Sex and the City 2
id.
Regia
Michael Patrick King
Sceneggiatura
Michael Patrick King
Fotografia
John Thomas
Montaggio
Michael Berenbaum
Scenografia
Lydia Marks, Lee Sandales
Costumi
Patricia Field, Jacqueline Oknaian, Jessica Replansky, Molly Rogers, Danny Santiago
Musica
Julia Michels
Interpreti
Sarah Jessica Parker, Kim Cattrall, Kristin Davis, Cynthia Nixon, Chris Noth,
Evan Handler, David Eigenberg, Miley Cyrus, Penelope Cruz, Max Ryan, Liza Minnelli
Produzione
New Line Cinema, Home Box Office (HBO), HBO Films, Village Roadshow Pictures
Anno
2010
Nazione
USA
Genere
commedia
Durata
146'
Distribuzione
Warner Bros Italia.
Uscita
28-05-2010
Giudizio
Media

Finite le due ore e mezzo circa di visione della pellicola “Sex and the City 2” ci si domanda interdetti: ma dove è finito il mio telefilm preferito?
Per la pellicola diretta da Michael Patrick King questa volta non ci sono più scusanti, si è perso definitivamente il divertente clima scanzonato e derisorio delle quattro amiche in giro per Manhattan. I locali e le vie fumose di New York non ci sono più, forse per una scelta economica o per interessi estranei al telefilm, la storia si svolge per metà ad Abu Dhabi, dove le quattro amiche si "ritirano" per ritrovare l'intimità di un tempo. Beh, lo spettatore non la ritrova con loro.
Questi gli spunti narrativi: il sequel vede Carrie (Sarah Jessica Parker ormai avvizzita e davvero poco credibile), sposata inquieta di Mr Big (Chris Noth). Sente che il suo inarrivabile Big sta perdendo lo smalto di un tempo. Non ha più voglia fi uscire, preferisce rimanere sul divano a leggere il giornale e, emblema della crisi, come è possibile che per il loro anniversario di matrimonio le regali un televisore invece di un gioiello? Che si stia trasformando in un anonimo pantofolaio? Quale dubbio amletico! Charlotte (Kristin Davis), diventata mamma naturale, è soggiogata dai pianti della secondogenita, viziata e capricciosa. E la cosa non colpisce nessuno. Miranda (Cynthia Nixon) lascia il lavoro a causa di un capo maschilista che la ferma mentre parla in riunione. E per finire Samantha (Kim Cattrall), simbolo del telefilm Made in Usa che ha cambiato il modo di interpretare il sesso.
Ecco, la vera protagonista della serie prodotta dalla Home Box Office, se in "Sex and the City" il film era stata relegata nel ruolo della casalinga attendista, senza più velleità sessuali, ora è in menopausa, ha le caldane e in mezzo ai musulmani si presenta scosciata e disinibita. Una caricatura. Per non parlare dell'inizio del film: il matrimonio immotivato e a dir poco incomprensibile tra Stanford Blatch (Willie Garson) e Anthony Marentino (Mario Cantone): una trovata per confermare l'essere gay-friendly della serie, ma che nel lungometraggio lascia il tempo che trova. I due si odiavano e non c'è mai stato nemmeno un accenno al loro possibile idillio amoroso. Gli abiti e gli accessori: ecco neanche loro sono realmente al centro della vicenda, mancando gli accenni testuali e i commenti che facevano da corollario agli incontri tra le amiche.
Ovviamente è inutile dilungarsi sulla regia o sulle riprese: non esiste. Se per il primo film ci si era chiesto se allungare la durata delle singole puntate in una sola fosse rischioso, ora non ci sono più dubbi: l'operazione è fallita. [valentina venturi]