Il concerto
Le concert
Regia
Radu Mihaileanu
Sceneggiatura
Radu Mihaileanu, Alan Michel Blanc, Matthew Robbins
Fotografia
Laurent Dailland
Montaggio
Ludovic Troch
Scenografia
Stan Reydellet
Costumi
Viorica Petrovici
Musica
Armand Amar
Interpreti
Alexei Guskov, Dmitry Nazarov, Mélanie Laurent, Francois Berleand, Miou Miou, Valeri Barinov,
Anna Kamenkova Pavlova, Lionel Abelanski, Alexander Komissarov, Ramzy
Produzione
Oi Oi Oi Production, Les Productions du Tresor, France 3 Cinema, Europacorp,
Castel Films, Panache Productions, RTBF, Bim Distribuzione
Anno
2009
Nazione
Francia, Romania, Belgio, Italia
Genere
commedia
Durata
120'
Distribuzione
Bim Distribuzione
Uscita
05-02-2010
Giudizio
Media

Così è se vi pare. Così potremmo riassumere il nuovo film di Radu Mihaileanu che dopo Train de Vie torna a segnare un nuovo capitolo di quel filone cinematografico basato sul meccanismo narrativo dell'impostura positiva. “E' un tema che mi pervade mio maglrado – racconta il regista – Forse dipende dal fatto che mio padre, che si chiamava Buchman, durante la guerra dovette cambiare cognome per sopravvivere. Diventò Mihaileanu per affrontare il regime nazista e successivamente quello stalinista. Anche se ho tratto benefici dalla sua scelta, esiste in me un conflitto tra queste due identità. Probabilmente è per questo che all'inizio i miei personaggi hanno immense difficoltà e fingono di essere quello che non sono: per liberarsi da se stessi e cercare di gettare un ponte verso gli altri.”
Un gruppo di musicisti ex-Bolshoi, dopo essere stati dichiarati nemici del popolo si arrabattano nella Russia post-comunista a guidare sgangherate ambulanze, ha fare gli autotrasportatori, i fruttivendoli, le comparse nei comizi nostalgici, ambulanti al mercato nero, mentre il loro ex direttore d'orchestra Andrei Filipov è ridotto a fare le pulizie nella sua ex-casa: il Bolshoi. Quando l'occasione di un concerto a Parigi non costituirà motivo di riscatto e rivincita per gli ex-nemici del popolo.
Mihaileanu costruisce un'intensa storia in bilico tra lacrima e risata, raccontando senza pedanteria il regime comunista che fu, la Russia contemporanea che è, piccole lezioni di comunismo spiegato ai bambini – ogni musicista con il proprio strumento porta il suo contributo per il raggiungimento dell'armonia suprema, questo è il comunismo – ed una galleria di personaggi tanto esilaranti quanti commoventi. A legare il tutto la figura di Anne-Marie Jacquet, violinista di talento, alla ricerca continua dello sguardo dei suoi genitori morti poco dopo la sua nascita, interpretata da Mélanie Laurent che ci aveva sedotto in Bastardi senza gloria di Tarantino e qui ci fa letteralmente innamorare.
Il tutto raccontato attraverso la messa in scena del concerto per violino ed orchestra di Cajkovskij, che chiude la pellicola, portando alla superfice i nodi narrativi dissimulati durante tutta la pellicola.
Una regia elegante e funzionale, interpreti di prim'ordine, per una commedia dolce amara capace di gettare semi di riflessione sul presente, raccontandoci un passato buio, con leggerezza, commozione senza cadere mai nel facile autocompiacimento.
[fabio melandri]