Una sconfinata giovinezza
id.
Regia
Pupi Avati
Sceneggiatura
Pupi Avati
Fotografia
Pasquale Rachini
Montaggio
Amedeo Salfa
Scenografia
Giuliano Pannuti
Costumi
Maria Fassari
Musica
Riz Ortolani
Interpreti
Fabrizio Bentivoglio, Francesca Neri, Serena Grandi
Produzione
DueA Film, Rai Cinema
Anno
2010
Nazione
Italia
Genere
drammatico
Durata
98'
Distribuzione
01 Distribution
Uscita
08-10-2010
Giudizio
Media

Sarebbe troppo facile e anche parecchio ingiusto liquidare il lavoro di Pupi Avati come quello di “un ex grande regista ormai consumato che vive sfornando pellicole di medio livello con cadenza annuale”. La tentazione di abbandonarsi ad un giudizio del genere c'è eccome, sia chiaro, ma sarebbe una scappatoia facile somministrare ad Avati un giudizio che altri registi meritano molto di più.
Sarebbe d'altra parte troppo generoso attribuire al cinema recente del regista bolognese una ricerca estetica o addirittura un valore storico, ma rimane un fatto innegabile (ed inquietante) che Pupi Avati, classe 1938, sia uno dei pochi autori di cinema nell'Italia di oggi ad avere una marcia in più nel proprio approccio narrativo alla storia rispetto alla media delle produzioni nostrane. Uno stile evidente e particolare (stavo per dire “Tocco alla Avati”, ma poi avrei meritato la morte fra atroci sofferenze) con cui nel corso della sua carriera di cineasta è riuscito ad attraversare i generi più diversi mantenendo sempre e comunque l'evidente impronta di una personalità autoriale forte.
In “Una sconfinata giovinezza”, Avati propone una storia d'amore anomala dove a far la parte del terzo incomodo è la malattia: un giornalista sportivo di successo (Fabrizio Bentivoglio) è afflitto da una grave demenza senile che lo porta prima a dimenticare le cose più semplici e poi a regredire progressivamente nei ricordi della sua adolescenza fino a perdervisi. Dall'altra parte, la moglie (Francesca Neri) deve affrontare il dolore per l'allontanamento graduale del suo compagno dalla realtà.
La storia sembra quasi un pretesto perché Pupi Avati possa narrare la sua, di adolescenza, visto che, come il protagonista del film, questa è ambientata nella provincia bolognese. Quasi un misurasi con la propria giovinezza, che è sconfinata, come da titolo, perché da essa dipende tutto quello che si è dopo. [davide luppi]