The Housemaid
Hanyo
Regia
Im Sang-soo
Sceneggiatura
Im Sang-soo
Fotografia
Lee Hyung-deok
Montaggio
Lee Eun-soo
Scenografia
Lee Ha-Jun
Costumi
Choi Se-yeon
Musica
Kim Hong-jip
Interpreti

Jeon Do-Yeon, Lee Jung-Jae, Youn Yuh-Jung, Seo Woo, Parl Ji-Young

Produzione
Mirovision
Anno
2010
Nazione
Corea del Sud
Genere
thriller
Durata
106'
Distribuzione
Fandango
Uscita
27-05-11
Giudizio
Media

Un padrone di casa bello e ricco ed una cameriera in soggezione, metteranno in scena oltre al prevedibile sesso squilibrato, l’oppressione domestica, sociale e dei sessi. L’attrazione è incontrollabile e verrà consumata negli orari e nei luoghi più impensabili ogni volta che lui avrà voglia di soddisfare la propria libido. Lei aspetta solamente.
Ma andiamo con ordine. Eun-yi, in disagio economico, trova lavoro come domestica nella casa di un uomo d’affari, la location perfetta per un thriller in cui non manca neppure il pianoforte. In quella casa abitano con lui la moglie, dallo stile Barby-Hollywood in versione sushi dedita a tempo pieno alla sua seconda gravidanza, la governante anziana, che ha diabolicamente giurato fedeltà estrema pur di poter bere il tè con loro o mangiare di nascosto gli avanzi di una ricca cena, l’innocente figlioletta, avviata per diventare come la madre ma che conserva ancora la normalità, infine la suocera, con in fondo all’anima niente, che fa pressione sulla figlia per la loro arrampicata sociale, costi quel che costi.

E’ chiaro che all’arrivo di Eun-yi, sorpresa in atteggiamento scomposto e provocante a lavare la vasca da bagno, l’adone ricchissimo va fuori di senno.
Le cinque femmine ed un solo uomo, la migliore amica di Eun-yi suo grillo parlante che come spesso capita ai personaggi spalla è più divertente della protagonista, ed anche le figure di contorno, come una donna suicida e la mamma morta di Eun-yi, fanno pensare ad una storia completamente al femminile, ma è l’esatto opposto.

Sconfortante e irritante per la superficialità con la quale viene affrontato il divario ricco-povero, maschio-femmina, le femmine servono solo per dimostrare quanto un solo uomo ricco possa imporre la propria superiorità nella società descritta da Im Sang-soo. Ma è vero anche il contrario poichè la perfidia delle donne, con un piano ben studiato, deciderà la sorte di quel sesso adultero preceduto da calici di vino rosso e, più difficile ancora, decideranno anche di una accidentale gravidanza. Ma Eun-yi è talmente femmina e povera che anche penzolare da un lampadario e cadere per mano delle aspiranti assassine della casa, le sembrerà dovuto. Il senso di colpa di Eun-yi consumerà quel desiderio ossessivo nei confronti dell’amante, a questo punto preoccupato più per se che per il resto, divenendo l’unica arma a disposizione della ragazza, che con una decisione estrema, cercherà di veicolare quel sentimento verso l’intera famiglia. Ma non aspettatevi un dramma o un thriller mozzafiato. Al contrario, il finale sarà tra il grottesco tinto di rosa shocking e il Noir in severa uniforme, diretto dalla bambina che come unica figura pensante, sarà la finestra che si affaccia sul mondo della gente normale, ma che il suo divenire resterà un’incognita.

L’originale The Housemaid, diretto Kim Ki-young nel lontano 1960 ed emblema della cinematografia orientale è il pozzo d’oro dove attinge il regista coreano Im Sang-soo riuscendo a riesumare da li solo l’idea di rappresentare la società coreana attraverso le vicissitudini di una cameriera ed il suo amante/padrone all’interno di una casa inquietante per l’arredamento, per gli ampi spazi vuoti e che si presta improvvisamente a diventare scenario di comportamenti spaventosi ed inverosimili.
L’uomo ricco non è abbastanza minaccioso. Le donne ricche non sono abbastanza pericolose, la vita difficile della domestica non le ha insegnato ne la dignità ne la forza. Tormentato cupo ed incomprensibile, non ispira i sentimenti, non tiene sulle spine, poco approfondito e fiacchi i colpi di scena, tanti significati nascosti lasciati al caso non lo rendono esaustivo. L’unica cosa che stupisce davvero è l’eccellente interpretazione dell’ attrice Youn Yuh-jung (l’anziana governante) dalla doppia personalità e fautrice dei più bei colpi di scena. [silvia langiano]