Un gelido inverno
Winter's Bone
Regia
Debra Granik
Sceneggiatura
Debra Granik, Anne Rosellini
Fotografia
Michael McDonough
Montaggio
Affonso Goncalves
Scenografia
Mark White
Costumi
Rebecca Hofherr
Musica
Dickon Hinchliffe
Interpreti

Jennifer Lawrence, John Hawkes, Kevin Breznahan, Dale Dickey,
Garret Dillahunt, Sheryl Lee, Lauren Sweetser, Tate Taylor

Produzione
Anonymous Content, Winter's Bone Productions
Anno
2010
Nazione
USA
Genere
drammatico
Durata

100'

Distribuzione
Bolero Film
Uscita
18-02-2011
Giudizio
Media

Miglior Film al Sundance Film Festival ed al Torino Film Festival. Candidato a 4 Premi Oscar tra cui Miglior Film ed alla giovane protagonista Jennifer Lawrence. Siamo in pieno cinema indipendente americano. Macchina a mano e digitale. Un pugno di attori sconosciuti ma dalle facce difficili da dimenticare. Uno stile narrativo asciutto, dialoghi essenziali, fotografia dai toni lividi ed espressivi. Siamo nella provincia americana più retrogada, ignorante, povera, dove l'arte della sopravvivenza detta le linee guida di quotidianità ed esistenze ai limiti della legalità ed anche oltre.
Qui la diciassettenne Ree Dolly (Jennifer Lawrence) si avventura in una pericolosa missione alla ricerca di suo padre, scomparso nel nulla dopo aver impegnato la casa di famiglia per pagarsi la cauzione ed uscire di prigione. Se l’uomo non si presenterà al più presto in tribunale la casa verrà confiscata. Ree, posta di fronte al rischio di ritrovarsi tra i boschi dell’altopiano di Ozark senza un tetto, sfida l’omertà della gente e mette a repentaglio la propria vita per salvare la famiglia, senza accettare le bugie, i sotterfugi e le minacce dei suoi parenti, fino a scoprire la verità.

Un film che fa del realismo il suo perno fondante: "Abbiamo iniziato con la ricerca di un luogo che riproducesse un’ atmosfera simile a quella descritta nel libro. Sapevamo che dovevamo trovare una famiglia che ci consentisse di utilizzare la propria casa, i vestiti, gli oggetti, la sala da pranzo, oltre che a mostrarci come cacciava, come si prendeva cura degli animali e come risolveva i problemi della vita quotidiana. Alla fine, abbiamo conosciuto questa famiglia e i loro vicini, tutti disposti a rispondere alle nostre domande e mostrarci la propria quotidianità - ricorda la regista - Per ricreare un ambiente che fosse il più naturale possibile, abbiamo girato tutto in una vera residenza familiare. I costumisti della troupe hanno scambiato i vestiti di scena con quelli degli abitanti, disposti a cedere dei vecchi indumenti per riceverne di nuovi. La vita in quella zona è complicata, frugale e polverosa per via del terreno che arriva dal sud del Missouri, quindi abbiamo dovuto lavorare in durissime condizioni ambientali. Inoltre, abbiamo scelto di lavorare con attori locali, in quanto parlavano correttamente il dialetto ed osservavano con attenzione le riprese, assicurandoci così di descrivere questo mondo nella maniera più realistica possibile." Un ritratto da incubo americano, che nulla lascia al facile spettacolo. [fabio melandri]