Gianni e le donne
id.
Regia
Gianni Di Gregorio
Sceneggiatura
Gianni Di Gregorio, Valerio Attanasio
Fotografia
Gogò Bianchi
Montaggio
Marco Spoletini
Scenografia
Susanna Cascella
Costumi
Silvia Polidori
Musica
Ratchev e Carratello
Interpreti

Gianni Di Gregorio, Valeria de Franciscis Bendoni, Alfonso Santagata, Elisabetta Piccolomini
Valeria Cavalli, Aylin Prandi, Kristina Cepraga, Michelangelo Ciminale, Teresa Di Gregorio, Lilia Silvi

Produzione
BiBi Film, Isaria Productions, Rai Cinema
Anno
2011
Nazione
Italia
Genere
commedia
Durata

90'

Distribuzione
01 Distribution
Uscita
11-02-2011
Giudizio
Media

Gianni, sessant’anni ben portati, ha una natura mite e un’immensa capacità di sopportazione.
È al servizio di sua moglie che lavora e ha mille impegni, della figlia che adora, del fidanzato della figlia, giovane nullafacente che si è piazzato in casa. Senza contare cani, gatti...
Dulcis in fundo, c’è sua madre, novantenne nobildonna decaduta, che si ostina a vivere nella vecchia villa alle porte di Roma senza badare a spese, con badanti che vanno e vengono. La sua vitarella scorre monotona fra commissioni, passeggiate con il cane e faccende domestiche, del resto è in baby pensione e di tempo ne ha fin troppo.
Un giorno, l’amico Alfonso gli fa aprire gli occhi: tutti i suoi coetanei, ma anche quelli ben più vecchi di lui, dietro la rispettabile facciata, hanno delle storie. Tutti, anche i vegliardi che vegetano nel baretto sotto casa, hanno l’amante. Sconvolto dalla scoperta Gianni tenta di fare qualcosa. C’è Gabriella, irraggiungibile e desiderata per anni, c’è Valeria, il meraviglioso primo amore, la bellissima Cristina, badante della mamma, c’è la vicina di casa, incarnazione della bellezza e della giovinezza, ci sono le infinite donne possibili che abitano il mondo…
Il secondo lungometraggio dopo il successo di Pranzo di Ferragosto di Gianni Di Gregorio è una pellicola che si distacca, giustamente, dal precedente successo. Un film esilissimo nella trama, pressoché assente, mero spunto, fatto da una serie di incontri, di eventi quotidiani messi in scena con quello stile piano, colloquiale. Sembra di essere catapultati all'interno di una quotidianità quasi documentaristica, per niente cinematograficamente ricostruita. Osserviamo, spiamo quasi, una serie di piccoli avvenimenti, gesti quotidiani, pezzi di vita che vanno a costruire, come tessere di un puzzle, un quadro neorealista. In tale contesto la trama è data da una serie di incontri che il protagonista, lo stesso Di Gregorio, ha con le donne della sua vita: la madre, la moglie, la giovane vicina, l'amica d'infanzia e via discorrendo. A volte ci si chiede dove si voglia andare a parare, ma riflettendo non è questo il giusto atteggiamento da tenere davanti a tale pellicola. Il giusto atteggiamento è quello dell'osservazione dei caratteri, dei comportamenti, quasi un documentario antropologico con un finale di rottura surreale, colorato, una sogno ad occhi aperti in cui il Gianni piomba e noi tutti insieme a lui. Spiazzante.
[fabio melandri]