Draquila - L'Italia che trema
id.
Regia
Sabina Guzzanti
Sceneggiatura
Sabina Guzzanti
Fotografia
Mario Amura, Clarissa Cappellani
Montaggio
Clelio Benevento
Grafica e animazione
Sergio Gazzo
Costumi
---------------------
Musica
Riccardo Giagni, Maurizio Rizzuto
Interpreti
Sabina Guzzanti
Produzione
Secol Superbo e Sciocco Produzioni, Gruppo Ambra, Alba Produzioni
Anno
2010
Nazione
Italia
Genere
documentario
Durata
93'
Distribuzione
BiM Distribuzione
Uscita
07-05-2010
Giudizio
Media

La Guzzanti, ormai decisa ad intraprendere la carriera di Micheal Moore nostrana ci propone il suo terzo film documentario, occupandosi stavolta del terremoto in Abruzzo e dei punti d'ombra nella ricostruzione.
Di per sé l'idea è anche valida, utile e dovuta, alcune cose che denuncia sono gravissime, d'altra parte però esistono inchieste sull'argomento altrettanto valide e approfondite, è quindi legittimo per chi fa critica andare oltre alla doverosità dell'inchiesta e dei suoi contenuti più immediati e verificare la forma e i modi in cui questo documentario è stato realizzato.
Credo sia doveroso, visto che tra i “nemici” dichiarati della Guzzanti ci sia il far conoscere le cose solo con la propaganda e la manipolazione linguistica, verificare che il documentario della Guzzanti non sfrutti più o meno intenzionalmente quella retorica ideologica propria della comunicazione di cui contesta l'uso al bersaglio delle sue polemiche, Berlusconi.
Il dubbio ci viene legittimamente visto che il pessimo documentario con cui la Guzzanti aveva iniziato la sua carriera giornalistica, parlo di “Viva Zapatero”, era una summa di tutta la peggior retorica autocelebrativa e ideologizzata.
E bisogna dare dunque merito all'autrice si esser maturata molto rispetto a quella prova, e di aver messo in scena, in questo nuovo prodotto, a una ricerca molto più lucida e meno narcisistica. Non male, farmelo riconoscere, visto che il sottoscritto era andato in sala colmo di pregiudizi sull'eventuale qualità dell'opera.
Le scivolate ci sono ancora, e continuo ad essere convinto che le “interviste alla gente comune” vadano usate con cautela, specie se servono solo a pompare emotivamente l'inchiesta, per non rischiare di scadere nel sentimentalismo che offusca il buon senso e fa dimenticare che le opinioni sono numerose quante le persone e una sola intervista difficilmente rappresenta più di quel che pensa l'intervistato.
Siamo ben lontani dalle produzioni di Iacona e Report insomma, ma il passo avanti è stato fatto, forse la Guzzanti riuscirà a realizzare un prodotto ancora migliore prima che noi si faccia in tempo a chiederci perchè insista tanto a voler fare un mestiere in cui non ottiene poi questi grandi risultati.
[davide luppi]