The Green Hornet
id.
Regia
Michel Gondry
Sceneggiatura
Seth Rogen, Evan Goldberg
Fotografia
John Schwartzman
Montaggio
Michael Tronick
Scenografia
Owen Paterson
Costumi
Kym Barrett
Musica
James Newton Howard
Interpreti
Christoph Waltz, Cameron Diaz, Tom Wilkinson, Seth Rogen, Jay Chou
Produzione
Original Film Feature Films, Original Film, Sony Pictures Entertainment (SPE)
Anno
2010
Nazione
USA
Genere
thriller
Durata
119'
Distribuzione
Sony Pictures
Uscita
28-01-2011
Giudizio
Media

Solo sette anni fa, il regista francese Michel Gondry ha entusiasmato il mondo con Se mi lasci ti cancello vincitore dell’Oscar 2005 come miglior sceneggiatura nel 2005, uno di quei film che tutti amano.
Questa volta il rinomato regista noto per le sue capacità visionarie ha un problema. Senza ombra di dubbio, il più grande problema è che lo script di Seth Rogen ed Evan Goldberg non si decide ad essere un film di supereroi, o una parodia di un film di supereroi, ad essere semplicemente un film d'azione di qualche anno fa, o addirittura una commedia, anche perché ormai siamo così abituati al digitale tanto che la sorpresa del 3D è pressoché nulla.
The Green Hornet è invece un film dalle diversa personalità e quello che ne risulta è un prodotto psicopatico o sociopatico come il suo protagonista Britt, cinico, animale da party, nullafacente fino a quando, rimasto orfano con una indecifrabile eredità, troverà accidentalmente la sua strada. Tra le cose che il padre gli ha lasciato c’è anche il giovane asiatico Kato suo dipendente ed inventore geniale esperto anche di arti marziali. Entusiasmato dalle sorprendenti capacità di Kato, in un’intesa solidale, i due cominceranno a lasciarsi alle spalle mucchi di cadaveri imbarazzandoci quando metteranno a rischio la vita di tanti innocenti con l’alibi di voler aiutare la gente che ha bisogno di aiuto. Una campagna mediatica lo aiuterà a diventare famoso come il Calabrone Verde anche se la notorietà non avrebbe tardato ad arrivare comunque stando all’orrore che semineranno nella città di Los Angeles. Ma Britt si sente un supereroe a tutti gli effetti tanto che, pur non essendo capace di sferrare un solo pugno a segno, sarà vittima di un senso di competizione col povero Kato costretto a soccorrerlo continuamente, lasciando a Britt esclusivamente l’eroicità del portafoglio. Alcuni dialoghi troppo lunghi e scene d’azione mal studiate e troppo frettolose ci aiuteranno a convincerci che forse questa volta Gondry ha lasciato un po’ tutto al caso.
Anche Cameron Diaz personaggio secondario nella scena e voce della coscienza del giovane e viziato erede, sembra essere li per caso, come se improvvisamente, mentre saltava sui tetti di Salisburgo al fianco di Tom Cruise in Innocenti Bugie, si fosse trovata accidentalmente nell’ ufficio di Britt a chiedere un lavoro come segretaria.
Non è colpa della recitazione di Seth Rogen (ma della sua sceneggiatura si), gli ex cabarettisti ormai stanno diventando una garanzia per il grande schermo, lo strafatto di Strafumati anzi ce la mette tutta. Non è il Green Hornet della trasmissione radiofonica del 1936 che diventò dopo poco un amato personaggio di Fumetti e non è neppure la serie tv in cui Kato era il ben noto Bruce Lee ma è proprio tutta colpa di Gondry se la storia non ha ciò che meriterebbe di avere.
La doppia identità del personaggio scompare essendo affidata solamente ad una maschera e a nessuna abilità straordinaria. La coscienza che da sempre turba i supereroi è ridotta ai minimi termini e la motivazione non è ben chiara facendo si che il personaggio vada troppo spesso fuori controllo.
Tutto questo però non è sufficiente per definire The Green Hornet un brutto Film, poiché nonostante le sue imperfezioni, il buonumore, un miscuglio di idee raccolte in 119 minuti e qualche battuta ad effetto lo rendono tutto sommato godibile.
. [silvia langiano]