District 9
id.
Regia
Neill Blomkamp
Sceneggiatura
Neill Blomkamp, Terri Tatchell
Fotografia
Trent Opaloch
Montaggio
Julian Clarke
Scenografia

Philip Ivey

Costumi
Diana Cilliers
Musica
Clinton Shorter
Interpreti

Sharlto Copley, David James, Jason Cope, Vanessa Haywood

Produzione
Tristar Pictures, Bock/Hanson, Wingnut Films
Anno
2009
Nazione
Sudafrica
Genere
fantascienza
Durata
112'
Distribuzione
Sony Pictures Releasing Italia
Uscita
25-09-2009
Giudizio
Media

Più di vent’anni fa, gli alieni hanno preso contatto con la Terra. Gli umani si aspettavano un attacco ostile o dei progressi enormi in campo tecnologico, ma nulla di questo è avvenuto, perché gli alieni erano dei profughi scappati dal loro pianeta natale. Queste creature sono state collocate in una patria provvisoria nel District 9 in Sudafrica, mentre le nazioni mondiali discutevano sul da farsi.
Ora, la pazienza nei confronti della situazione aliena è terminata. Il controllo sugli alieni è stato affidato in gestione alla Multi-National United (MNU), una società privata che non ha alcun interesse verso il benessere degli alieni. La MNU otterrà dei profitti immensi se riuscirà a far funzionare le potenti armi aliene, ma fino a questo momento ha fallito, perché l’attivazione delle armi richiede il DNA alieno.
La tensione tra gli alieni e gli umani raggiunge l’apice quando la MNU inizia a cacciare i non umani dal District 9, con gli agenti responsabili della MNU che devono trasferirli in un nuovo campo. Uno degli operativi sul campo della MNU, Wikus van der Merwe (Sharlto Copley), contrae un virus alieno che comincia a mutare il suo DNA. Wikus diventa rapidamente l’essere umano più ricercato nel
mondo, così come quello più prezioso, essendo fondamentale per svelare i segreti della tecnologia aliena. Ostracizzato e senza amici, c’è soltanto un posto dove può nascondersi: il District 9.


