Diverso da chi?
id.
Regia
Umberto Carteni
Sceneggiatura
Fabio Bonifacci
Fotografia
Marcello Montarsi
Montaggio
Consuelo Catucci
Scenografia
Luca Merlini
Costumi
Roberto Chiocchi
Musica
Massimo Nunzi
Interpreti
Luca Argentero, Claudia Gerini, Filippo Nigro, Antonio Catania,
Francesco Pannofino, Giuseppe Cederna, Rinaldo Rocco, Antonio Bazza
Produzione
Cattleya
Anno
2009
Nazione
Italia
Genere
commedia
Durata
102'
Distribuzione
Universal Pictures
Uscita
20-03-2009
Giudizio
Media

Piero (Luca Argentero), brillante trentacinquenne gay, è “fidanzato in casa” con Remo (Filippo Nigro) e vive in una città del nord-est. Per testimoniare il “diritto alla diversità” partecipa alle primarie del centrosinistra ma, per una serie di eventi imponderabili, le vince e si trova ad essere candidato sindaco, tra i pregiudizi degli avversari e lo sgomento del suo partito.
Come può un gay diventare sindaco nel “profondo nord”? Per bilanciarlo gli affiancano Adele (Claudia Gerini), moderata tutta d’un pezzo, contraria persino al divorzio, un simbolo vivente dei valori tradizionali conosciuta come “la furia centrista”.
L’inizio della campagna è un’ecatombe: Piero e Adele litigano su tutto. Ma Remo, più romantico, capisce le donne e fornisce al compagno consigli su come ingraziarsi Adele. Piero inizia a “corteggiare politicamente” la sua vice fino a trovare un accordo ma la situazione gli sfugge di mano e i due vengono travolti da un’attrazione irresistibile.
Primo esempio di film cerchiobottista, dalla parte dei gay, dalla parte dei cattolici, dalla parte del centrosinistra e dalla parte del centrodestra( anche se meno). Il risultato è quello di non scontentare nessuno, strappare qualche risata, soprattutto grazie a Claudia Gerini ai limiti della macchietta ma credibile nel contesto sospeso e “favolistico” dell’opera, e tornare a casa felici con un simpatico sorrisetto un po’ così stampato sulla faccia, come quello che Luca Argentero mostra per tutto il film per esprimere i seguenti stati d’animo: sorpresa, felicità, incredulità, tristezza.
“L’omosessualità – racconta il regista Umberto Carteni al suo debutto cinematografico dietro la macchina da presa- qui non è più percepita come universo estraneo e sospetto, ma come aspetto assolutamente connaturato alla società e, anzi, arricchente.
Il protagonista ci offre l’occasione di percorrere il travaglio dell’accettazione della propria identità sessuale, che muta, una prima volta, con la scoperta della propria omosessualità e, poi, una seconda, quando si trova a vivere le pulsioni dell’attrazione per una donna.”
Una pellicola incapace di scontentare nessuno, e non è prettamente un pregio visto i temi trattati, incapace di prendere una posizione netta, chiara e di conseguenza di andare a fondo riguardo i temi trattati. Uno specchio di una società che non c’è, utopica come solo nelle favole o in un certo cinema italiano “buonista” hanno ragione (?) di esistere. [fabio melandri]