La doppia ora
id.
Regia
Giuseppe Capotondi
Sceneggiatura
Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo
Fotografia
Tat Radcliffe
Montaggio
Guido Notari
Scenografia

Totoi Santoro

Costumi
Roberto Chiocchi
Musica
Pasquale Catalano
Interpreti

Ksenia Rappaport, Filippo Timi, Antonia Truppo, Gaetano Bruno, Fausto Russo Alesi,
Michele Di Mauro, Lucia Poli, Giorgio Colangeli

Produzione
Medusa Film, Indigo Film
Anno
2009
Nazione
Italia
Genere
drammatico
Durata
95'
Distribuzione
Medusa Film
Uscita
09-10-2009
Giudizio
Media

Sonia viene da Lubiana e fa la cameriera in un hotel. Guido è un ex poliziotto e lavora come custode in una villa fuori città.
Si incontrano per caso in uno speed date. Lui è un cliente fisso. Per lei è la prima volta, e si vede. Poche parole, un’istintiva attrazione.
In pochi giorni imparano a conoscersi, ad aprirsi, a svelare le proprie ferite. Sono sul punto di innamorarsi… quando Guido muore.
Improvvisamente, durante una rapina nella villa che dovrebbe custodire.
Sonia si ritrova da sola a elaborare un lutto di cui non riesce a trovare il senso. E di cui alcuni addirittura la ritengono responsabile. Mentre il passato di Sonia ritorna, con tutti i suoi nodi non risolti, la realtà che la circonda comincia a collassare, fino a crollarle addosso. Tutto inizia a cambiare, ogni certezza si sgretola e nessuno è più lo stesso.
Nemmeno Sonia. Chi è veramente?
E soprattutto, è davvero Guido quello che lei continua a vedere, al di là di ogni plausibile logica, o è solo la sua mente che vacilla? E cosa farà quando le verrà offerta una seconda occasione?
Le risposte arrivano solo alla fine, in un continuo capovolgimento di eventi.

Note di regia
LA DOPPIA ORA non è solo la semplice coincidenza che fa leggere sul quadrante di un orologio un’ora ripetuta e suggerisce ai protagonisti un gioco, la possibilità di esprimere un desiderio. La doppia ora segna l’incontro di Sonia e Guido, due solitudini che sembrano specchiarsi l’una nell’altra.
Un incontro che fa intravedere la possibilità di lasciare alle spalle vecchie ferite e ricominciare.
Un incontro che segnerà in maniera inaspettata la vita di entrambi.

Potremmo definirlo un film di genere, LA DOPPIA ORA. Ma pur attingendo a piene mani dal noir, dal melò, dal thriller e dall’horror psicologico, si è voluto in qualche modo mantenerne le distanze, facendo invece forza sul vero nucleo narrativo del film, quello che vede i due protagonisti affrontare, ciascuno per proprio conto, un doloroso percorso interiore.
Da un lato Guido che nasconde nella disillusione la sofferenza del proprio passato, dall’altro Sonia misteriosa, bellissima, che sprofonda in un abisso fatto di ricordi che non riesce a scacciare.
E quando le ragioni del tormento di entrambi sembrano trovare una spiegazione, forse una soluzione, tutto torna a confondersi per i protagonisti così come per lo spettatore, sino alla fine, sino all’ultima inquadratura rivelatrice. Perché niente e nessuno è come sembra in questa storia.
In tal senso semplicità e misura dal punto di vista formale si sono rese necessarie per conferire compattezza ad una vicenda che si regge proprio sull’equilibrio delle parti. La coerenza stilistica, infatti, è tesa non tanto ad assecondare i dettami del genere quanto piuttosto a rendere giustizia alla storia nella sua interezza, nella sua essenza più profonda e per me significativa.

Per nulla semplice il personaggio di Sonia, pieno di chiaroscuri, duro e fragile ad un tempo, interpreto da Ksenia Rappoport. Sonia cattura Guido e lo spettatore, li trascina nel vortice delle proprie paure, paure di cui sembra lei stessa ignorare l’origine. Il dubbio aleggia su di lei e finisce per contagiare Guido, figura altrettanto complessa affidata a Filippo Timi. Guido è un uomo che pare non credere più in nulla, sceglie la solitudine e una vita opaca da cui sembra ridestarlo solo l’irruzione di Sonia.
Guido e Sonia, privati delle proprie sicurezze, sono indifesi di fronte ad un sentimento che sembra sul punto di nascere ma che forse non potrà bastare.

in concorso