Il solista
The Soloist
Regia
Joe Wright
Sceneggiatura
Susannah Grant
Fotografia
Seamus McGarvey
Montaggio
Paul Tothill
Scenografia
Sarah Greenwood
Costumi
Jacqueline Durran
Musica
Dario Marianelli
Interpreti
Jamie Foxx, Robert Downey Jr., Catherine Keener, Tom Hollander, Lisa Gay Hamilton, Nelsan Ellis
Produzione
DreamWorks SKG, Universal Pictures, Studio Canal, Participant Media,
Krasnoff Foster Productions, Working Title Films
Anno
2009
Nazione
USA
Genere
drammatico
Durata
117'
Distribuzione
Universal Pictures
Uscita
23-07-2010
Giudizio
Media

Il cinico professionista incontra l'idiota savant. Il primo è un giornalista che ha bisogno di imparare un po' d'altruismo, il secondo un barbone schizofrenico con un talento per il violoncello, che ha bisogno di poter tornare a fidarsi della gente. Il giornalista vorrebbe scrivere una storia su di lui, finirà col diventarne amico.
Arriva sui nostri schermi Il solista, ispirato ad una storia vera (e quanto è ingenuo sbandierare sempre la “veridicità” di un'opera di finzione, come se questo ne costituisse un valore aggiunto) e, soprattutto, da un romanzo-inchiesta di successo, scritto dal giornalista protagonista della vicenda.
Meno male. Se non altro, una volta tanto, lo schizofrenico non è un genio assoluto della musica, ma più semplicemente un talento sprecato. Quindi ben venga il realismo se la finzione assoluta ci costringe a macchiette ed esagerazioni. Salvato questo rimane però una pellicola (forse) ambiziosa, ma mediocre nel risultato finale.
La narrazione, è vero, sembra volersi estendere oltre il rapporto tra i due protagonisti. Prima ci mostra la vita dei senzatetto, la coscienza sporca delle metropoli, e di chi dedica la sua vita ad aiutarli, e poi passa dal sociale alla denuncia politica quando mostra la famosa “tolleranza zero” per cui un barbone viene arrestato in quanto colpevole di essere tale: la denuncia è però esile e sembra scadere in quel “progressismo pantofolaio” che confonde il voyeurismo con la politica attiva.
Poi il film sembra addirittura prendere una piega “misticheggiante” (Dio, dio), ma rimane una parentesi inconcludente e poco comprensibile, forse malamente estratta da più sofisticati sofismi che l'autore del libro snocciola nel testo ispiratore, difficile dirlo, senza averlo letto, cosa che la visione della pellicola non invoglia particolarmente a fare, visto che tutto questo è condito da un vago buonismo e da gag “comiche” attorno al piscio di coyote che manco in American Pie.
[davide luppi]