Il mondo dei replicanti
Surrogates
Regia
Jonathan Mostow
Sceneggiatura
John Brancato, Michael Ferris
Fotografia
Oliver Wood
Montaggio
Kevin Stitt
Scenografia
Jeff Mann
Costumi
April Ferry
Musica
Fabio Liberatori
Interpreti
Bruce Willis, Radha Mitchell, Rosamund Pike, James Francis Ginty, Boris Kodjoe, Ving Rhames
Produzione
Mandeville Film, Brownstone Productions
Anno
2009
Nazione
USA
Genere
thriller
Durata
95'
Distribuzione
Walt Disney Studios Motion Pictures Italia
Uscita
08-01-2010
Giudizio
Media

In un futuro molto prossimo l’umanità ha deciso di prendersi una vacanza grazie all’utilizzo di surrogati, dei robot che collegati alla mente di operatori umani vivono la vita al loro posto. I surrogati combinano la resistenza delle macchine – se si danneggiano li puoi sostituire – con l’eleganza e la bellezza della forma umana – l’operatore umano infatti può scegliersi il surrogato come meglio lo aggrada, più giocane, più bello, di sesso diverso addirittura. Al motto di fai ciò che vuoi, sii ciò che vuoi, il mondo è vissuto da una serie di robot senza sentimenti e dall’espressione lobotomizzata. Un abominio per alcuni, che scegliendo di vivere in una sorta di medioevo dove ogni macchina è abolita, sono confinati in vere e proprie riserve. Sono i rappresentanti della coalizione umana. Tale equilibrio viene rotto, quando qualcuno inizia a distruggere i surrogati cauando la morte degli operatori umani. Una coppia di agenti dell'FBI è chiamata ad investigare e tutte le prove portano verso un unico posto: il mondo della coalizione umana. Inizia così una guerra spietata tra l'uomo e la macchina...
"La premessa del film è che i replicanti abbiano preso il controllo del mondo come i cellulari e i computer - sostiene il regista Jonathan Mostow (U-571, Breakdown - La trappola, Terminator 3: le macchine ribelli) - I replicanti sono degli strumenti che offrono agli uomini l'opportunità di vivere la propria vita in tutta sicurezza nelle proprie case. Nel nostro film, rappresentano la libertà assoluta, sia dal dolore fisico che dal peso mentale della vita quotidiana. Il piacere è raggiungibile semplicemente collegandosi. Ma per alcune persone, questi rappresentano la perdita della propria umanità", prosegue Mostow.
Tratto dalla graphic novel di Robert Venditti, Il mondo dei replicanti non è altro che una versione 2010 dell’Invasione degli ultracorpi, dove al posto degli alieni venuti dallo spazio profondo, abbiamo la tecnologia che spinta ai suoi estremi corre il pericolo di alienizzare la razza umana: "L'idea centrale de Il mondo dei replicanti è il modo in cui conserviamo la nostra umanità in questo mondo sempre più tecnologizzato in cui viviamo - continua il regista - La tecnologia è magnifica. La fantasia legata alla tecnologia è che questa ci dovrebbe liberare per poter essere creativi, produttivi e meravigliosi. Il rovescio della medaglia è che in un certo senso finiamo per diventare dei servi, perché siamo ancorati ai nostri cellulari e ai Blackberry. E' magnifico avere una mail, ma quando passi diverse ore al giorno a rispondere alla posta, si trasforma in un obbligo. Così, per certi versi, queste nuove opportunità sono anche un limite".
Ma il confronto umanità/tecnologia viene risolto sul grande schermo attraverso i canoni classici e ripetitivi dell’action thriller. La storia è puro pretesto, la realizzazione è elegante ma innocua, i sentimenti ed i problemi filosofici sono accennati il giusto per non disturbare il flusso adrenalinico di un film che si lascia guardare piacevolmente (anche per la durata minima di 95 minuti) senza lasciar traccia. [fabio melandri]