Il Dittatore
The Dictator

Anno 2011

Nazione USA

Genere commedia

Durata 83'

Uscita 15/06/2012

distribuzione
Universal Pictures

Regia
Larry Charles
Sceneggiatura
Sacha Baron Cohen,
Alec Berg, David Mandel, Jeff Schaffer
Fotografia
Lawrence Sher
Montaggio
Greg Hayden,
Eric Kissack
Scenografia
Victor Kempster
Musica
Erran Baron Cohen
Produzione
Paramount Pictures
Interpreti
Sacha Baron Cohen,
Sir Ben Kingsley,
Anna Faris, Megan Fox, John C. Reilly,
Sayed Badreya,
Jason Mantzoukas

 

Prevedibilmente scorretto e provocatorio. Dovevamo aspettarcelo da un personaggio come Sacha Baron Cohen, soprattutto quando diretto da Larry Charles. Questa volta Bruno, il famoso giornalista che per avere successo dovette rinnegare la sua omosessualità dirompente e che barattava bambini africani con degli iPod, dalla parrucca bionda passa ad una barba che richiama immediatamente alla memoria quella di Bin Laden, chiaramente posticcia e fedele allo stile di Sacha noto per i suoi mascheramenti esagerati ed estremamente significativi, non una semplice barba! Intenzionato a sfottere ancora una volta l’America, così come fece Borat il giornalista kazako figlio di uno stupro, il nuovo personaggio di Sacha fa satira contro la falsa democrazia delle nazioni.

Allergico all’occidente e assolutamente antidemocratico, Haffaz Aladeen è l’erede dittatore di Wadiya, una città del Nordafrica a suo avviso felicemente oppressa. Con la mania del giustiziere, Aladeen vive nel suo splendore sgargiante ordinando esecuzioni capitali continue, anche per chi gli lascia finire nel piatto la sorpresa contenuta nella scatola dei cereali. Gioca alla Wii decapitando occidentali, odia i missili con la punta arrotondata e si intrattiene in rapporti sessuali a pagamento, cercando di includere nell’accordo anche le coccole di cui l’ingenuo oppressore difetta.
Ma molto presto la tranquillità di Aladeen sarà scossa dalla richiesta dell’Occidente di rassegnare le proprie dimissioni. L’ostilità che dimostra nei confronti delle altre nazioni è giustificata dall’emergenza e dalla noia, così afferma Aladeen che intanto si reca in America con l’entusiasmo di un bambino che va in vacanza, ovviamente un bambino ricco in groppa ad un elefante che dovrà parlare alle nazioni. Ma l’America gli è contro e la sciagura di perdere la barba a causa di un complotto mosso contro di lui e lo scambio del dittatore con un sosia scemo, segnerà un epilogo differente da quello che tutti i capi di stato si aspettavano. Per le vie di New York, nonostante i numerosi manifesti che lo ritraggono, nessuno riconosce il tanto odiato dittatore senza la sua barba-araba. L’incontro con un’ attivista sostenitrice delle più sane ragioni umanitarie e bella come “Harry Potter”, cambierà ulteriormente le cose. Il negozio della ragazza, grazie proprio ai metodi dittatoriali di Aladeen tornerà a produrre, mentre lei per lui farà molto di più.

Tutti i personaggi interpretati da Sacha Baron Cohen carichi di difetti come omofobia, razzismo e antifemminismo, sono il mezzo per arrivare a smascherare l’ipocrisia su cui si sorregge la nostra società, dietro al cattivo gusto e all’impertinenza di Aladeen si nascondono le sue provocazioni. Tra scenografie sfarzose e personaggi esaltati, senza timore di offendere ne di far adirare nessuno, riceve gli applausi del pubblico, acclamato in sala sia per la sua comicità più schietta sia per il suo humor più sottile, capace di far ridere nel modo giusto, con i tempi giusti, con l’intensità giusta su temi estremamente attuali e scomodi, spesso tristi.
[silvia langiano]