Capitalism: A Love Story
id.
Regia
Michael Moore
Sceneggiatura
Michael Moore
Cameramen
Dan Marracino, Jayme Roy
Montaggio
Conor O’Neill, John Walter
Scenografia
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Costumi
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Musica
Jeff Gibbs
Interpreti
Michael Moore
Produzione
Overture Films, Paramount Vantage, The Weinstein Company, Dog Eat Dog Filmsd
Anno
2009
Nazione
USA
Genere
documentario
Durata
90'
Distribuzione
Mikado
Uscita
30-10-2009
Giudizio
Media

Nel ventesimo anniversario del suo rivoluzionario capolavoro Roger & Me, Capitalism: A Love Story riporta Michael Moore ad affrontare il problema che è al centro di tutta la sua opera: l'impatto disastroso che il dominio delle corporation ha sulla vita quotidiana degli americani (e, quindi, anche del resto del mondo). Ma questa volta il colpevole è molto più grande della General Motors e la scena del crimine ben più ampia di Flint, Michigan. Dalla Middle America fino ad arrivare ai corridoi del potere a Washington e all'epicentro finanziario globale di Manhattan, Michael Moore porterà ancora una volta gli spettatori su una strada inesplorata.

Con umorismo e indignazione, Capitalism: A Love Story di Michael Moore esplora una domanda tabù: qual è il prezzo che l'America paga per il suo amore verso il capitalismo? Anni fa, quell'amore sembrava assolutamente innocente. Tuttavia, oggi il sogno americano sembra sempre più un incubo, mentre le famiglie ne pagano il prezzo, vedendo andare in fumo i loro posti di lavoro, le case e i risparmi. Moore ci porta nelle abitazioni di persone comuni, le cui vite sono state stravolte, mentre cerca spiegazioni a Washington e altrove. Quello che scopre sono dei sintomi fin troppo familiari di un amore finito male: bugie, maltrattamenti, tradimenti... e 14.000 posti di lavoro persi ogni giorno.

Capitalism: A Love Story rappresenta una summa delle precedenti opere di Moore, ma è anche uno sguardo su un futuro nel quale una speranza è possibile. E' il tentativo estremo di Michael Moore di rispondere alla domanda che si è posto in tutta la sua carriera di regista: chi siamo e perché ci comportiamo in questo modo?

Intervista a Michael Moore

Cosa ti ha ispirato a fare questo film? Perché proprio ora?
In America, le persone tendono ad aspettare che la polvere si accumuli prima di discutere apertamente certi argomenti e dire alcune cose. Anche se tutto questo ce l’hanno sotto gli occhi e sentono che qualcosa è andato storto, comunque continuano a seguire la corrente. Le persone si adeguano e accettano soluzioni mediocri, sono a loro agio e si sistemano meglio che possono. Molte persone ritengono che sia sufficiente tenere la testa bassa e turarsi il naso per cavarsela. Ma qualcuno deve alzare la voce.
Il mio obiettivo è di porre le domande che si sono formate nella mia testa da un po' di tempo e che ritengo la nostra società debba farsi. Il compito dell'artista, del musicista o del regista non è di seguire la folla. I politici non cambieranno nulla di spontanea volontà, non ha senso per loro mostrarsi coraggiosi, è troppo rischioso. Sono le persone che devono farli cambiare. Così, una volta che la verità emergerà e il quadro diventerà chiaro, quelli che alzavano le spalle e ironizzavano cambieranno idea e assomiglieranno proprio a quelle persone isolate che un tempo prendevano in giro.

Quanto ci è voluto per completare il film?
Abbiamo iniziato la produzione nella primavera del 2008. Ma, in realtà, io sto facendo questo film da vent'anni. Dopo l'esordio di Roger & Me, avvenuto nel 1989, ci sono stati dei collegamenti e delle idee comuni presenti in tutti i miei progetti. Capitalism: A Love Story non è semplicemente la continuazione di questo lavoro, ma il suo culmine.

Molte persone sono arrabbiate per i recenti crolli finanziari e gli effetti che hanno avuto sugli investimenti, i posti di lavoro, i prezzi delle case e i budget governativi, ma magari non sanno a chi dare la colpa. Questo film ci aiuterà a scoprire il responsabile di questo collasso?
Non penso sia un mistero chi c'è dietro a questo collasso finanziario. Una grande rabbia è stata rivolta verso le banche e le istituzioni finanziarie, che hanno messo a rischio la nostra economia e l'hanno distrutta, così come verso i politici che hanno permesso che succedesse... Non mi faccia iniziare a parlare...
?Questo film non descrive un boom, un fallimento o un salvataggio. Ho iniziato a lavorare a questo progetto prima che l'economia colasse a picco o che avessi la minima idea che ci sarebbe stato un prestito imponente da parte del Tesoro statunitense un mese prima delle elezioni presidenziali. Non mi concentro su un individuo, una società o un problema in particolare, ma sul quadro generale. Questo film attacca il sistema che permette, incoraggia e, cosa più importante, garantisce questa corruzione.

Per quanto riguarda il ruolo del governo, sembra che ci siano molte persone a cui dare la colpa. Membri di entrambi i partiti politici hanno contribuito alla situazione attuale. C'è qualcuno a Washington con le mani pulite?
Non ci sono abbastanza salviette disinfettanti nel mondo per ripulire Washington. Questo film fa i nomi e attacca entrambi i partiti, senza paura o parzialità. Ogni discussione politica ha il difetto di scivolare sul piano dei liberal contro i conservatori e dei Democratici contro i Repubblicani. Ma questo è soltanto un modo di distrarre l'attenzione dal vero problema: il sistema in cui ci troviamo ha in mano entrambi i partiti, sia i liberal che i conservatori. Ogni tanto, ci sono scontri durissimi tra i due partiti, ma entrambi cercano di rimanere al potere e l'ultima cosa che vogliono è far colare a picco la nave. Questo film parlerà dei problemi che non vengono discussi al Congresso o nei talk show della domenica mattina (che vengono sponsorizzati da Boeing, AT&T, Archer Daniels Midland, ExxonMobil…).

Cosa pensi che rimarrà al pubblico di questo film?
Popcorn e forconi.