NOTE DI PRODUZIONE

“Neill Blomkamp è un giovane regista assolutamente strabiliante”, sostiene il produttore Peter Jackson, che ha sostenuto la pellicola d’esordio di Blomkamp, DISTRICT 9. “Stavamo lavorando a una produzione tratta dal videogioco di Halo, ma non si è concretizzata. Tuttavia, ci è talmente piaciuto lavorare con Neill che quando ci ha proposto DISTRICT 9, abbiamo deciso che sarebbe stato divertente trasformare la sua idea in un film”.
Con DISTRICT 9, Blomkamp ha creato una pellicola coraggiosa dotata di una visione originale, sfruttando un metodo unico per raccontare la sua storia. Dopo essersi fatto le ossa come artista specializzato negli effetti visivi e regista di video musicali e pubblicità, esordisce con un lungometraggio ispirandosi ai classici film di fantascienza, così come alla Johannesburg della sua giovinezza (Blomkamp è infatti nato e cresciuto lì prima di trasferirsi in Canada). Il risultato è una pellicola all’avanguardia e dotata di uno stile nuovo ed eccitante.
Fin dall’inizio, Blomkamp voleva che DISTRICT 9 sfidasse le convenzioni e superasse i confini tra stili cinematografici. “Sostanzialmente, il film passa dalla nostra storia, che ovviamente è una finzione, a uno stile ultrarealistico”, spiega Blomkamp. Scene drammatiche, materiale che sembra vero, notiziari televisivi reali concessi dalla South African Broadcasting Corporation, tutto “fa parte della stessa storia”, prosegue il regista. “La pellicola a tratti sembra proprio un film, ma in altri momenti appare assolutamente reale”.
“DISTRICT 9 è ambientato in un mondo alternativo”, dichiara Jackson. “Vent’anni fa, oltre un milione di rifugiati alieni è arrivato sulla Terra in una navicella spaziale a pezzi. Loro sono benevoli e soprattutto non ricevono nessun aiuto. Non riescono neanche a nutrirsi e non hanno voglia di fare nulla. Sono 5 arrivati, tra tutti i posti possibili, a Johannesburg, e il governo non sa cosa fare con loro, quindi gli alieni finiscono in una comunità molto simile a Soweto. E per oltre 20 anni, gli umani hanno cercato di risolvere il problema alieno”.
Blomkamp sostiene che la pellicola evochi il flusso di notizie in onda 24 ore su 24 che i canali via cavo, internet e le altre fonti di informazioni ci offrono ogni giorno.
“Un tempo, c’era soltanto la storia offerta da un quotidiano. Ora, le immagini sono sempre presenti e noi ci siamo abituati”, rivela Blomkamp. Inoltre, il regista sostiene che l’avvento dei reality abbia ulteriormente confuso la divisione tra realtà e intrattenimento.
La nascita di DISTRICT 9 dipende da un corto mockumentary a basso budget chiamato Alive in Jo’burg che Blomkamp ha girato in una baraccopoli di Johannesburg alcuni anni fa. Nel corto, il regista presentava degli alieni di un’altra galassia che facevano parte del mix culturale di Johannesburg, una delle città africane più dinamiche.
Per quel prodotto, Blomkamp ha percorso le strade con una troupe, cercando di cogliere le reazioni della gente normale. In breve tempo, il regista ha scoperto che l’idea dei rifugiati intergalattici che arrivano alle porte della città riecheggiava il conflitto reale e la xenofobia diffusa tra gli abitanti di Johannesburg verso il flusso di immigrati illegali dalle nazioni confinanti. Le reazioni oneste che ha filmato hanno fornito una grande vitalità al cortometraggio, rendendo incerta la separazione tra finzione e realtà. Parlando del corto, Blomkamp ha detto “non era mia intenzione ingannare le persone che stavamo intervistando. Io cercavo soltanto di ottenere le risposte più reali e genuine possibili. In sostanza, non c’è una grande differenza, se non per il fatto che nel mio film abbiamo degli alieni intergalattici opposti a degli immigrati illegali”.
Visto che DISTRICT 9 è ambientato in Sudafrica, alcuni potrebbero pensare che il film sia una metafora dei tanti problemi che la nazione ha affrontato nel corso degli anni. I realizzatori sostengono che, nonostante sia impossibile separare la pellicola dalla sua ambientazione, non esiste una vera e propria metafora, almeno nelle intenzioni. “In Sudafrica, abbiamo dovuto affrontare dei problemi
che generalmente nel mondo vengono nascosti sotto al tappeto”, sostiene Sharlto Copley, che interpreta il personaggio principale, Wikus.
