Vallanzasca. Gli angeli del male
id.
Regia
Michele Placido
Sceneggiatura
Andrea Leanza, Antonio Leotti, Kim Rossi Stuart, Michele Placido, Toni Trupia
Fotografia
Arnaldo Catinari
Montaggio
Consuelo Catucci
Scenografia
Tonino Zera
Costumi
Roberto Chiocchi
Musica
Negramaro
Interpreti

Kim Rossi Stuart,Valeria Solarino, Filippo Timi, Paz Vega, Moritz Bleibtreu,
Francesco Scianna, Toni Pandolfo, Gaetano Bruno, Nicola Acunzo

Produzione
Cosmo Production, Fox International Production Italy, Babe Film, Mandragora Movies
Anno
2010
Nazione
Italia, Francia, Romania
Genere
drammatico
Durata

125'

Distribuzione
20th Century Fox
Uscita
21-01-2011
Giudizio
Media

"Non so quando rubare smise di essere un passatempo per diventare una professione. Sarà perché non mi pare di aver fatto altro nella vita. Certo, non provenivo da una famiglia ricca. Ma non è questo il motivo per cui cominciai. Ho cominciato e basta. C'è chi nasce per fare lo sbirro, chi lo scienziato, chi per diventare Madre Teresa di Calcutta. Io sono nato ladro." Parola di Renato Vallanzasca. A cinquantanove anni, trentotto dei quali trascorsi in cella, Renato Vallanzasca rimane nei ricordi di questo paese, nell'immaginario delle vecchie e delle nuove generazioni, il volto del bandito, l'emblema di una vita criminale "al massimo", l'icona violenta di una città e di un'epoca: l'inquieta e brumosa Milano degli anni Settanta. L'ex boss della Comasina ha rapinato, ha ucciso. "Per pudore" nei confronti delle sue vittime, spiega, non ha mai chiesto perdono. "Per lealtà con se stesso" e con il suo personale codice d'onore, ha sempre rifiutato di vestire i panni del collaboratore di giustizia. È una storia di sangue, quella di Renato Vallanzasca, una storia non priva di sorprese, stravaganze e inediti retroscena, una storia che affonda le sue radici in un'infanzia ribelle, in quella che appare come una precoce vocazione al crimine. Una storia ben raccontata nel libro Il fiore del male. Bandito a Milano di Carlo Bonini da cui Michele Placido ha tratto la sua ultima fatica Vallanzasca – Gli angeli del male, accolto con polemiche all'ultimo Festival del Cinema di Venezia, rinvigorite ora dalla sua uscita nelle sale italiane.
Un Romanzo Criminale alla milanese è l'aspetto che salta agli occhi sin da subito, rafforzato dalla presenza di Kim Rossi Stuart nel ruolo del bel Renè e di Michele Placido alla macchina da presa rinfrescando quello stile asciutto, quel senso del racconto, quel ritmo della narrazione che aveva portato al successo il precedente romano.
Il film parte lento, con il Vallanzasca che passa da un carcere ad un altro in maniera abbastanza oscuro ad uno spettatore ignorante della vicenda. Ma con il passare del tempo gli eventi si mostrano più chiari, la personalità più che la persona di Renato Vallanzasca emerge con forza e diciamo anche con una certa dosa di compiacenza. Il suo rifiuto della violenza almeno iniziale, il senso di protezione verso amici e famiglia, i suoi modi gentili, il carattere guascone, lo rendono un personaggio romantico ed anche simpatico... fin troppo. L'aspetto sanguinario del personaggio rimane più trascurato e questo ha generato le polemiche di cui sopra. Meno corale rispetto a Romanzo Criminale, Vallanzasca mantiene del suo predecessore la medesima potenza visiva, raccontando un nuovo capitolo della storia nera del nostro paese. Ben curata la confezione con costumi e scenografie, ottima la performance di Kim Rossi Stuart accompagnato in questo suo viaggio oscuro da un immenso Filippo Timi. Un film sicuramente discutibile ma dal punto di vista cinematografico impeccabile.
[fabio melandri]