraser), suo nipote Sean (Josh Hutcherson) e la loro affascinante guida locale Hannah (Anita Briem) si ritrovano inaspettatamente intrappolati in una caverna, in cui l’ unica via di fuga è la discesa sempre più in profondità negli abissi della terra. Viaggiando attraverso dei mondi mai visti, il terzetto si ritrova a fronteggiare delle creature inimmaginabili e irreali, tra cui delle piante che divorano gli esseri umani, dei piranha volanti giganti, dei volatili splendenti e dei terribili dinosauri provenienti dal passato. E, visto che l’attività vulcanica intorno a loro aumenta senza sosta, i tre esploratori capiscono rapidamente che devono trovare il modo di tornare sulla superficie terrestre prima che sia troppo tardi.

LA NARRAZIONE IN 3D DIGITALE

Quello che pone Viaggio al centro della terra su un nuovo livello rispetto ai tradizionali lungometraggi narrativi, è il processo con cui è stato realizzato. Durante le fasi iniziali di sviluppo, la decisione di girare la pellicola interamente in 3D in alta definizione era basata sul desiderio dei realizzatori di fornire al pubblico un’esperienza visiva affascinante, portando il classico letterario ad un altro livello, ma rimanendo anche fedeli al cuore e all’anima del materiale originale.
“Gli ambienti descritti nel romanzo di Jules Verne sono già sufficienti per creare un’esperienza coinvolgente”, sostiene Huggins. “Girare il film in 3D era perfetto per dar vita a questo senso di meraviglia e di avventura”.
“Avendo una grande esperienza con i film in 3D per i parchi tematici ed una storia anche più lunga nel mondo degli effetti visivi, mi sentivo molto a mio agio a girare questo lungometraggio completamente in 3D”, rivela Brevig. “Allo stesso tempo, ho fatto molta attenzione a non esagerare con gli effetti 3D, perché se risultano eccessivi ti fanno uscire dalla storia”.
Viaggio al centro della terra è stato il primo film narrativo a sfruttare il Fusion System, un’attrezzatura di ripresa all’avanguardia, sviluppata dal premiato realizzatore James Cameron e dal direttore della fotografia Vince Pace. A differenza di molti altri sistemi speciali di ripresa, il Fusion è leggero e maneggevole, oltre a comprendere due cineprese 3D ad alta risoluzione montate una vicino all’altra per simulare l’occhio destro e sinistro dello spettatore. E’ compatto, trasportabile e si maneggia bene, tutte caratteristiche che offrono una libertà, un controllo e una flessibilità senza precedenti per i realizzatori.
“In passato le cineprese 3D erano così scomode e pesanti da limitare la libertà dei movimenti della cinepresa e questo diminuiva le opzioni del regista nell’organizzare una scena dinamica”, rivela Brevig. “L’attrezzatura di ripresa Fusion è talmente ben congegnata e piccola che noi possiamo spostarla come se fosse una cinepresa 2D. Questa evoluzione è enorme. Siamo riusciti a girare tenendola in mano e anche sott’acqua, così come a montarla su una steadicam e utilizzarla per le riprese aeree”.
Il direttore della fotografia Chuck Schuman aggiunge che “l’idea dietro alla Fusion è quella di imitare il sistema visivo umano. Questo fornisce al pubblico un nuovo rapporto con il cinema, perché quello che vedi sullo schermo è proprio quello che vedresti se fossi all’interno della storia”.
Un’ulteriore evoluzione è legata poi all’utilizzo di una cosa chiamata ‘convergenza attiva’, per cui i realizzatori sono stati in grado di cambiare il punto focale in 3D. “Così come un realizzatore tradizionale cambia obiettivo, noi trasferiamo il punto di convergenza dove c’è l’azione”, spiega Brevig, “in modo che la visione per le persone che guardano e vivono il film 3D sia facilitata”.
“Cambiando gli angoli delle lenti, possiamo aggiustare la profondità di campo durante una scena per seguire l’azione”, spiega Schuman. “Per delle sequenze in cui la cinepresa deve essere piazzata più vicino agli attori di quanto permetterebbe il sistema Fusion, abbiamo usato la Beam Splitter compatta di Pace, un’attrezzatura che permette di ridurre gli spazi tra le lenti. Per il pubblico, significa meno strabuzzamenti degli occhi e una visione più confortevole”.
Christopher Townsend aggiunge che girare Viaggio al centro della terra in alta definizione digitale ha fornito ai realizzatori maggiori possibilità di creare delle immagini di grande impatto, riuscendo a replicare la visione umana in maniera migliore di quanto sia mai stato fatto da qualsiasi altro film in 3D. “C’è una maggiore profondità di campo in un’immagine ad alta definizione di quanto avviene in una su pellicola tradizionale, così ci sono molti più elementi a fuoco per quanto riguarda la distanza tra la cinepresa e il soggetto inquadrato. Su pellicola, se un attore appoggiato ad una parete rocciosa sposta la mano verso la cinepresa, possiamo avere a fuoco le sue dita o i suoi occhi, ma non entrambe le cose. Con il 3D ad alta definizione, considerando la maggiore profondità di campo, invece entrambi gli elementi sono a fuoco, cosa che ci permette di dar vita ad un effetto iperrealistico”.
“Quando hai un’avventura di queste dimensioni, catturare le immagini con delle innovative tecnologie digitali fornisce al pubblico un’esperienza più viscerale”, sostiene Huggins.
“Il nostro obiettivo principale con questo film era intrattenere il pubblico”, ricorda Flynn. “Questo approccio cinematografico innovativo ci permette di rivisitare il materiale di Verne, che ha superato la prova del tempo, in maniera completamente originale”.
“Senza dubbio, le nuove tecnologie aggiungono un valore notevole alla realizzazione di un film e all’esperienza di andare al cinema”, sostiene Brevig. “Alla conclusione della giornata, la maggiore ricompensa per me era avere la possibilità di lavorare con una squadra fantastica di professionisti impegnati a fare qualcosa che non era mai stato realizzato prima d’ora”.
“Il nostro obiettivo era di consentire al pubblico di tuffarsi completamente in questa avventura, tanto da dimenticare che stai guardando un film e credere di stare veramente al centro della Terra con Trevor, Hannah e Sean”. Il regista termina dicendo “sia che vediate Viaggio al centro della terra in 3D o nei cinema tradizionali, sarà un’avventura incredibilmente divertente e un viaggio all’ultimo respiro”.