Il segreto dei suoi occhi
El secreto de sus ojos
Regia
Juan Josè Campanella
Sceneggiatura
Eduardo Sacheri,
Juan Josè Campanella
Fotografia
Fèlix Monti
Montaggio
Juan Josè Campanella
Scenografia
Marcelo Pont Vergés
Costumi
Cecilia Monti
Musica
Juan Federico Jusid
Interpreti
Ricardo Darìn, Soledad Villamil, Pablo Rago, Javier Godino, Guillermo Francella
Produzione
Tornasol Films, Haddock Films, 100 Bares, Telefe, TVE, Canal+
Anno
2009
Nazione
Argentina
Genere
thriller
Durata
129'
Distribuzione
Lucky Red
Uscita
04-06-2010
Giudizio
Media

Per venticinque anni un caso di omicidio è rimasto impresso indelebilmente nella mente di Benjamín Espósito. Andato in pensione, decide di ripensare a quella storia per ripercorrere un passato pieno d’amore, di morte e d’amicizia. Ma quei ricordi, una volta liberati e scandagliati ossessivamente, cambieranno la sua visione del passato. E riscriveranno il suo futuro.
Vincitore a sorpresa del Premio Oscar per il Miglior Film Straniero, Il segreto dei suoi occhi è un film politico senza parlare di politica; è un film d'amore senza essere melodrammatico; è un film storico che racconta un paese, l'Argentina, senza contestualizzarsi con un episodio specifico.
Attraverso il genere codificato del giallo, con venature noir da classico degli Anni Cinquanta, il regista e sceneggiatore Juan Josè Campanella, con un robusto background nell'establishment della produzione seriale americana (Law & Order e Dr. House), costruisce un intenso ed affascinante quadro d'insieme dove le vite di personaggi irresistibili nella loro forza ed al contempo debolezza, intrecciano le loro vite attraverso una serie di atti mancati, attraverso emozioni tenute segretamente sopite capaci di implodere con un tonfo sordo volti a riempire esistenze vuote, esistenze piene di niente.
Così il regista getta lo sguardo sulla sua opera: “La memoria mi affascina. Il modo in cui le decisioni che abbiamo preso venti o trent’anni fa possono condizionare la nostra vita presente. Questo discorso vale anche per la memoria di una nazione. Riesaminando la storia del nostro Paese negli anni ’70, oggi sappiamo che quell’orrore ha avuto inizio prima della dittatura militare. La storia si svolge in un’Argentina in cui l’atmosfera cominciava ad incupirsi, ad intorbidirsi, finendo coll’avvolgerne anche i protagonisti.
Il mio obiettivo era quello di narrare una storia che raccontasse di personaggi minuti - che vagano in un mare di gente, tra enormi strutture, persi nella folla – e dei loro occhi. La storia di un uomo che cammina alla stazione del treno, cento metri più avanti, con cinquecento persone tra noi e lui. Cosa potremmo capire di lui se, improvvisamente, senza stacchi, passassimo ad un primissimo piano dei suoi occhi? Quali segreti potrebbero rivelarci?”
Attraverso una narrazione che si muove con scioltezza avanti ed indietro nel tempo, con virtuosismi tecnici stranianti (vedi il piano sequenza dove dalla panoramica aerea di uno stadio si finisce sul primissimo primo piano del protagonista immerso nella folla), il film racconta, affascina, intriga in maniera sottile; ti accompagna nella vita dei suoi protagonisti che ti entrano sotto la pelle per non lasciarti mai più.
[fabio melandri]