Biutiful
id.
Regia
Alejandro González Iñárritu
Sceneggiatura
Alejandro González Iñárritu, Armando Bo, Nicolas Giacobone
Fotografia
Rodrigo Prieto
Montaggio
Stephen Mirrione
Scenografia
Brigitte Broch
Costumi
Bina Daigeler, Paco Delgado
Musica
Gustavo Santaolalla
Interpreti

Javier Bardem, Blanca Portillo, Rubén Ochandiano, Félix Cubero, Martina Garcia, Manolo Solo

Produzione
MENAGE ATROZ, MOD PRODUCCIONES in coproduzione con IKIRU FILMS
Anno
2010
Nazione
Messico
Genere
drammatico
Durata

138'

Distribuzione
Universal Pictures
Uscita
04-02-2011
Giudizio
Media

Uxbal (un credibile e “provato” Javier Bardem, Palma d'oro a Cannes ex-aequo con Elio Germano e in aria di Oscar come migliore attore protagonista) è un uomo solo che vive alla periferia di Barcellona. La sua vita si alterna tra la gestione dei due figli piccoli, Mateo e Ana, il difficile contenimento della madre dei bambini – con problemi di personalità e di alcol – e la gestione del lavoro. Uxbal, infatti, mantiene i difficili rapporti tra la tra la mala cinese e i venditori ambulanti africani. A questo quadro fatto di desolazione e disperazione si aggiunge un suo dono: è in grado di mettersi in contatto con le anime dei morti: offre loro la possibilità di sapere gli ultimi pensieri degli scomparsi. Eppure non è tutto qui: Uxbal scopre di avere pochi mesi di vita, è affetto da un tumore terminale. Prima della sua morte deve quindi trovare il modo di “sistemare” le sue varie famiglie: i figli che rischiano di rimanere in balia della pazzia della madre e i rapporti con gli africani, che con il passare del tempo sono diventati parte preponderante della sua vita.

In “Biutiful” (come secondo Uxbal si pronuncia e scrive la parola inglese) Alejandro Gonzales Iñarritu dopo “21 grammi” e “Babel”, per la prima volta lavora senza lo sceneggiatore Guillermo Arriaga. La mancanza dell'alter ego narrativo si sente, l'immagine domina sulla parola che manca però di un senso compiuto, definitivo, conclusivo. Su tutti lascia incerti il simbolismo del bosco (luogo dove incontra il nonno, che apre e chiude la pellicola): forse una necessaria contrapposizione tra la natura, pacifica e ciclica, e la disperazione della visione di Barcellona che avvolge lo spettatore durante tutto il resto del film. Una pellicola dolorosa, candidata all'Oscar 2011 per il miglior film straniero, che apre questioni sociali e politiche da varie angolazioni, senza però dare alla fin fine una direzione critica che permetta allo spettatore di provare empatia: l'intreccio non ha presa emotiva. Bardem è sempre in scena, con piani americani o piani strettissimi. È lui il pilastro della vicenda, l'anima della vicenda ed ogni personaggio “esiste” relazionandosi con Uxbal. Una maschera di dolore e sofferenza. [valentina venturi]