Lavorando con alcuni ingredienti tematici e visivi presenti nel cortometraggio come base, Blomkamp e la sua socia-sceneggiatrice Terri Tatchell hanno ampliato il personaggio di Wikus, mentre hanno creato due personaggi alieni fondamentali, Christopher Johnson e suo figlio Little C.J. Gli sceneggiatori hanno infatti fornito agli alieni dei nomi umani, immaginando che i terrestri, accettando gli alieni sul nostro pianeta, si sarebbero comportati in questo modo. Per gli sceneggiatori, era importante che tutti i personaggi, in particolare gli alieni, fossero credibili e facilmente riconoscibili, insomma umani. Ispirandosi a persone che conoscevano, gli sceneggiatori hanno creato un insieme di protagonisti che sono un mix di persone differenti.
L’amico e collaboratore d’infanzia di Blomkamp, Sharlto Copley, ha incarnato il ruolo di Wikus van der Merwe, l’ufficiale della MNU incaricato di trasferire i non umani dal District 9 al campo di concentramento District 10. Copley aveva anche lavorato al cortometraggio Alive in Jo’Burg nelle vesti di produttore.
“Neill ha trovato un modo veramente ispirato per affrontare la fantascienza”, sostiene Copley, che conosce Blomkamp da oltre dodici anni. “Il genere può risultare freddo e poco emozionante, ma nelle mani di Neill assume una profondità notevole. Non c’è un messaggio particolare o una morale importante nella storia, soltanto un bel mix di emozioni che emergono”.
Copley sostiene di essere stato entusiasmato dalla possibilità di proseguire la collaborazione con Blomkamp. “In Sudafrica, l’industria cinematografica è molto limitata”, sostiene l’attore. “Quindi, anche se incontri qualcun altro che vuole lavorare nel mondo del cinema, non è necessariamente una persona che condivide il tuo punto di vista creativo. Per questo, mi sento veramente fortunato che Neill sia sempre riuscito a fare quello che voleva e che abbia anche visto delle qualità in me”. “Basta un minimo di potere per Wikus, un tipo comune che ama gestire l’autorità in maniera burocratica”, sostiene Copley. “E’ per questo che la MNU l’ha promosso: loro volevano un tipo che facesse le cose in maniera pulita e ordinata”.
“Wikus ha avuto una bruttissima giornata”, sostiene Peter Jackson. “Non solo ha contratto una malattia misteriosa che inizia a cambiare il suo DNA, ma soprattutto lui diventa fondamentale per sbloccare le armi aliene. Per un momento, Wikus è la persona più importante del mondo”.
David James interpreta Koobus, l’agente capo della MNU, che diventa una sorta di cacciatore di taglie quando i vertici della società gli ordinano di catturare Wikus, vivo o morto. “Koobus è il lato oscuro della MNU”, sostiene James. “Se hai bisogno che qualcosa venga fatto in maniera legale, allora chiami Wikus. Ma se invece c’è bisogno di qualcosa che sia illegale, ti rivolgi a Koobus. Tutti alla MNU sanno che è meglio non scherzare con lui”.
“Ritengo che Neill abbia apprezzato il lato psicopatico che ho fornito a Koobus nella mia audizione”, sostiene James. “Lui è in grado di mentire in maniera convincente a tutti quelli che lo circondano e ha degli scopi nascosti. Quando avevo il dubbio su cosa avrebbe fatto il mio personaggio in una determinata situazione, tornavo a questo aspetto”.
Un altro aspetto del personaggio potrebbe passare inosservato a molti occidentali, perché gioca con elementi di bigottismo che i sudafricani conoscono bene. “Wikus è un Afrikaaner, che in Sudafrica vengono percepiti come degli zotici”, sostiene James. “Ho deciso che avrei interpretato Koobus come un tipo inglese, un uomo che ha svolto il servizio militare fuori dalla nazione. Fin dall’inizio, in ogni modo lui si percepisce come superiore rispetto a Wikus”.
Jason Cope, che è stato responsabile di produzione di Blomkamp in Alive in Jo’burg, interpreta il non umano Christopher Johnson. “In realtà, incarno dieci personaggi differenti”, sostiene Cope. “Era strano svegliarsi chiedendosi ‘che creatura sarò oggi’? Mia madre era molto felice quando ho ottenuto la parte e mi ha chiesto cosa avrei fatto. Le ho spiegato che dovevo interpretare una comunità di esseri intergalattici. Lei non riusciva a capire bene”.
“Neill aveva un’idea chiarissima di quello che voleva dai non umani”, prosegue Cope. “Durante le prove, abbiamo capito cosa gli piaceva, ma mi ha anche fornito una grande libertà all’interno di alcune limitazioni che ci aveva dato. Io non recitavo esattamente come se fossi un animale o un insetto, ma di sicuro non mi comportavo neanche come un essere umano”. “Jason è un attore fantastico con cui collaborare”, sostiene Copley. Per me, queste sono state alcune delle scene migliori del film”.