Segreti di famiglia
Tetro
Regia
Francis Ford Coppola
Sceneggiatura
Francis Ford Coppola
Fotografia
Mihai Malaimare Jr.
Montaggio
Walter Murch
Scenografia
Sebastián Orgambide
Costumi
Cecilia Monti
Musica
Osvaldo Golijov
Interpreti
Vincent Gallo, Maribel Verdú, Alden Ehrenreich, Klaus Maria Brandauer, Carmen Maura,
Rodrigo De la Serna, Leticia Brédice, Mike Amigorena, Sofía Castiglione, Francesca De Sapio
Produzione
American Zoetrope, Tornasol Films, Bim Distribuzione
Anno
2009
Nazione
USA, Argentina
Genere
drammatico
Durata
127'
Distribuzione
BiM Distribuzione
Uscita
20-11-2009
Giudizio
Media

Il nuovo film di Francis Ford Coppola Segreti di famiglia ha aperto la 41esima Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2009 ed è stato presentato al Torino Film Festival, nell'ambito del quale ha ricevuto il Gran Premio Torino per la sua casa di produzione, la American Zoetrope, fondata una quarantina di anni fa a San Francisco insieme ad alcuni amici fra cui il suo collega George Lucas.
Ancora una volta è la famiglia al centro della vicenda: il diciassettenne Bennie (Alden Ehrenreich, scelto dopo il forfait di Matt Dillon, alla sua prima apparizione cinematografica: un mix tra DiCaprio e Brando degli esordi), arriva a Buenos Aires, a Boca, per ritrovare l'adorato fratello Angelo (Vincent Gallo), che dieci anni prima ha abbandonato New York e la famiglia deciso a non avere più niente a che fare con l'ingombrante padre Carlo (Klaus Maria Brandauer), acclamato direttore d'orchestra. Bennie trova il fratello, che ora si fa chiamare Tetro, e la sua compagna Miranda (Maribel Verdú), ex psichiatra di Angelo. Il fratello scomparso oggi è uno scrittore incompreso, che da tempo ha abbandonato la sua passione letteraria e per sfuggire al passato lavora come tecnico luci di un teatrino del quartiere. Tetro infatti non vuole più parlare del passato, desidera solo dimenticare. Ma l'arrivo del consanguineo rimetterà in moto i ricordi, il passato che non è stato cancellato e che rivive nelle sembianze di Bennie...
Segreti di famiglia è il primo film dai tempi de
La conversazione del 1974, che nasce da un soggetto scritto e sceneggiato dallo stesso regista. Oggi, nel 2009, Coppola scrive, dirige, produce (con la Bim di Valerio De Paolis) e negli Usa distribuisce persino il film, scegliendo la via del basso budget: un modo per ritrovare la libertà di un tempo.
L'ambizione e l'invidia familiare: sono i temi cardine ed autobiografici della cinematografia coppoliana che tornano anche in quest'ultimo film, autoprodotto, e indubbiamente girato con maestria. Splendida la fotografia in bianco e nero di Mihai Malaimare Jr., i colori saturi, i riferimenti a Welles. Un omaggio al cinema del passato, alla Nouvelle Vagues a cui si lega l'interessante idea del capovolgimento cromatico: rendere a colori solo i flashback e le scene musicali. A prescindere dall'indubbia maestria registica, però, colpisce il bisogno del regista de Il Padrino, di mettere il melò al centro della storia. Dopo un primo tempo ineccepibile, la storia di sfilaccia: la parte della premiazione con Carmen Maura, ad esempio, lascia un sotteso senso di inutilità e sciatteria. Tra musiche tratte da opere liriche e balletti estemporanei, stridono il miscuglio tra lucidità tecnica e ampollosità contenutistica. Purtroppo, si ha la sensazione che l'arte del maestro stia diventando maniera. [valentina venturi]