The Sessions
id.

Anno 2012

Nazione USA

Genere drammatico

Durata 95'

Uscita 22/02/13

distribuzione
20th Century Fox

Regia
Ben Lewin
Sceneggiatura
Ben Lewin
Fotografia
Geoffrey Simpson
Montaggio
Lisa Bromwell
Costumi
Justine Seymour
Musica
Marco Beltrami
Produzione
Rhino Films, Such Much Films
Interpreti
John Hawkes, Helen Hunt, William H. Macy,
Moon Bloodgood, Annika Marks, Adam Arkin, Rhea Perlman,
W. Earl Brown, Robin Weigert, Lo Ming

 

Mark O'Brien poeta e scrittore costretto a vivere dentro un polmone d'acciaio (aveva un'autonomia di sole 3/4 ore al di fuori) dall'età di 7 anni causa poliomelite fino alla morte sopravvenuta a 52 dopo aver amato ed esser stato amato da tre donne, tutte presenti al suo funerale.
La sua storia è oggi raccontata sullo schermo nella pellicola The Sessions; o meglio una parte della sua storia, un aspetto che solitamente viene elegantemente ignorato o eluso con ellissi più o meno riuscite: il sesso e la disabilità.

Si perchè le pulsioni basiche dell'essere umano, ed il sesso rientra in queste, non sono precluse alle persone portatrici di più o meno forti disabilità motorie. E' nota la storia recente in Italia, raccontata dallo stesso protagonista nel libro Apnea (edizioni Fandango), di Lorenzo Amurri che vittima di un incidente sciistico, rimasto paralizzato dal collo in giù racconta di un sesso mentale appagante, completo, profondo come è più di quello fisico.

Mark O'Brien, ricerca l'amore ma sopratutto il sesso, prigioniero di un corpo sensibile agli input esterni, ma incapace di controllarli, convogliarli nella giusta direzione. Ed è così che con l'approvazione di un prete/confessore decide di rivolgersi ad una terapista sessuale.
The Sessions, racconta appunto le sedute sessuali a cui O'Brien (un magnifico John Hawkes) si sottopone con l'aiuto della terapista Helen Hunt, con lo scopo di riappropriarsi di un corpo di cui non ci si sente più padrone. E se il sesso è principalmente fisicità, l'amore è tutto un fatto mentale.

Il film, sotto la regia accorta e discreta di Ben Lewin, tratta entrambi gli aspetti (sesso e amore) con la medesima efficacia narrativa, non scadendo in pruriginose visioni per il primo ed in passaggi stereotipati per il secondo. Ne esce una storia lieve, in cui gli eventi procedono come piume mosse dal vento; nessuna volontà di scandalizzare, nessun intento emozionalmente ricattatorio. Un elementare inno alla vita, vissuta nella sua pienezza che dovrebbe far riflettere e molto le persone “fisicamente” normali.
[fabio melandri]